Autrice/Autore:
Andreas Würgler
Traduzione:
Valerio Ferloni
Dal 1350 ca. il termine ted. Eidgenossenschaft designa una delle numerose reti di alleanze giurate nel territorio dell'odierna Svizzera, da cui discesero il sistema com.-repubblicano della vecchia Conf. e successivamente, dopo le metamorfosi rivoluzionarie (1798-1848), il moderno Stato federale, designato dalla Costituzione fed. come Confederazione Svizzera (ted. Schweizerische Eidgenossenschaft, franc. Confédération suisse, rom. Confederaziun svizra, lat. Confoederatio helvetica). In generale, come concetto giur. astratto, la Conf. è l'unione (in lat. foedus) instauratasi fra persone di pari diritti (confoederati) con la forma più solenne di impegno dell'essere umano, quella del Giuramento, perpetuo o a tempo determinato, nel nome di Dio; il termine si contrappone perciò all'organizzazione gerarchica della signoria feudale, basata invece sul giuramento asimmetrico del suddito (omaggio).
In ted. il vocabolo per "Confederati" (Eidgenossen) è presente in varie alleanze giurate del XIII sec. Il sostantivo astratto per "Confederazione" (eidgenössi, eidgnoschaft) compare come termine giur. in forma isolata nella prima metà del XIV sec., con chiari riferimenti geografici solo dal 1351; in seguito fu usato in parallelo e in concorrenza con varie combinazioni del titolo onorario ufficiale (Liga vetus et magna Alamaniae superioris, XV-XVIII sec.; alter grosser Pund obertütscher Landen, XV-XVII sec.) e con termini di registro in genere meno elevato (Helvetien, Svizzera), mentre la combinazione Schweizerische Eidgenossenschaft, rara nel XVI e XVII sec., è più frequente nel XVIII. Nelle denominazioni ufficiali e nelle varianti delle lingue romanze (in franc. Ligues, Treize Cantons, République Suisse, Corps Helvétique, in it. Lega, Helvezia, Elvezia, Corpo elvetico) manca l'espressa valenza positiva del giuramento; il termine lat. coniuratio, che corrisponde al concetto di patto giurato, ha assunto invece una valenza criminale ("congiura"). Il vocabolo romanizzato Eidguenots designava invece unicamente il partito di coloro che erano favorevoli alla Conf. nella Ginevra degli inizi del XVI sec.
La vecchia Conf. era costituita da otto (dal 1353), risp. 13 (dal 1513 al 1798) Cantoni urbani e rurali a pieno titolo, da una dozzina di Paesi alleati con diritti variamente ridotti (città, principati, le repubbliche a struttura fed. delle Tre Leghe e del Vallese), dai cosiddetti Baliaggi comuni (amministrati da più cant. ma mai da tutti) e da alcuni Protettorati. A questo complesso sistema di leghe si intrecciavano numerose Alleanze di politica estera con potenze europee.
Autrice/Autore:
Andreas Würgler
Traduzione:
Valerio Ferloni
La storiografia della vecchia Conf. fu in una prima fase improntata alla forma popolare, di tradizione cronachistica, del mito di fondazione, in cui confluivano più elementi (giuramento del Grütli, leggenda di Guglielmo Tell, distruzione di rocche, tirannicidio) e documentata per la prima volta nel Libro bianco di Sarnen (1470-80) ma poi stilizzata e divulgata spec. da Aegidius Tschudi, da cronisti successivi e infine da Johannes von Müller e da Friedrich Schiller (Miti di fondazione). Le cronache cominciarono a essere messe in ombra nel 1760, con la pubblicazione del Patto fed. in lat. del 1291, da tempo dimenticato (Patti federali), e con la scoperta delle radici nordiche della leggenda di Tell; tuttavia fu solo nel XIX sec. che, sulla scorta dei trattati di alleanza e di altri documenti, la storiografia (Storia) respinse l'intera saga dell'indipendenza nel regno del mito (Joseph Eutych Kopp), esito rafforzato nel XX sec. dagli studi archeologici sul ME (Werner Meyer). A un'esposizione complessiva della storia conf. su base critica si giunse poi nella seconda metà del XIX sec.: in un'ottica quasi sempre prot., di orientamento liberale-radicale e improntata all'idea di Stato nazionale, ci