
I primi contatti tra il pubblico sviz. e la musica afro-americana risalgono alla seconda metà del XIX sec., quando singoli musicisti e ballerini di colore iniziarono a esibirsi negli spettacoli di varietà. In Svizzera il jazz conobbe un vero e proprio boom dopo la prima guerra mondiale; il termine, indistinto e complessivo, indicava allora soprattutto balli di moda quali il ragtime, il fox-trot o il charleston. Negli anni 1930-40 la musica da ballo ispirata al jazz godette di costante popolarità, un fenomeno rafforzato dal successo intern. di Teddy Stauffer. Nello stesso periodo si sviluppò una scena di appassionati, organizzata in circoli, che si impegnò per l'assimilazione e la diffusione del jazz "autentico", rappresentato dai musicisti afro-americani. Dal 1939 l'isolamento della Svizzera e la conseguente mancanza di una concorrenza straniera fecero aumentare la domanda di orchestre locali; gli anni di guerra sono considerati l'epoca d'oro del jazz in Svizzera. La Svizzera seppe in tal modo distinguersi dalla Germania nazista, dove questo genere musicale era stato vietato; non mancarono tuttavia occasionali attacchi a sfondo razzista rivolti al jazz, considerato culturalmente "diverso". Nel dopoguerra, gli impulsi artistici provenienti dagli Stati Uniti divisero la comunità degli appassionati del jazz: da un lato il gruppo che coltivò lo stile tradizionale, costituito in maggioranza da amatori, e dall'altro la scena moderna, sempre più dominata da musicisti professionisti. Nel 1951 ebbe luogo a Zurigo il primo festival jazz per amatori, nel 1962 il primo Festival intern. di Lugano; ne seguirono altri a Montreux (1967), Willisau (1975) e Berna (1976). La prima scuola autonoma di jazz in Europa fu creata nel 1967 a Berna. Attualmente la scena jazz è caratterizzata da un frazionamento stilistico. Il festival Taktlos, che si tiene dal 1984 a Basilea, Berna e Zurigo, è espressione delle ultime tendenze.