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Associazioni

Le ass. sono enti formati da persone (agli albori dell'associazionismo spesso solo di sesso maschile) che si ritrovano regolarmente e che perseguono finalità scelte liberamente all'interno della loro org. L'adesione è volontaria e i membri godono di norma dei medesimi diritti; le regole e i criteri stabiliti negli statuti determinano gli scopi, le condizioni di ammissione e di esclusione dei soci, le facoltà dell'assemblea degli affiliati e del comitato direttivo. Le basi giur. sono costituite dagli art. 60-79 del Codice civile sviz.

Dal XVII all'inizio del XIX secolo

Le società riformatrici

Molteplici forme di socialità caratterizzarono il "sec. socievole" (U. Im Hof) anche in Svizzera. In quanto istituzioni di una sociabilità illuminata (Illuminismo), le soc. del XVIII sec. miravano a riformare lo Stato, la Chiesa e la società corporativa. Non direttamente dipendenti dall'autorità statale o ecclesiastica, le soc. erano soprattutto aggregazioni volontarie di singoli cittadini provenienti di norma dalle élite sociali. Attraverso la critica di tutte le questioni riguardanti il loro tempo, esse furono i vettori principali della nascente Opinione pubblica.

Gabinetto delle curiosità. Incisione di Johann Rudolf Schellenberg secondo Johann Martin Usteri, apparsa nel Neujahrsblatt der Naturforschenden Gesellschaft Zürich del 1799 (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv).
Gabinetto delle curiosità. Incisione di Johann Rudolf Schellenberg secondo Johann Martin Usteri, apparsa nel Neujahrsblatt der Naturforschenden Gesellschaft Zürich del 1799 (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv). […]

Il movimento societario sviz. si inserì nel movimento europeo delle Accademie e fra il 1600 e il 1798 diede luogo a ca. 150 soc. riformatrici. Dopo le prime soc. bibliotecarie (Zurigo 1629-1916, Sciaffusa 1636-XIX sec.), in seguito riconosciute ufficialmente, nacque il Collegium Insulanum, la prima soc. significativa della Svizzera concepita sul modello delle Acc. estere (Zurigo 1679-1709). Soc. dotta, essa si occupò delle nuove conoscenze nel campo delle scienze naturali, della medicina e della teol. applicata all'esperienza sacerdotale. A partire dal 1720 la Soc. di lingua ted. (Berna 1739-47, Basilea 1743-61) e la Soc. letteraria istruirono anche i neofiti, perfezionandone le conoscenze linguistiche e le capacità di critica letteraria; le soc. degli autori legate alle Moralische Wochenschriften (Soc. dei pittori a Zurigo 1720-22/23, Nuova soc. a Berna 1721-24) puntavano inoltre alla critica pubblicistica e alla riforma dei modi di pensare, dei costumi e della morale nella vita quotidiana. Le soc. di utilità pubblica (Soc. morale a Zurigo 1764-1862, Soc. per il bene e l'utile a Basilea dal 1777) si dedicavano alla riforma concreta del sistema scolastico, dell'assistenza sociale e dell'economia domestica. Le Società economiche coniugarono conoscenza teorica e "miglioramento" pratico promuovendo l'agricoltura, l'artigianato e l'industria; il loro periodo di maggiore splendore furono gli anni attorno al 1760-70. Parallelamente, ma in modo più costante, crebbe il numero delle Società di lettura intese a favorire la consultazione collettiva e la ricettività di nuovi libri. Le soc. naturalistiche si inserirono nel solco tracciato dalle Società erudite con ambizioni divulgative. Le Società patriottiche esplorarono le fonti della storia patria e impartirono l'educazione civica repubblicana ai figli delle fam. dominanti. Le Società militari, caso particolare in un sistema di milizia, unirono la tradizione delle soc. di Tiro alle conoscenze scientifiche naturali (Soc. matematica-militare di Zurigo, 1765).

La più importante soc. sviz. del XVIII sec. fu la Società elvetica, il cui programma abbracciava l'intero ventaglio del dibattito illuminista sulle riforme in corso nelle soc. sviz. (agli inizi gli aderenti si riunivano una volta all'anno a Schinznach). Nel 1779, appoggiandosi ad essa, nacque la Soc. militare elvetica, alla quale seguirono, secondo un disegno di aggregazione nazionale nel campo della medicina e delle scienze naturali, la Soc. elvetica dei medici e dei chirurghi corrispondenti (Zurigo 1788/91-1807) e la Soc. elvetica generale degli amici della fisica e della storia naturale nazionali (Herzogenbuchsee, 1797).