si riferì a una crescita continua da una lega non compatta di cant. (Confederazione di Stati) allo Stato fed. liberale del 1848 (Charles Monnard, Louis Vuillemin, Karl Dändliker, Johannes Dierauer, Wilhelm Oechsli). Contro questa storia sviz. troppo teleologica e, nel quadro della Difesa spirituale, connotata anche in senso patriottico-democratico (Karl Meyer), si indirizzarono nuove smitizzazioni (Marcel Beck) e la storia economico-sociale (Hans Conrad Peyer), che tuttavia si impose solo dopo il 1970 (Roger Sablonier). Questa nuova impostazione caratterizzò anche la Nuova storia della Svizzera e degli Svizzeri (1982-83), senza però poter offrire un quadro storico nuovo di pari e generale efficacia. Altri studiosi si sono dedicati alla storia della storiografia (Guy P. Marchal, Ulrich Im Hof, Bernhard Stettler, Matthias Weishaupt), mentre Peter Blickle ha tracciato un profilo della vecchia Conf. sullo sfondo europeo dei movimenti com. di Pace territoriale. Il dibattito sulla natura della Conf. (Stato, federazione, lega di Stati o Stato fed.) è ben poco avanzato rispetto ai primi autori, Jean Bodin e Josias Simler (1576), a meno che si voglia leggere il Contratto sociale di Jean-Jacques Rousseau (1762) come teoria della coniuratio risp. della Conf. (Blickle). Allo stato attuale, la ricerca vede in ogni singolo vecchio cant. un pilastro della Sovranità, mentre l'"intreccio di alleanze" conf. risulta essere difficilmente definibile in termini di diritto pubblico, dato che alla Conf. mancava la maggior parte degli attributi di uno Stato moderno: monopolio vero e proprio del potere, governo centrale, amministrazione, giurisdizione istituzionalizzata; le mancavano, inoltre, i segni statali della sovranità (sigillo, stemma, cassa centrale ecc.). La Conf. era presentata piuttosto come summa dei suoi membri (anche sul piano simbolico, con la corona di stemmi o il giuramento dei 13 Conf.); i simboli unitari (Helvetia, Croce svizzera) divennero dominanti solo nel XIX sec., anche se l'Europa vedeva la Conf. come un'unità. Le controversie sugli anni giubilari 1991 e 1998 hanno mostrato una discrepanza fra stato della ricerca scientifica e immagine popolare della storia; tale discrepanza è dirompente nella misura in cui l'identità nazionale, divenuta per vari motivi precaria verso la fine del XX sec., si basa fortemente sul quadro, rivitalizzato durante la seconda guerra mondiale, di una Conf. con una storia straordinaria, democratica e pronta alla difesa fin dal 1291.
Prodromi e periodo iniziale (fino al 1353)
Autrice/Autore:
Andreas Würgler
Traduzione:
Valerio Ferloni
Il termine Eidgenossenschaft, con cui nel 1351 si autodefinì per la prima volta la lega dei cant. Uri, Svitto, Untervaldo e Lucerna con Zurigo, afferma lo status legale del patto solenne giurato e definisce un insieme di terre legate all'aiuto reciproco; tale lega divenne il modello per quelle successive con Zugo e Glarona (1352) e con Berna (1353). Il passaggio da eidgenossen a "Conf." significava un'astrazione, tanto più che "Conf." era utilizzato al singolare mentre gli otto partner del 1353 non erano uniti da un solo patto ma da sei, quindi in realtà formavano più conf. Diversi degli otto cant. non si erano giurati direttamente reciproca alleanza (Berna, ad esempio, non l'aveva fatto con Lucerna, Zurigo, Zugo e Glarona, e lo stesso vale per quest'ultima con Berna, Lucerna e Zugo): fra loro vi erano solo le intese indirette contenute negli atti aggiuntivi o accordi separati bilaterali. Per questa ragione nella corrispondenza ufficiale fino alla guerra di Sempach (1386) Zurigo, Berna e Lucerna si interpellarono reciprocamente con il titolo non ancora di eidgenossen, ma di "amici" (fründe). L'uso del termine Conf., soprattutto nell'accezione di una lega unica, dipese probabilmente dal carattere insolito, perché senza limiti di tempo e compatto sul piano geografico, di quel sistema di alleanze.
