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Gabella

Il termine gabella (lat. indebitum, ted. Umgeld o Ohmgeld) indicava in passato un'imposta sui consumi e sul fatturato (Imposte) a cui erano soggetti il vino e altre bevande alcoliche. Talvolta veniva riscossa anche sulle derrate alimentari come sale, grano o carne. Anche il Böspfennig, introdotto inizialmente come dazio sulle importazioni in diversi cant. conf. (tra cui a Lucerna nel 1394), venne trasformato più tardi in imposta sul consumo di vino. Dal XIII sec., in Svizzera e nei Paesi confinanti la gabella costituì una tassa assai diffusa in ambito cittadino, che in origine spettava probabilmente al signore locale e che in seguito passò gradualmente ai com. Rari sono però i documenti che attestano tale concessione (per esempio Soletta nel 1376). Dato che la gabella spesso veniva prelevata alle porte delle città insieme ai dazi, gli statuti cittadini erano soliti menz. queste due fonti principali di entrate per le città nel tardo ME sotto un'unica voce (zöll und ungelt).

La gabella, dal XVII sec. riscossa anche sul sidro, sull'acquavite e sulla birra, in epoca moderna divenne principalmente una tassa sulla mescita a cui erano sottoposti gli osti che avevano il diritto di gestire una taverna. Le tariffe, di importo variabile a seconda delle città, erano sempre espresse in funzione delle unità di misura locali per il vino, a Lucerna per esempio 16 soldi e 2/3 per ogni soma o 1 doppio denaro (Angster) per ogni pinta. In pratica, l'incasso della gabella avveniva prima della consegna e della messa in cantina delle botti di vino. Un funzionario cittadino (Weinsticher) ne verificava la qualità e la quantità e stabiliva l'ammontare della tassa, che in seguito il gabelliere riscuoteva dall'oste. In generale, il vino importato consumato nelle mescite pubbliche era sottoposto alla gabella, e in alcuni casi anche il vino prodotto localmente, mentre non lo era mai quello consumato a domicilio.

Parallelamente all'estensione della loro signoria territoriale, dal XV sec. le città capoluogo introdussero la gabella anche nelle zone rurali, pure in questo caso con tariffe variabili a seconda dei baliaggi. La gabella, a cui tutti erano soggetti, risultava impopolare, per cui la richiesta della sua abolizione divenne una costante delle guerre e delle rivolte contadine. Rimase tuttavia in vigore, e nel XVII-XVIII sec. venne introdotta anche dai cant. rurali. Nel 1803 la gabella ricadde sotto l'autorità fiscale cant. Con la Costituzione fed. del 1874 (art. 32) fu abolita definitivamente a partire dal 1887.

L'imposta fed. sulle bevande reintrodotta nel 1935, fu soppressa due anni dopo per quanto riguarda il vino, ma venne mantenuta quale imposta sulla birra. La legge sull'imposizione della birra del 2006 segue le direttive europee in materia. Oltre alla birra, la Conf. può prelevare imposte di consumo sulle bevande distillate (art. 131 cpv. 1b e c della Costituzione fed. del 1999).

Riferimenti bibliografici

  • «Akzise», in LexMA, 1, 261
  • M. Körner, Luzerner Staatsfinanzen 1415-1798, 1981, 131-138
  • HRG, 5, 481 sg.
Link
Scheda informativa
Contesto Böspfennig, Ohmgeld, Umgeld

Suggerimento di citazione

Anne-Marie Dubler: "Gabella", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 23.07.2015(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/026199/2015-07-23/, consultato il 14.01.2025.