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Milizie cantonali

In questo testo si considera l'evoluzione delle forze armate cant. dal tardo ME fino alla caduta della vecchia Conf. nel 1798. Nei 75 anni successivi l'organizzazione di un Esercito fed. divenne una delle questioni centrali sul piano politico. Durante la Mediazione il settore della difesa fu disciplinato dai regolamenti militari del 1804 e del 1807 e, dopo il Patto fed., da quello del 1817. Con la nascita dello Stato fed. nel 1848, le milizie cant. furono sottoposte all'Organizzazione militare del 1850. Fu però solo la Costituzione fed. del 1874 ad attribuire alla Conf. il controllo sull'esercito fed.; ai cant. restarono solo competenze limitate, definitivamente abolite con la riforma Esercito XXI nel 2004. L'org. delle forze armate cant. si basò sempre sul sistema di Milizia.

Tardo Medioevo ed età della Riforma

La forza difensiva dei cant. conf. si fondava sul Servizio militare obbligatorio, che durava di regola dai 16 ai 60 anni. Ogni soldato arruolato doveva procurarsi a proprie spese le Armi e l'equipaggiamento di protezione. Le fam. benestanti avevano l'obbligo di fornire armi e armature supplementari a favore delle fasce meno agiate. I militi preferivano le armi da combattimento ravvicinato, che non riducevano la mobilità durante le battaglie e i saccheggi, mentre le picche, le corazze e i bacinetti erano meno apprezzati. Le autorità dovevano quindi costantemente vigilare sullo stato dell'armamento. Gli Ufficiali eseguivano ispezioni periodiche (Istruttori militari). Vigeva il divieto di impegnare o esportare armi. L'Artiglieria era principalmente costituita da ogni sorta di pezzi sottratti al nemico, che venivano mantenuti in buono stato dagli armaioli e dai loro assistenti.

Esistono opinioni divergenti a proposito del livello dell'Istruzione militare. Secondo la vecchia storiografia (Storia militare), il maneggio delle armi (in particolare delle picche) e il passaggio dalla colonna in marcia alla formazione di battaglia necessitavano di esercitazioni. Le cronache illustrate mostrano cortei marziali. Di ritorno dalle campagne, i soldati erano avvicinati da ragazzi con armi di legno, alcuni dei quali seguivano le truppe (Trossknaben), svolgendo compiti ausiliari e di perlustrazione. Le feste di tiro, organizzate di frequente, prevedevano diverse competizioni sportive (salto, corsa, lancio della pietra, tiro e lotta). Le Congreghe giovanili promuovevano la pratica di esercizi fisici e rafforzavano la tradizione delle gare di lotta. Nelle città esistevano centri di addestramento dove si imparava a maneggiare le armi; i balestrieri e gli archibugieri si allenavano nelle loro soc. e praticando la caccia (Tiro). Recenti studi hanno tuttavia mostrato che le autorità iniziarono a organizzare una vera e propria istruzione individuale e di reparto solo durante la guerra dei Trent'anni (1618-48). I giovani ascoltavano i racconti delle esperienze vissute dai loro padri oppure apprendevano le tecniche di guerra sul campo, come ausiliari, Mercenari o volontari. Gli Svizzeri impegnati nel Servizio mercenario dovevano sottostare a un duro addestramento in seno ai loro reggimenti e, una volta rientrati in patria, costituivano il nucleo delle truppe cant.

Le ispezioni si svolgevano in maniera decentralizzata nei distr. di reclutamento (case delle corporazioni, baliaggi e signorie). Per completare i contingenti richiesti, si cercava nel limite del possibile di arruolare volontari. Non si sono conservate liste di persone soggette alla leva. Non esistevano criteri precisi per valutare l'idoneità al servizio militare; non venivano però arruolati uomini troppo giovani o troppo anziani, malati e mariti di puerpere e di levatrici. I ricchi cittadini si facevano talvolta sostituire da mercenari. I giovani entravano nelle truppe come volontari per gusto dell'avventura o nella speranza di ricavare un bottino; alcuni individui si arruolavano invece per acquisire il Diritto di cittadinanza. Anche l'approvvigionamento dei soldati dipendeva dai distr. di reclutamento che, di conseguenza, requisivano carri e cavalli da soma o da tiro, fornivano prodotti alimentari (per lo più farina d'avena tostata con burro e carne essiccata), mettevano a disposizione denaro e provvedevano al supporto logistico (tende, paioli ecc.).