Nel XIII sec. il territorio dell'odierna Svizzera comprendeva, nell'ambito del Sacro Romano Impero, quattro aree importanti di alleanze relativamente indipendenti l'una dall'altra, in cui, per compensare la debolezza o assenza del potere regio, venivano stretti numerosi accordi, in genere a breve termine, tra entità variabili con lo scopo di mantenere la pace e di garantire un mutuo soccorso militare contro nobili locali o entità territoriali potenti quali la Savoia, la Borgogna, gli Asburgo, Milano. A ovest la Confederazione burgunda, sotto la guida di una città imperiale (Berna), documenta le ampie possibilità di sviluppo di simili accordi: i suoi membri finirono infatti con il diventare baliaggi dello Stato territoriale bernese (Oberhasli, convento di Interlaken, città di Burgdorf e Payerne), cant. conf. (Soletta, Friburgo) o Paesi alleati (città di Bienne, contea di Neuchâtel). Basilea, altra città imperiale, si orientava soprattutto verso nord, mentre a est Zurigo, Sciaffusa e San Gallo si rivolgevano all'area del lago di Costanza; membri dei due gruppi di città si ritrovano anche in varie Leghe cittadine ad ampio raggio (Lega renana, 1254; Lega sveva, 1376/85; Lega delle città alsaziane, 1379).
Alleanze perpetue dei cantoni ("Patti federali")
Anno
Cantoni interessati
1291
UR
SZ
NW
1315
UR
SZ
UWa
1332
UR
SZ
UW
LU
1351
UR
SZ
UW
LU
ZH
1352/1473
UR
SZ
UW
-
ZH
con GL
1352/1365
UR
SZ
UW
LU
ZH
-
ZG
1353
UR
SZ
UW
-
-
-
-
BE
1408
-
-
-
-
ZH
GL
-
-
1421
-
-
-
LU
-
-
-
BE
1423
-
-
-
-
ZH
-
-
BE
1481
UR
SZ
UW
LU
ZH
GL
ZG
BE
con FR
SO
1501
UR
SZ
UW
LU
ZH
GL
ZG
BE
FR
SO
con BS
1501
UR
SZ
UW
LU
ZH
GL
ZG
BE
FR
SO
BS
con SH
1513
UR
SZ
UW
LU
ZH
GL
ZG
BE
FR
SO
BS
SH
con APb
a UW: Untervaldo.
b AP: Appenzello.
Alleanze perpetue dei cantoni ("Patti federali") - Autore
Lungo la strada del passo del Gottardo si formò la Conf. rurale delle comunità di valle oggi dette "cant. primitivi", senz'altro confrontabile a leghe simili formatesi nel Vorarlberg, nei Grigioni e nel Delfinato (a Briançon). Il patto fra Uri, Svitto e Nidvaldo, forse risalente al periodo 1240-90 ma documentato solo dall'agosto 1291, intendeva assicurare la pace esterna con l'aiuto armato reciproco e quella interna fra i tre membri con la procedura di arbitrato; il patto redatto (questa volta in ted.) dopo la vittoria sugli Asburgo nella guerra del Morgarten (1315) era di respiro più ampio, comprendendo una politica comune di difesa e di alleanze verso l'esterno. Inconsueta fu l'alleanza a tempo indeterminato e con pari diritti fra cant. rurali e città dell'Altopiano: nel 1332 i cittadini di Lucerna (città soggetta agli Asburgo), che premevano per il potere con cospirazioni e modifiche istituzionali, cercarono anch'essi l'appoggio militare dei cant. rurali, e lo stesso fecero nel 1351 quelli di Zurigo (città imperiale), rafforzando in tal modo il sistema corporativo che si era imposto dopo la cacciata dei nobili (1336). Grazie alle alleanze forzate con Zugo (1352, 1365) e Glarona (1352, 1393), la Conf. acquisì una compattezza territoriale. Il vincolo con la Conf. burgunda venne raggiunto attraverso l'alleanza perpetua del 1353 con la città imperiale di Berna, in base ad accordi di reciproco aiuto militare (ma a tempo determinato) già stipulati fra Berna e i tre Paesi forestali dal 1323. Il patto con Berna serviva sia a delimitare le reciproche sfere di interesse nell'Oberland sia alla difesa dagli Asburgo e dalla nobiltà regionale; quello con Zurigo comprendeva la libertà di alleanza, una chiara definizione dell'area coinvolta nel soccorso reciproco, norme più precise sul tribunale arbitrale e la possibilità di una revisione in caso di unanimità. Ora anche all'esterno la Conf. degli otto cant. era vista come struttura politica durevole.
