Rete idrograficae direzioni di deflusso
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Autrice/Autore:
Hans Stadler
Traduzione:
Valerio Ferloni
Il sistema fluviale della Svizzera è molto ramificato e rientra nei bacini idrografici di cinque grandi fiumi europei (Reno, Rodano, Po, Danubio, Adige). Il territorio sviz. risulta pertanto suddiviso da molti spartiacque, non solo regionali ma anche continentali. I fiumi hanno sempre avuto un ruolo importante nell'evoluzione culturale ed economica, spec. come Vie di comunicazione e fonti di energia. Spesso - ma non sempre - tratti fluviali o torrentizi segnano anche confini statali, cant., diocesani, com. e fondiari: la Reuss e l'Aar, ad esempio, un tempo separavano l'Argovia bernese risp. dai Freie Ämter e dalla contea di Baden, mentre il Reno ancora oggi divide la Svizzera dall'Austria e dalla Germania.
Fino all'età moderna i corsi dei fiumi e le fasce golenali rimasero in massima parte allo stato naturale. Già nel tardo ME, tuttavia, in singoli punti particolarmente esposti erano stati eseguiti lavori di arginatura (spesso svolti in forma collettiva). Valli e pianure erano sfruttate a fini agricoli, e l'Irrigazione migliorava la resa dei terreni. Dal XVIII sec. aumentarono le Inondazioni, in parte a causa di cambiamenti climatici e in parte dell'erosione in alta montagna. Anche lo sfruttamento eccessivo dei boschi rese più frequenti le piene, con conseguente impaludamento di molti fondivalle; di qui le molte Correzioni dei corsi d'acqua compiute nel XIX e nella prima parte del XX sec., che a loro volta consentirono di ampliare o bonificare le aree coltivate (Migliorie fondiarie) e di infittire il tessuto abitativo. Oggi viene mantenuto il corso originario dei fiumi oppure si ripristina parzialmente lo stato naturale dei corsi d'acqua incanalati artificialmente (protezione della Natura).
Vie d'acqua e mestieri fluviali
Autrice/Autore:
Hans Stadler
Traduzione:
Valerio Ferloni
Il sistema delle vie d'acqua fu uno degli elementi fondamentali all'origine delle reti di Trasporti. Nei punti di passaggio dalla navigazione fluviale a quella lacuale sorsero piazze di trasbordo delle merci (Laghi); alle intersezioni tra fiumi e strade si rese indispensabile creare guadi, Traghetti, Ponti e Soste, che necessitavano di un'adeguata gestione e manutenzione. In questi punti favorevoli ai trasporti vennero fondati villaggi e centri urbani; per alcuni di essi (ad esempio Brugg) le fonti principali d'introito erano costituite dal pontatico, dai dazi e dalle attività legate ai traffici di transito (assistenza ai viaggiatori). In qualche caso questi insediamenti si trasformarono in nodi commerciali, con mercati non solo settimanali ma anche annuali (fiere). I fiumi, inoltre, erano sfruttati per l'Approvvigionamento idrico e, fino a XX sec. inoltrato, per lo smaltimento delle Acque di scarico.
Ai fiumi e ai trasporti ad essi collegati è connessa la nascita di varie attività fluviali. Le più importanti erano la Pesca, la Navigazione, la Costruzione navale, la Fluitazione e i servizi di traghetto; di solito anche le concerie avevano sede lungo i corsi d'acqua. Se le leggi germ. (Specchio svevo, Specchio sassone) consentivano ancora a ogni cittadino il libero esercizio della pesca, nel basso ME quel diritto si trasformò in una regalia, che dal XII sec. in genere spettava a signorie ecclesiastiche o secolari; nel tardo ME molti diritti di pesca delle signorie territoriali passarono ai cant. conf., e la pesca libera restò possibile solo su pochi tratti fluviali. I mercati ittici erano soggetti a rigide norme locali; nel Reno e nei suoi affluenti venivano pescati pesci migratori, fra cui salmoni e anguille. Membri dei ceti bassi, i pescatori abitavano al margine degli insediamenti, sulle rive; nel tardo ME cominciarono a riunirsi in una sorta di tribunale (Fischermai) sovrarregionale, che rappresentava anche un'opportunità di socializzazione. Gli impianti industriali sorti sui fiumi dal XIX sec. ostacolarono molto la pesca; le migrazioni dei salmoni cessarono, e nel XX sec. il diffondersi dei letti fluviali artificiali privò anche la maggior parte delle specie ittiche stanziali dei loro luoghi abituali di frega.