In caso di pericolo di guerra, i cant. conf. procedevano a una serie di preparativi: svolgevano ispezioni straordinarie di armi e corazze, ripristinavano piazzeforti (città e castelli) rafforzandone i corpi di guardia, costruivano Letzinen (costituite da fossati e da sbarramenti difensivi), inviavano esploratori e assicuravano i sistemi di allarme (Difesa nazionale). L'Economia di guerra prevedeva che i com. e i nuclei fam. costituissero scorte di grano e di sale; a tale scopo si facilitavano le importazioni e si vietavano le esportazioni. La leva dei contingenti militari, che avveniva su richiesta dei cant. minacciati o su decreto della Dieta fed., era spesso preceduta dall'istituzione di una sorta di servizio di picchetto. Dopo aver stabilito le dimensioni del reclutamento (bandiera e vessillo, o soltanto uno dei due), i messaggeri annunciavano la mobilitazione e sulla piazza principale, al suono di pifferi e tamburi, aveva luogo l'adunata. In caso di attacco improvviso, l'allarme era dato tramite il suono delle campane della chiesa e segnali di fuoco o di fumo (Posto di segnalazione).

Truppe bernesi avanzano nei territori dei von Kyburg nel maggio del 1340; episodio riportato e illustrato nella Spiezer Chronik (1485) di Diebold Schilling (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.I.16, p. 309).
Truppe bernesi avanzano nei territori dei von Kyburg nel maggio del 1340; episodio riportato e illustrato nella Spiezer Chronik (1485) di Diebold Schilling (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.I.16, p. 309). […]

I contingenti militari si dirigevano con i rispettivi vessilli verso il luogo di raccolta, dove si procedeva al controllo dell'equipaggiamento e alla formazione delle salmerie. Un Capitano assumeva il comando dell'Attiva; era assistito da uno Stato maggiore che comprendeva un Alfiere, rappresentanti del governo, consiglieri, un alto ufficiale incaricato di preparare le truppe al combattimento (il cosiddetto ordinatore), un sergente (addetto alla sicurezza), un responsabile per il soldo e l'approvvigionamento (Kastenmeister), un prete, un dottore e uno scritturale. I reparti di picchieri, alabardieri e tiratori dipendevano ognuno da un capitano. La mobilitazione, che durava all'incirca due giorni, si concludeva con la lettura dell'ordinamento militare (convenzione di Sempach) e con il giuramento. I soldati promettevano solennemente di obbedire ai loro superiori, di rimanere fedeli alla bandiera fino alla morte, di consegnare e spartire il bottino, di non saccheggiare chiese e conventi e di non ferire donne o ecclesiastici. A seconda della situazione suddivisi sul piano regionale o in base all'arma (tiratori, picchieri, alabardieri, cavalieri e artiglieri), i contingenti militari erano preceduti o accompagnati da volontari.

XVII-XVIII secolo

In seguito ai conflitti interni dovuti alla divisione confessionale e alle minacce esterne legate alla guerra dei Trent'anni, nel corso del XVII sec. i cant. urbani promossero riforme militari volte ad accelerare la prontezza all'impiego delle truppe in caso di pericolo di guerra. Grazie ai censimenti dei fuochi, le autorità registrarono a poco a poco gli uomini tenuti al servizio militare che, suddivisi in tre unità permanenti, potevano essere mobilitati in maniera scaglionata. L'obbligo di prestare servizio personale sostituì la prassi secondo cui le corporazioni, le soc. e i baliaggi dovevano fornire un certo contingente di soldati. Inoltre i coscritti non venivano più raggruppati in unità eterogenee in base ai distr. amministrativi, ma formavano ormai compagnie di uguale grandezza (di regola 200 uomini) suddivise per arma. Il reclutamento si svolgeva nei quartieri militari (circ. speciali), mentre la mobilitazione aveva luogo nei risp. luoghi di raccolta. I governi nominavano i capitani già in tempo di pace.

Non esistevano ancora uniformi e ogni soldato prestava servizio in abiti civili. La diffusione delle armi da fuoco, che furono migliorate sul piano della cadenza di fuoco, della portata e della precisione, comportò un indebolimento della forza d'urto dei fanti conf., armati di picca e di alabarda. Il rinnovo dell'Armamento fu tuttavia lento. A poco a poco aumentò la percentuale di uomini muniti di fucile, la cui qualità migliorò progressivamente; le pietre focaie presero il posto delle micce e degli acciarini a ruota, mentre le palle e la polvere da sparo furono sostituite dalle cartucce, che i soldati potevano portare con sé in una cartucciera. Le autorità acquistavano le nuove armi, che venivano poi depositate negli Arsenali e consegnate ai militi a prezzi ridotti. Solo a cavallo tra il XVII e il XVIII sec. il fucile con baionetta innestata nei cant. urbani soppiantò le alabarde e le picche, che rimasero però in uso nei cant. rurali. Per queste innovazioni militari si prese a modello la riforma dell'esercito avviata dai Paesi Bassi sulla base delle esperienze della guerra di indipendenza contro gli Asburgo di Spagna. Si trattava ormai di esercitare la manipolazione dei fucili caricati a salve e le conseguenti nuove tecniche di combattimento per le unità tattiche sul campo di battaglia. Gli ufficiali di ritorno dal servizio straniero portavano con sé regolamenti di esercizio e istruzioni per il servizio di campagna. Questi manuali erano però concepiti per eserciti permanenti e, a causa del loro eccessivo formalismo, si rivelavano poco adatti (malgrado le semplificazioni) a soldati di milizia sottoposti solo a brevi periodi d'istruzione.