Come era avvenuto a Zurigo nel 1336, nel XIV sec. la maggior parte dei cant. visse un processo, peraltro non ben documentato, di svolta sociale e comunalizzazione, attraverso cui nuove fam. non nobili, ma che si erano affermate grazie al commercio e alle attività militari, sostituirono la nobiltà al potere con l'aiuto della Landsgemeinde o delle corporazioni artigiane; in parallelo fu possibile eliminare, mediante riscatti di signorie fondiarie, gli ultimi residui di uno status servile già comunque piuttosto indebolito.
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Consolidamento e ampliamento (1353-1515)
Autrice/Autore:
Andreas Würgler
Traduzione:
Valerio Ferloni
Il sistema di alleanze si consolidò grazie a ulteriori patti (Zurigo e Glarona, 1408; Berna e Lucerna, 1406, 1421; Zurigo e Berna, 1423), ad ammodernamenti di quelli già stipulati (cancellazione della riserva filoasburgica nel patto con Lucerna, Zurigo e Zugo, 1454; nuova versione del patto con Glarona, 1473) e soprattutto grazie a convenzioni dei cant. La Carta dei preti (1370) dispose fra l'altro un'ampia esclusione dei tribunali forestieri (spec. ecclesiastici) e il divieto della faida. Dopo le battaglie vittoriose di Sempach (1386) e di Näfels (1388), in cui per la prima volta avevano combattuto fianco a fianco tutti e otto i primi cant. (più Soletta), la convenzione di Sempach (1393) stabilì fra l'altro che nessun cant. potesse avviare guerre senza il consenso degli altri. Sul piano del diritto imperiale le alleanze dei Conf. vennero rafforzate, risp. negli anni 1360-62 e 1376-79, dalle conferme di due sovrani antiasburgici (l'imperatore Carlo IV e re Venceslao): conferme tanto più notevoli alla luce della Bolla d'Oro imperiale, che nel 1356 aveva proibito ogni coniuratio o confoederatio, e dello scioglimento imposto nel 1389 a tutte le leghe cittadine ted.
Convenzioni nella vecchia Confederazione
Anno
Nome
Cantoni interessati
1370
Carta dei preti
UR
SZ
UWa
LU
ZH
-
ZG
-
1393
Convenzione di Sempachb
UR
SZ
UW
LU
ZH
GL
ZG
BE
1481
Convenzione di Stans
UR
SZ
UW
LU
ZH
GL
ZG
BE
1647
Defensionalec
UR
SZ
UW
LU
ZH
GL
ZG
BE
FR
SO
BS
SH
APd
1668/1674
Defensionalee
UR
SZ
UW
LU
ZH
GL
ZG
BE
FR
SO
BS
SH
APd
a UW: Untervaldo.
b Con il Paese alleato di Soletta.
c Con l'abate e la città di San Gallo (Paesi alleati).
d AP: Appenzello.
e Con Bienne e con l'abate e la città di San Gallo (Paesi alleati).