Forze trainanti, diffusione e ordine interno

Nei loro centri d'azione, i singoli organizzatori, nelle vesti di fondatori, pres. o segr., costituivano un punto di riferimento e alimentavano gli sforzi riformatori: a Basilea, il cancelliere Isaak Iselin (1728-82); a Zurigo i letterati e professori Johann Jakob Bodmer (1698-1783) e Johann Jakob Breitinger (1701-76), e il medico e professor Johann Heinrich Rahn (1749-1812); a Berna tra gli altri i membri del patriziato cittadino Niklaus Emanuel (1727-94) e Vinzenz Bernhard Tscharner (1728-78); a Ginevra il farmacista e naturalista Henri-Albert Gosse (1753-1816).

La diffusione dei diversi tipi di soc. seguì le tappe del processo illuministico, che si sviluppò dapprima nei circ. esclusivi dei dotti e nei principali centri urbani (Zurigo, Berna, Basilea, Ginevra) e in seguito nelle soc. popolari di lettura, nelle cittadine più piccole (Sciaffusa, San Gallo, Coira, Bienne) e nelle città soggette (Winterthur, Losanna), raggiungendo anche le regioni rurali soggette (Toggenburgo, Vaud, zona del lago di Zurigo). Il movimento si concentrava nei territori rif.; nei cant. catt. vi furono diverse iniziative a Soletta, mentre quelle di Friburgo, Lucerna e Nidvaldo ebbero vita breve. D'altronde la Helvetische Konkordiagesellschaft, le cui sedute pompose si svolgevano in sedi sempre diverse, si contrapponeva nella Svizzera centrale alla soc. di Schinznach, più votata alla tolleranza confessionale. Se si confrontano le regioni linguistiche, la Svizzera ted. primeggiava sia per quantità di org. sia per numero di membri.

Gli statuti societari, oltre a garantire la coesione e la vita del gruppo, fissavano scopo dell'aggregazione, diritti e doveri dei membri, modalità di adesione e di finanziamento, compiti degli organi e distribuzione degli incarichi. Con l'accettazione degli statuti veniva formalmente sancita la fondazione della soc. L'equivalenza di rango dei membri all'interno della medesima categoria era fissata nelle norme costitutive. Le soc. più grosse distinguevano i membri ordinari attivi e con pieni diritti (membra ordinaria) dai membri esterni o onorari (membra honoraria), i quali, grazie alla loro partecipazione a più ass., garantivano riconoscimento e collegamenti sovraregionali. Di tanto in tanto si ricorreva alla suddivisione delle funzioni fra un'assemblea principale a carattere soprattutto rappresentativo, un comitato deliberativo vero e proprio e una commissione consultiva. La disciplina interna era importante: sequenza delle conferenze secondo determinati principi, ammende in caso di assenza o di ritardo, divieto di fumare e di bere vino e la raccomandazione a non interloquire nel discorso altrui permisero di sperimentare nuove forme di convivialità. La rotazione delle cariche inibiva la concentrazione del potere e l'aristocratizzazione. Sobrietà e laboriosità erano i criteri che distinguevano queste soc. da quelle dei beoni e dei giocatori che si riunivano nelle stanze delle corporazioni e nelle taverne (Trinkstuben). In un'ottica storico-organizzativa, le soc. rappresentarono l'elemento di transizione fra il vecchio ordine corporativo e le moderne org. di massa.

Incidenza

All'effetto che questo processo aveva sui singoli membri delle soc. (formazione individuale attraverso la lettura in comune, mutuo apprendimento e ricerche in proprio) faceva da contrappunto quello che esso provocava all'esterno, su un pubblico più vasto ("illuminazione" dell'opinione pubblica attraverso la propagazione e l'utilizzo pratico del nuovo sapere). Le soc. più grandi pubblicavano i risultati raggiunti con le loro attività in riviste o volumi di compilazione (fra gli altri Abhandlungen und Beobachtungen durch die ökonomische Gesellschaft zu Bern gesammelt 1762-73, Abhandlungen der Naturforschenden Gesellschaft in Zürich 1761-66). I membri erano prevalentemente giovani membri dei patriziati cittadini che ancora non ricoprivano cariche pubbliche, esponenti dell'intellighenzia cittadina - ecclesiastici, professori, medici e giuristi - e commercianti, ossia gente appartenente a un ceto alto, colto e benestante. Contadini come lo zurighese Jakob Gujer (Kleinjogg) furono celebri eccezioni. Le donne comparivano solo sporadicamente; tuttavia la loro partecipazione crebbe verso la fine del XVIII sec. (Zürcher Frauenzimmergesellschaft auf Zimmerleuten, 1784-98/1806).