I dissidi confessionali portarono a un allontamento reciproco tra cant. catt. e rif., ciò che contribuì a indebolire i loro patti di alleanza; le violazioni di confine commesse durante la guerra dei Trent'anni costrinsero però i Conf. ad adottare misure comuni per la salvaguardia della Neutralità. Dopo due proposte infruttuose del bernese Johann Ludwig von Erlach, nel 1647 a Wil venne convocato un Consiglio di guerra conf. per proteggere la Turgovia e la valle del Reno dalle truppe svedesi del generale Carl Gustav Wrangel. Il Consiglio di guerra dispose la creazione di piccoli contingenti immediatamente operativi; decise inoltre di approntare un'attiva di 12'000 uomini con ca. 50 pezzi di artiglieria e di tenere in riserva due unità di dimensioni simili. Con la pace di Vestfalia (1648) e la prima guerra di Villmergen (1656), il Defensionale di Wil del 1647 (Defensionali) cadde però rapidamente nell'oblio. Dopo l'occupazione franc. della Franca Contea (1668), un Consiglio di guerra decretò il rinnovo dell'alleanza difensiva, che nel 1673 fu sottoscritta dai 13 cant. conf. (Defensionale di Baden). Si trattava del primo ordinamento militare della Conf. con validità generale; tutti i cant. e i baliaggi comuni dovevano fornire un contingente prestabilito.

L'esercito conf. contava 40'200 soldati, pari a ca. la metà dell'effettivo medio dei cittadini attivi nel servizio mercenario. Esso era formato da tre contingenti (della forza di una divisione), ognuno dei quali comprendeva due brigate. Ciascuna delle 68 compagnie disponeva di un effettivo di 200 uomini (120 moschettieri, 30 picchieri muniti di corazza e 30 non corazzati nonché 20 alabardieri). Non esistevano né truppe sanitarie e del genio né formazioni di retrovia. Venne però probabilmente costituita una cassa di guerra. Composto dai rappresentanti dei 13 cant. conf. e dei tre Paesi alleati, il Consiglio di guerra possedeva ampi poteri straordinari, che andavano dalla direzione politica in tempo di pace alla conduzione della guerra. La sua intensa attività suscitò però diffidenza tra i cant. catt. che, ad eccezione di Lucerna, denunciarono in successione l'alleanza.

Campo volante di una compagnia della milizia basilese nei pressi della frontiera nel 1791; acquaforte acquerellata di Rudolf Huber (Staatsarchiv Basel-Stadt, BILD Falk. A 496).
Campo volante di una compagnia della milizia basilese nei pressi della frontiera nel 1791; acquaforte acquerellata di Rudolf Huber (Staatsarchiv Basel-Stadt, BILD Falk. A 496).

Gli sforzi per l'org. di un esercito conf. spinsero alcuni cant. urbani ad adattare le proprie milizie alle nuove esigenze; i loro ordinamenti militari presentavano pertanto caratteristiche simili. La direzione era affidata a un Consiglio di guerra. Reclutati nei com. e nei distr., gli uomini abili al servizio militare venivano suddivisi per arma in unità d'incorporazione sulla base delle quali, in caso di mobilitazione, erano costituite le truppe tattiche. A Berna ad esempio il battaglione d'élite comprendeva due compagnie di granatieri e due di moschettieri, mentre la Landwehr e la Landsturm erano formate soltanto da compagnie di fucilieri. I tiratori scelti, i dragoni e gli artiglieri costituivano unità speciali. Nel 1798 l'esercito bernese contava ca. 25'000 fanti (Fanteria), 1000 cavalieri (Cavalleria) e 500 pezzi di artiglieria.

Gradualmente si affermò anche l'uso dell'uniforme, il cui acquisto era a carico degli stessi soldati. L'istruzione di reparto si svolgeva durante le ispezioni militari annuali; non vi era un vero e proprio addestramento al combattimento. La domenica si tenevano intense esercitazioni con le armi, dirette quasi sempre da ufficiali istruttori che avevano prestato servizio all'estero (Trüllmeister). Dato che venivano adottati metodi in uso negli eserciti permanenti, la breve durata dell'addestramento non consentiva di raggiungere la sicurezza richiesta nelle manipolazioni. L'istruzione militare assumeva inoltre un carattere ludico e si concludeva spesso in bevute. Nei cant. rurali il livello dell'addestramento era ancora peggiore. Fondata nel 1779 e antesignana della Soc. sviz. degli ufficiali, la Soc. militare elvetica sottopose alla Dieta fed. proposte di riforma. Fu però confrontata con una mancanza di volontà politica nel migliorare lo stato delle milizie cant. Queste carenze emersero chiaramente durante l'Invasione francese, conclusasi in una disfatta militare, che rese evidente la necessità di creare un esercito fed.

Riferimenti bibliografici

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Suggerimento di citazione

Hans Senn: "Milizie cantonali", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 10.11.2009(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/024620/2009-11-10/, consultato il 28.03.2024.