Convenzioni nella vecchia Confederazione - Autore
L'ampliamento territoriale della Conf. - e dei singoli cant., che inoltre, nonostante il divieto imposto dalla Bolla d'Oro, con la loro politica dei borghesi esterni favorivano una defeudalizzazione - fu dovuto a conquiste, acquisti, ipoteche e comborghesie urbane o rurali (Signoria territoriale). Con le comborghesie o con altre alleanze, in genere limitate nel tempo, giurate unilateralmente o in altro modo disuguali, solo alcuni cant. (ma talvolta anche uno solo) allacciavano rapporti con città, signori o regioni rurali: per esempio con Appenzello (1403, 1411, 1454), l'abate (1451, 1479) e la città (1454) di San Gallo, Sciaffusa (1454), Rottweil (1463), Mulhouse (1466), il conte e la città di Neuchâtel (1406), il vescovo di Sion e le decanie vallesane (1416-17, 1475), il vescovo di Costanza (1469) ecc. Le terre conquistate o assunte in pegno appartenevano, come baliaggi comuni, agli otto (Argovia, 1415-1798) risp. sette cant. (Turgovia, 1460-1798), ma non alla Conf. in quanto tale. Le assemblee per i cosiddetti "conti annuali", necessarie per l'amministrazione e tenute quasi ogni anno dal 1416 al 1797, contribuirono in misura essenziale a regolarizzare le conferenze conf., che si trasformarono da mediazioni (arbitrali) in occasione di conflitti nell'istituzione più importante della Conf., la Dieta federale; qui, diversamente dai primi otto cant., i semplici Paesi alleati non avevano né posto fisso né diritto di voto e non partecipavano alla gestione dei baliaggi comuni.
Il sistema politico fu messo gravemente in pericolo dall'alleanza di Zurigo con gli Asburgo (1442). Svitto e gli altri cant. vanificarono con la Vecchia guerra di Zurigo questo voltafaccia zurighese, simile a quello avvenuto nel 1393, e non tollerarono più la libertà di alleanza a spese della Conf., in precedenza garantita nel patto con Zurigo.
L'ultimo ampliamento della Conf. si ebbe con l'adesione di cinque nuovi cant. (1481-1513) e la conquista di nuovi territori, che vi furono integrati come baliaggi comuni di sette cant. (Sargans, 1483-1798; Rheintal, 1490-1798), di 12 cant. (baliaggi comuni ticinesi, 1512, 1515-1798), dei due cant. e mezzo Uri, Svitto e Nidvaldo (Riviera, Blenio, Bellinzona, 1500/03) o dei due cant. Berna e Friburgo (Grandson, Morat, Orbe-Echallens, dal 1475 o dal 1484). La creazione di un protettorato sul ducato di Milano restò episodica (1513-15), così come la conquista militare e la perdita diplomatica della Franca Contea (1513).
I cant. urbani di Zurigo, Berna e Lucerna, che in seguito alle guerre di Borgogna (1474-77) si sentivano minacciati da reparti ribelli di giovani mercenari della Svizzera centrale, strinsero una comborghesia perpetua con le due città di Friburgo e Soletta, respinta però dai cant. rurali come estensione implicita della Conf. ad altre città (lite sulla comborghesia, 1477-81). Grazie alla mediazione dell'eremita Nicolao della Flüe, nel 1481 le autorità dei due blocchi concordarono la convenzione di Stans; accanto alla ripartizione dei bottini di guerra, all'obbligo all'aiuto reciproco anche e soprattutto in caso di rivolte interne e alla garanzia dei rispettivi territori soggetti, va rilevato come la convenzione venisse imposta - senza il loro intervento - anche ai Paesi alleati. Lo stesso giorno fu stipulato il patto perpetuo (ma senza piena parità di diritti) con Friburgo e Soletta, già annoverate nella Conf. dal testo della convenzione di Sempach (1393); ai due nuovi membri, tuttavia, i cant. rurali negarono fino al 1501 il diritto di seggio e di voto alle Diete fed. e fino al 1526 l'alleanza giurata con pari diritti. Poiché Friburgo, bilingue, nei rapporti con i Conf. utilizzava da sempre soltanto il ted., la lingua non divenne un problema; lo Stato plurilingue si formò - nonostante i numerosi Paesi soggetti o alleati che parlavano franc., it. o rom. - solo nel 1798 (Plurilinguismo).
I patti perpetui con Basilea e Sciaffusa (1501) chiarirono il confine settentrionale dopo la guerra di Svevia del 1499. Appenzello, già da tempo in rapporti di comborghesia con cant. conf., grazie all'aiuto militare prestato dal 1499 al 1513 divenne il tredicesimo e ultimo cant. della vecchia Conf., mentre l'abate e la città di San Gallo restarono, loro malgrado, soltanto Paesi alleati; Costanza, città imperiale a lungo ritenuta quasi conf., nel 1548 divenne città soggetta austriaca. La parità di diritti incompleta dei cinque nuovi cant. si manifestava nella mancata partecipazione ai vecchi baliaggi comuni, nei limiti alla libertà di alleanza, nell'assoggettamento alla mediazione dei vecchi cant. e, per Basilea, Sciaffusa e Appenzello, nell'obbligo di neutralità e di mediazione in caso di conflitti fra Conf. (Arbitrato).