Le soc. furono abili soprattutto nell'acquisire nuove conoscenze teoriche piuttosto che nella loro traduzione pratica. Il sistema politico esistente e gli scontri di interesse con gli strati dominanti mantennero i postulati riformatori entro limiti assai stretti. Le soc. non intendevano opporsi allo Stato e alla Chiesa, ma intervenire in senso sussidiario in campi fino a quel momento trascurati o sconosciuti in quanto frutto di una società in continua trasformazione. Soc. sviz. come la Soc. economica bernese (1759) e la Soc. ted. per il cristianesimo di Basilea (1779/80-2003) erano note e apprezzate ben al di là dei confini nazionali; tuttavia il fine illuminista della felicità universale rimase anche in Svizzera un'utopia. I risultati reali conseguiti dalle ass. elvetiche si limitarono a miglioramenti in settori circoscritti (a livello locale) e alla promozione del sentimento di appartenenza fed. (a livello sovraregionale).

Conflitti, sovvertimenti e continuità

Le ingerenze dirette dell'autorità erano rare anche perché le soc. agivano con prudenza autolimitandosi. Grave fu l'intervento del governo bernese nelle attività dei Patrioti economici intorno al 1766, allorché questi si occuparono di statistiche demografiche e di questioni riguardanti lo sviluppo della pop. e sconfinarono nella sfera del segreto di Stato. La reazione più aspra venne dall'autorità zurighese contro i moti, considerati insurrezionali, che si svilupparono durante l'affare di Stäfa negli anni 1794-95, in cui furono coinvolte anche le soc. di lettura della regione del lago di Zurigo. A Ginevra, a partire dal 1782, l'associazionismo finì nel vortice degli avvenimenti politici, per certi versi anticipatori della Rivoluzione franc.

Solo poche soc. rimasero estranee ai rivolgimenti politici del 1798 e poterono proseguire indisturbate il loro lavoro. La maggior parte interruppe l'attività immediatamente, per poi riprenderla, in più della metà dei casi, nei primi due decenni del XIX sec.; l'organizzazione era la stessa, ma le finalità erano in parte cambiate. Numerose soc. di lettura persero ogni caratterizzazione politica ed evidenziarono l'aspetto ricreativo e conviviale. Molte delle soc. che erano scomparse risorsero sotto nuove spoglie ma con fini analoghi. Ciò permette di affermare che la continuità del movimento societario dal XVIII al XIX sec. fu più marcata di quanto lasci supporre la cesura politica e costituzionale.

XIX e XX secolo

Sviluppo quantitativo

Il XIX sec. è il "sec. delle ass.", che insieme alle soc. sorsero numerose, rappresentando le nuove forme della socialità della nascente società borghese. Il ventaglio delle loro attività sociali e conviviali spaziava dalle soc. di tiro e di canto alle Società musicali, dalle ass. di associazioni di Studenti alle ass. per i poveri e le missioni.

Fino alla prima guerra mondiale, le ass.i si svilupparono, per numero e genere, secondo un processo parallelo a quello che caratterizzò l'evoluzione dei rapporti sociali e politici del Paese. Si è potuto appurare che 1/6 di tutte le ass. registrate nel 1914 risalivano al 1848. Il numero delle ass. crebbe rapidamente dopo il 1860; la metà ca. fu fondata dopo il 1880. Questo andamento si spiega con lo sviluppo economico e demografico della Conf. La costituzione di soc. raggiunse il suo apice sul finire del XIX sec., epoca in cui si potevano contare dieci ass. ogni 1000 ab. Durante tutto il XIX sec. furono fondate non meno di 30'000 ass.; tale crescita è continuata anche nel Novecento e si stima che ora ne esistano ca. 100'000.

Nel segno dell'Illuminismo, del liberalismo e dell'integrazione nazionale

Le diverse contingenze politiche e l'associazionismo si influenzarono a vicenda. Rifacendosi alle soc. illuministiche dell'ancien régime, la Repubblica elvetica sostenne il pensiero associativo con il relativo patrimonio ideale borghese dell'emancipazione sociale. Durante la Restaurazione nacquero altre ass. culturali e di utilità pubblica, in cui confluirono i cittadini che si riconoscevano in un liberalismo moderato. La Società svizzera di utilità pubblica (SSUP), fondata nel 1810 con il proposito di introdurre nella società borghese l'eredità della filantropia illuminata, divenne in seguito un forum di discussione per i problemi della modernizzazione dell'economia, della società e dello Stato, erigendosi pure a pioniera della politica sociale e scolastica.