Nel ME i fiumi erano considerati strade dell'Impero e il loro transito era libero. Dal tardo ME la navigazione verso valle o verso monte fu in massima parte appannaggio di battellieri organizzati in forma corporativa (i cosiddetti Niederwässerer delle città di Basilea, Sciaffusa, Zurigo, Lucerna, Soletta, Berna e Friburgo), ma c'erano barcaioli anche in città più piccole (Olten, Yverdon, Bellinzona ecc.) e in villaggi fluviali come Stilli o Aarburg. Alcune org. di battellieri costituirono monopoli dapprima nei pressi delle rapide, impossibili da superare senza conoscenze specifiche dei luoghi o speciali attrezzature (Koblenz, Laufenburg, Säckingen). Le tasse prelevate sulla navigazione nei due sensi in origine erano compensi destinati ai barcaioli locali o agli ab. delle rive per le prestazioni che avevano fornito, come la manutenzione di un canale navigabile; solo in seguito passò in primo piano la funzione fiscale. Anche se le città di maggiori dimensioni, come Lucerna, Zurigo o Berna cercavano di controllare su vasta scala la navigazione, nel complesso l'idea che i fiumi fossero strade dell'Impero dove si poteva transitare liberamente rimase viva fino al XVII sec. Solo Basilea riuscì, dal XV o XVI sec., a imporre un monopolio di fatto: giunti alla città, i battellieri dell'Aar, della Limmat e della Reuss dovevano vendere le barche perché l'autorità basilese impediva loro di proseguire. Sui fiumi si navigava soprattutto in direzione della corrente; risalire verso monte era faticoso e richiedeva l'uso di pertiche o alzaie (per esempio sulla Linth). Dal tardo ME la navigazione fluviale subì la concorrenza crescente dei trasporti via terra, per poi scomparire quasi totalmente, dopo il 1850, con l'avvento della ferrovia. In Svizzera, diversamente che nelle vicine Francia e Germania, non venne creata un'ampia rete di tratti fluviali e di canali navigabili per battelli da carico; solo sul Reno, dopo il potenziamento del porto di Basilea (1906), è presente un numero notevole di natanti di grandi dimensioni.
La fluitazione consentiva di portare dalle Alpi e dalle Prealpi legname d'opera e da ardere nelle città dell'Altopiano e all'estero, e di alimentare ferriere e vetrerie. Permetteva inoltre di trasportare fino in Olanda tronchi di quercia destinati a costruzioni navali. Dopo un forte sviluppo determinato dalle richieste provenienti dalle prime attività industriali (per esempio la lavorazione del ferro), a partire dal 1850 la fluitazione scomparve però rapidamente, sostituita dai trasporti stradali e soprattutto ferroviari.
I traghetti - dalla piccola chiatta per soli passeggeri al grande battello in grado di trasportare carri o mandrie - garantivano la traversata in mancanza dei ponti; la maggior parte di essi fu sostituita da ponti nel XIII-XIV e poi nel XIX-XX sec. Particolare importanza ebbe nel tardo ME e nell'epoca moderna il traghetto di Stilli, che consentiva per così dire di superare in una volta sola i tre fiumi Aar, Reuss e Limmat. Esso trasse profitto soprattutto dai traffici legati alle fiere di Zurzach.
Forza idrica per le attività artigianali e industriali
Autrice/Autore:
Hans Stadler
Traduzione:
Valerio Ferloni
I fiumi erano particolarmente importanti quali fornitori di energia, sfruttata da vari opifici (Mulini natanti e terragni per la produzione di farina, ma anche impianti di pigiatura o follatura, magli, segherie, frantoi, cartiere ecc.), in genere dotati fin dal basso ME di appositi canali di adduzione dell'acqua. Dal tardo ME per regolare la forza idrica vennero erette opere di sbarramento (le cosiddette Schwellen, ad esempio a Berna, Lucerna), il cui numero aumentò molto nel XIX sec. in seguito all'industrializzazione. Fino alla seconda metà del XIX sec. gli stabilimenti artigiani e industriali sfruttarono intensamente i fiumi anche come emuntori di scoli. I vantaggi topografici offerti dalla posizione ripuaria persero importanza solo nel XX sec. con l'avvento dell'elettrificazione e la costruzione di nuove reti fognarie; in compenso aumentò però l'importanza dei fiumi sul piano energetico: già dalla fine del XIX sec. sorsero sui corsi d'acqua (spec. sull'alto Reno) centrali idroelettriche a basso salto, e dal decennio 1960-70 vennero costruite presso i fiumi anche le centrali nucleari, che necessitavano di grandi quantità di acqua di raffreddamento. Oggi le fasce rivierasche sono apprezzate in misura crescente anche come zone di svago e di pratica sportiva.