Confessionalizzazione e tramonto (1515-1798)
Autrice/Autore:
Andreas Würgler
Traduzione:
Valerio Ferloni
La fine dei successi militari a Marignano (1515) significò anche la fine dell'espansione conf., con l'eccezione della conquista del Paese di Vaud da parte di Berna e Friburgo (1536); da allora vi furono numerosi accordi con potenze europee sull'invio di mercenari, ma non più una politica estera sostenuta da un esercito.
Giuramento di alleanza dei 13 cantoni; olio su tela (1586) per la sala del Gran Consiglio della città di Berna realizzato daHumbert Mareschet (Bernisches Historisches Museum; fotografia Stefan Rebsamen).[…]
Poiché fra il 1523 e il 1536 Zurigo, Berna, Basilea, Sciaffusa e i Paesi alleati di San Gallo, Bienne, Mulhouse, Neuchâtel e Ginevra aderirono alla Riforma, mentre i cant. rurali della Svizzera centrale, tre città (Lucerna, Friburgo e Soletta) e diversi Paesi alleati (principato abbaziale di San Gallo, Vallese, Rottweil, principato vescovile di Basilea) rimasero catt., si giunse alla scissione confessionale della Conf. (Confessionalismo). Divennero biconfessionali quelle zone in cui la scelta della fede era demandata alle singole comunità: i cant. Appenzello (scissione in due semicant., 1597) e Glarona (accordi cant. interconfessionali, 1532-1757), i baliaggi comuni Turgovia, Sargans, Rheintal, Baden ed Echallens, i protettorati Toggenburgo e Moutier-Grandval, i Paesi alleati Lega Caddea e Lega delle Dieci Giurisdizioni (1526). La confessionalizzazione portò a quattro guerre civili - le due di Kappel (1529, 1531) e le due di Villmergen (1656, 1712) - e alla formazione di due Diete fed. separate (una catt. dal 1526, una rif. dal 1528).
La vecchia Confederazione XVI-XVIII secolo
[…]
Tuttavia, la Dieta fed. comune sopravvisse e l'intreccio di alleanze funzionò, senza ambizioni di politica estera e senza sostanziali ammodernamenti interni, fino al 1798. Per i baliaggi comuni biconfessionali vennero sviluppate soluzioni non semplici ma innovative con la Parità confessionale e il Simultaneum, cioè l'uso di una stessa chiesa - con separazioni spaziali o temporali - da parte di due confessioni, che più tardi vennero imitate nell'Impero (pace di Augusta, 1555) e per un certo tempo in alcune parti della Francia. Su questioni della fede evangelica il trattato di Baden (1632) sostituì al principio di maggioranza, usuale nell'amministrazione dei baliaggi comuni, un tribunale arbitrale paritetico. Alleanze di politica estera furono stipulate dai soli cant. catt., ad esempio con l'Austria (Alleanza cristiana, 1529), con il papa (1565), con la Savoia (1560, 1577) e con la Spagna (1587), o dai soli cant. rif., ad esempio con la Comborghesia cristiana (1527-31), i patti di Berna e Zurigo con Ginevra (risp. 1536 e 1584) e con Venezia (1615-18) o quello di Berna con i Paesi Bassi (1712); tali alleanze, in genere imperniate sul possibile impiego dei mercenari sviz., completavano quelle stipulate dall'intera Conf. con l'Austria (alleanza ereditaria, 1511) e la Francia (1521).
Carta della Confederazione realizzata all'acquaforte daP. Du Val,pubblicata a Parigi nel 1677 (Universitätsbibliothek Bern, Sammlung Ryhiner).