Le nuove soc. contribuirono a preparare il terreno per la Rigenerazione del 1830-31 e per la fondazione dello Stato fed. del 1848; in effetti crearono un'opinione pubblica in cui la parità giur. dei membri si coniugava con il libero scambio delle idee e con l'esercizio di nuove forme di aggregazione. Le Costituzioni dei cant. rigenerati e la Costituzione fed. del 1848 giunsero così a garantire la libertà di ass.

Molte ass. locali e regionali si unirono in federazioni nazionali già nel corso della prima metà del XIX sec.: ne sono un esempio la Soc. sviz. di belle arti (1806, società di Belle arti), la Soc. sviz. di musica e la Soc. sviz. per la promozione dell'istruzione pubblica (fondate entrambe nel 1808), la Società generale svizzera di storia (SGSS), nata nel 1811, e la Soc. sviz. di scienze naturali (1815). Alla fam. delle ass. con uno spiccato profilo politico nazionale e rappresentanti del movimento liberale appartenevano ad esempio la Soc. fed. di ginnastica (1832, Federazioni sportive), la società del Grütli (1838), le ass. studentesche come Zofingia (1819) e Helvetia (1832), oppure l'Associazione nazionale svizzera (1835), che fu fondata con l'obiettivo esplicito di difendere le conquiste politiche dei cant. liberali dalle minacce degli attacchi conservatori. Nel XIX sec. le ass. scaturirono prevalentemente dall'iniziativa liberale-radicale e rif., e furono molto più numerose nelle regioni urbane (e in quelle rurali industrializzate) che non nelle regioni agricole.

Funzioni politiche

La fondazione dello Stato fed. influì in maniera considerevole sullo sviluppo delle ass. A causa della lunga assenza dei Partiti politici sul piano nazionale, le ass. dovettero svolgere il ruolo di mediatori fra cittadino e Stato; toccò a loro assumersi il compito di rappresentare gli interessi economici, politici e culturali dei propri membri presso un'amministrazione e uno Stato sempre più centralisti. Allo scopo di salvaguardare determinati interessi di gruppo sul piano nazionale, nella seconda metà del XIX sec. si moltiplicarono le ass. con fini particolari che poi si riunirono in org. ombrello nazionali. In quel periodo l'associazionismo divenne sempre più un movimento di carattere politico ed economico, e si allontanò così da quell'impronta prevalentemente culturale e filantropica della prima metà del XIX sec.; ciò portò alla nascita di nuove ass. di categoria come le Organizzazioni padronali e le Organizzazioni di salariati. Le origini di questi gruppi, spesso ancora attivi, sono da ricercare nell'associazionismo, ma sono difficili da ricostruire in maniera precisa. Per tutelare e imporre i propri interessi economici, la borghesia creò Federazioni come l'Unione svizzera del commercio e dell'industria (USCI), la più importante ass. d'interessi della Svizzera (1870), oppure l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), nata nel 1879. Nel 1897, con la Lega svizzera dei contadini (LSC), vide la luce un'altra influente federazione nazionale.

Queste ass. assunsero anche compiti statali, che lo Stato trascurava per mancanza di mezzi: per esempio l'allestimento di statistiche o la realizzazione di rilevazioni e inchieste. Inoltre avevano la possibilità di far conoscere la loro opinione nel corso delle ricorrenti procedure di consultazione. Questa interazione fra autorità e ass. mise in discussione le stesse competenze: le ass. finirono per assumersi anche l'applicazione di leggi e decreti, alla cui elaborazione avevano contribuito in modo determinante. Lo stretto intreccio fra vita politica e attività delle ass. si manifestò anche in campo politico: l'affiliazione e l'impegno in ass. costituiva un requisito indispensabile per accedere a cariche pubbliche.

La fine del XIX sec. vide la nascita di numerose ass. politiche o partiti. Se le prime org. con tratti politici sorsero all'indomani delle rivoluzioni liberali del 1830-31, la fase di maggiore sviluppo iniziò soltanto attorno al 1880 e proseguì poi fino alla prima guerra mondiale. Nel quadro dei rapporti di forza, il dato significativo fu che in quel periodo le org. politiche (ass. e partiti) di indirizzo liberale radicale furono quattro volte più numerose di quelle di stampo catt. conservatore; modesta fu invece l'importanza dei socialdemocratici in quanto rappresentanti del mondo del lavoro.

