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Bessler

Residenza principale del ramo dei Bessler von Wattingen ad Altdorf. Fotografia, 1915 ca. (Staatsarchiv Uri, Altdorf).
Residenza principale del ramo dei Bessler von Wattingen ad Altdorf. Fotografia, 1915 ca. (Staatsarchiv Uri, Altdorf). […]

Fam. originaria della Germania che acquisì la cittadinanza urana nel 1499; divisasi in seguito in tre linee principali (B. von Wattingen, B. von Tannegg e Sternenbessler), fra i suoi membri annoverò numerosi magistrati e ufficiali attivi nel servizio mercenario. I B. possedevano grandi proprietà terriere spec. nel fondovalle urano; le loro dimore padronali hanno caratterizzato la fisionomia architettonica del capoluogo fino a oggi. Nel XVII e XVIII sec. furono i principali sostenitori del partito filospagnolo nel cant. Uri. I B. von Wattingen (dal nome della loro presunta residenza originaria a Wassen) furono molto importanti in qualità di impresari militari al servizio della Spagna poiché reclutarono numerosi reggimenti; otto di loro furono Landamani secondo un'ininterrotta successione generazionale fra il 1661 e il 1825, altri furono cancellieri a Lugano (inizi del XVII sec.) e nel Rheintal (XVII e XVIII sec.), altri ancora alfieri di Uri (XVII e XVIII sec.), ricoprendo una carica che assunse aspetti quasi ereditari. Nel XVIII sec. un ramo dei B. von Wattingen entrò a far parte della nobiltà dell'Austria anteriore; suo ultimo esponente fu il barone Karl Thaddäus (1876), ciambellano imperiale e regio a Graz. L'ultimo rappresentante della fam. nel cant. Uri fu Eugen B. von Wattingen (1915), capitano al servizio del papa.

Riferimenti bibliografici

  • APriv presso StAUR
  • Schweiz. Geschlechterbuch, 3
  • Vaterland, n. 8, 1915
  • A. Christen, «Oberst Alfons Bessler [1807-1868]», in HNU, 32/33, 1977/1978, 103-119
  • U. Kälin, Die Urner Magistratenfamilien, 1991
Scheda informativa
Variante/i
Bessler von Tannegg
Bessler von Wattingen
Sternenbessler

Suggerimento di citazione

Urs Kälin: "Bessler", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 03.10.2002(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/023395/2002-10-03/, consultato il 27.03.2023.