Alla fine dei Cento giorni (marzo-giugno 1815) i rapporti tra la Francia e i 19 cant., che avevano consentito il passaggio di ingenti forze austriache, si fecero più tesi. L'artiglieria di Huningue bombardò la città di Basilea. Il generale Niklaus Franz von Bachmann, comandante in capo, ebbe dalla Dieta fed. l'autorizzazione a spingersi se necessario oltre la frontiera. Come il suo vice, il generale Nicolas Antoine Xavier de Castella, Bachmann pensava di essere in grado di vendicare le prepotenze di Napoleone, di compiacere i Borboni e di favorire i negoziati condotti da Charles Pictet-de Rochemont.
Il 3.7.1815 (dunque dopo l'abdicazione di Napoleone) una truppa di ca. 20'000 Svizzeri, che aveva i fianchi coperti da due reparti austriaci, entrò nella Franca Contea, ufficialmente per dare la caccia ai Corpi franchi e per attestarsi su posizioni difensive favorevoli; la truppa occupò Jougne, Pontarlier, Joux e Saint-Hippolyte. La campagna fu segnata da difficoltà di approvvigionamento, da ammutinamenti e da disordini. Bachmann fu infine costretto a riportare i suoi uomini in territorio sviz., tanto più che la Dieta si era pronunciata contro un'offensiva in Francia. A causa di questo disaccordo, il 26 luglio Bachmann rinunciò al comando. La fortezza di Huningue, assediata dal 22 giugno dall'arciduca Jean, cadde il 26 agosto. All'azione partecipò anche una decina di battaglioni sviz. comandati dal colonnello Charles d'Affry. La fortezza venne rasa al suolo. La campagna del 1815 mise in evidenza la mancanza di preparazione delle truppe, gli inconvenienti di un armamento eterogeneo, le lacune nell'istruzione dei quadri e i dissensi tra ufficiali di cant. diversi.