Associazionismo cattolico

Per i catt., le ass. erano forme organizzative della società più consone al liberalismo e al radicalismo e ai loro postulati egualitari; malgrado ciò, essi riuscirono a creare movimenti sociali in grado di reggere il confronto e di dare battaglia allo Stato liberale: nel 1841 la Società degli studenti svizzeri (SSS) e nel 1857 la Società piana. Nella seconda metà del XIX sec., per i catt. che avevano lasciato il loro originario mondo campagnolo-contadino ed erano costretti a subire le leggi del Kulturkampf, l'associazionismo divenne una delle forme di organizzazione e di mobilitazione più importanti. La rete di ass. e di istituzioni tessuta nella diaspora permise loro di coltivare contatti sociali durante il tempo libero all'interno di ambienti quasi esclusivamente catt. Il policentrismo organizzativo fra bastioni catt. e diaspora fu soppresso nel 1903 con la prima "giornata dei catt." sviz. e nel 1904 con la susseguente fondazione dell'Unione popolare cattolica svizzera. L'obiettivo più importante dell'associazionismo catt. consisteva nel trasmettere i valori della Chiesa catt. e nel rafforzare nei fedeli la loro identità confessionale. La maggior parte delle ass. si mantenne comunque apolitica e fornì un impianto organizzativo in primo luogo alla borghesia colta e possidente.

Associazioni operaie

Fotomontaggio dell'Associazione dei fotografi operai di Zurigo per un'esposizione a Oerlikon nel 1933 (Gretlers Panoptikum zur Sozialgeschichte, Zurigo).
Fotomontaggio dell'Associazione dei fotografi operai di Zurigo per un'esposizione a Oerlikon nel 1933 (Gretlers Panoptikum zur Sozialgeschichte, Zurigo). […]

Le Società operaie di matrice socialista si unirono nel 1880 nell'Unione sindacale svizzera (USS), mentre i lavoratori di orientamento cristiano (specie i catt.) si organizzarono nel quadro del Movimento cristiano-sociale. La maggior parte delle org. operaie nacque dopo il 1890. Il loro numero fu comunque molto inferiore a quello delle org. economiche borghesi. Verso la fine del XIX sec., per distinguersi dall'associazionismo borghese, i lavoratori fondarono una serie di federazioni parallele come la Federazione operaia per la ginnastica e lo sport (SATUS), ass. di amici della natura, del canto, del tiro e dello jodel. Oltre a separarsi a livello istituzionale, gli operai volevano emanciparsi culturalmente. Il rapporto tra cultura operaia e cultura borghese dominante rimase tuttavia contraddistinto da una "particolare simultaneità di prossimità e distanza" (Schwaar, 1992). La separazione quanto meno parziale dei circ. operai dai loro omologhi borghesi e i relativi intenti di promozione di una cultura alternativa si dissolsero progressivamente negli anni '30, dopo l'integrazione delle classi lavoratrici nello Stato borghese all'insegna della difesa spirituale del Paese. L'isolamento volutamente perseguito si chiuse definitivamente intorno agli anni '60. Il fatto che la SATUS dal 1994 si definisca indipendente dal punto di vista politico, economico e confessionale, può essere letto come esempio della crescente spoliticizzazione.

Associazioni femminili

In Svizzera, le ass. femminili furono oltre un centinaio già nella prima metà del XIX sec.: ebbero generalmente vita breve, come quelle nate negli anni di crisi e di carestia del 1816-17 per alleviare la miseria e che si sciolsero una volta finita l'emergenza. Le prime ass. femminili furono perlopiù poste al servizio di ass. maschili e direttamente o indirettamente sottoposte a direzione maschile. In sintonia con la divisione tradizionale dei ruoli, le ass. femminili assunsero compiti caritatevoli e di utilità pubblica come la cura degli infermi, l'aiuto ai bisognosi, la sorveglianza di scuole operaie o l'assistenza alle detenute. Significativi i loro servigi alla società soprattutto nelle regioni rif., mentre nella Svizzera catt. queste mansioni vennero svolte dagli ordini religiosi femminili, come pure dalle ass. catt. femminili riunitesi nel 1912 nella Lega svizzera delle donne cattoliche. Un importante effetto prodotto dall'educazione dei poveri e dell'attività di collocamento fu la possibilità di controllare socialmente i ceti subalterni, cui sarebbe stato possibile inculcare abitudini e comportamenti borghesi. Intorno al 1880, molte ass. femminili si impegnarono nel quadro del movimento dell'abolizionismo europeo.

La prima org. femminista fu l'Association Internationale des Femmes (1868-70), divenuta poi Solidarité-Association pour la Défense des Droits de la Femme (1872-80). Verso la fine del XIX sec. sorsero ass. femminili come l'Union des Femmes de Genève (1881) o l'Ass. per la riforma dell'istruzione femminile, in seguito Unione per le rivendicazioni femminili (1896), il cui obiettivo era di migliorare la posizione giur. e sociale della donna. Nel 1900 fu fondata un'org. nazionale ombrello che si proponeva di fungere da intermediaria fra gli interessi delle donne e le autorità: l'Alleanza delle società femminili svizzere (ASF). L'emancipazione femminile divenne una delle rivendicazioni centrali del Movimento femminista.

Associazioni straniere

Gli Stranieri si organizzarono già nel XIX sec. Circ. di formazione operaia sorsero negli anni intorno al 1830 su iniziativa di immigrati ted. (Società operaie tedesche). Nel 1900 socialisti it. riparati in Svizzera fondarono un proprio partito, il partito socialista it. Parallelamente nacquero numerose altre ass. it. di indirizzo culturale e ricreativo che dopo il 1920 finirono in gran parte nella sfera di influenza e di controllo del regime mussoliniano.

Cultura della festa e del tempo libero

Stampa in ricordo della festa federale di canto a Basilea, 1852 (Staatsarchiv Basel-Stadt, SMM Inv. AB. 65).
Stampa in ricordo della festa federale di canto a Basilea, 1852 (Staatsarchiv Basel-Stadt, SMM Inv. AB. 65). […]

Nel corso del tempo, la struttura interna delle ass. si trasformò; nel periodo 1840-60 si aprirono a un vasto pubblico e assunsero proporzioni di massa. Le assemblee annuali si trasformarono in occasioni mondane o feste finalizzate al mantenimento della coesione. Grandi manifestazioni presero il posto della modesta e periodica sociabilità dell'epoca Biedermeier. Le Feste federali rappresentavano per gli affiliati l'apice della vita associativa: una lunga tradizione, che risale fino alla prima metà del XIX sec. La Federazione sviz. di tiro celebrò la sua prima festa fed. nel 1824; nel 1832 fu la volta dei ginnasti e nel 1843 dei cantori. In quel periodo le feste divennero importanti anche quali occasioni di ribalta per la borghesia liberale; nell'ultimo terzo del XIX sec. questa dimensione politica venne trasferita ai partiti e ai gruppi di interesse. Le soc. "fed.", con la loro presenza mediatica, continuano a rappresentare ancora oggi una piattaforma di cui membri del governo ed esponenti dei partiti politici si servono volentieri per divulgare convinzioni e propositi.

Malgrado la popolarità delle loro feste societarie, le ass. tradizionali hanno perso importanza nel corso del XX sec.: ciò conferma che l'elemento portante non è più la borghesia impegnata del XIX sec., ma il ceto medio inferiore meno politicizzato. Le ass., nel XIX e XX sec. le più grandi organizzatrici di tempo libero della società, devono ora fronteggiare un crescente numero di alternative per la gestione del tempo libero. Una parte della gioventù, soprattutto nelle regioni urbane, non si interessa più alle forme di attività e socialità tradizionali proposte dalle numerose ass.: preferiscono seguire vie proprie. Nelle zone rurali e negli ambienti conservatori, tuttavia, il ruolo delle ass. rimane importante. Negli anni '80, il 56% degli ab. della Conf. sosteneva di aderire ad uno o più gruppi. Club sportivi e federazioni ginniche vantavano il maggior numero di soci, ciascuna con il 10% di affiliati. Oltre il 5% della pop. era membro risp. di soc. di tiro, ass. professionali e religiose, partiti politici, filarmoniche, gruppi femminili o ambientalisti. Il 40-50% delle persone interpellate riteneva che le ass. fossero un elemento sociale importante nella loro località di residenza. Alla fine del XX sec. insomma, il ruolo sociale delle ass., pur mutato, non è da sottovalutare.

Riferimenti bibliografici

Dal XVII all'inizio del XIX secolo
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Link

Suggerimento di citazione

Emil Erne; Thomas Gull: "Associazioni", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 03.10.2014(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/025745/2014-10-03/, consultato il 19.03.2024.