[…]
Alle minacce della guerra dei Trent'anni la Conf. reagì con un'organizzazione militare comune nel Defensionale di Wil del 1647 (Defensionali); sensibilmente ampliato nel 1668 e nel 1673 attraverso la creazione di un Consiglio di guerra con primi abbozzi di competenze esecutive, il Defensionale tornò a dissolversi, entro il 1679 e con l'uscita di Svitto, della Glarona catt., di Uri, di Obvaldo, di Zugo e di Appenzello Interno, lungo linee di rottura confessionali-regionali. Le occupazioni militari dei confini (dal XVII sec.) furono accompagnate da dichiarazioni di Neutralità per la durata della guerra, sostenute di volta in volta sul piano intern. a seconda della situazione; sembra inoltre che il biconfessionalismo abbia evitato alla Conf. un coinvolgimento più esteso nella guerra dei Trent'anni. Al potenziale sovversivo che era intrinseco al giuramento "orizzontale" e che stava all'origine della Conf. si richiamarono, nel tardo ME e nell'epoca moderna, i rivoltosi che presero parte alle numerose Rivolte contadine o alle Rivolte cittadine; tali rivolte erano in genere organizzate, a livello formale con un giuramento, come "Conf." o "congiura". Anche nella guerra dei Contadini (1653) il simbolismo del giuramento fu centrale: a Lucerna, Berna, Soletta e Basilea i contadini coniurati cercarono senza successo di opporre alla Lega dei signori una Lega contadina. Se in questa circostanza entrò in gioco la solidarietà dei signori contro i contadini, tre anni più tardi tornò a funzionare la tradizionale solidarietà confessionale: con la vittoria nella prima guerra di Villmergen (1656) e la successiva terza Pace nazionale, i cant. catt. cementarono il loro dominio nella Conf.
Solo la vittoria militare dei cant. rif. nella seconda guerra di Villmergen (1712) e la quarta pace nazionale segnarono un nuovo equilibrio delle forze. I cant. catt. vennero esclusi da Baden e dal Freiamt inferiore, baliaggi comuni risp. degli otto o dei sette cant., che da allora furono amministrati solo da Zurigo, da Berna e dalla Glarona evangelica; Berna fu ammessa a coamministrare il Freiamt superiore, la Turgovia, il Rheintal e Sargans. La parità confessionale fu inoltre imposta in tutti i baliaggi comuni, e le Diete fed. allestirono anche un protocollo ufficiale rif. La quarta pace nazionale attenuò i conflitti e favorì la deconfessionalizzazione della politica, ma la Conf. andò perdendo vitalità: quasi non toccata dalle guerre europee del XVIII sec., in genere astensionista o neutrale sulle questioni specifiche, non venne più coinvolta nei trattati intern. di pace. Il fallimento di ogni riforma nella direzione di una centralizzazione e di una burocratizzazione (Assolutismo) conservò alla vecchia Conf. il suo carattere di alleanza tardomedievale basata su organi collettivi locali, con un'autonomia politica relativamente ampia e un'imposizione fiscale scarsa dei sudditi armati; a quella Conf. incapace di riforme la Francia - appoggiata da cerchie rivoluzionarie sviz. - sostituì manu militari la centralista Repubblica elvetica (1798-1803), tappa effimera ma ispiratrice del cammino verso lo Stato fed.
La Confederazione fra mito e realtà
Autrice/Autore:
Andreas Würgler
Traduzione:
Valerio Ferloni
La smitizzazione della storia sviz. divenne dagli anni 1950-60 una passione degli storici. La ricerca di oggettività del discorso ha tuttavia in parte fatto perdere di vista il carattere storicamente peculiare della "via sviz.", del tutto incontestato nell'ottica europea. Problematica sul piano scientifico non è l'esposizione di sviluppi storici speciali, ma la pretesa di superiorità morale che viene dedotta a fini di strumentalizzazione politica da quegli sviluppi.
Oggi il dibattito sulla storia sviz. è ricco di miti soprattutto quando si svolge in contesti non scientifici; i miti ancora vivi nel discorso politico e nella concezione popolare della storia si possono distinguere in sette categorie tematiche. In primo luogo, vi è il mito della fondazione, che insinua il risultato storico (la Conf. Svizzera come Stato moderno) negli scopi reali dei primi patti stipulati dal 1291 (la pacificazione di uno stato di cose violento): un'interpretazione teleologica insostenibile, che però non toglie la continuità storica fra la vecchia Conf. e quella odierna.
In secondo luogo, il mito della lotta per l'indipendenza interpreta le prime fasi storiche della Conf. come rivoluzione antifeudale e affrancamento dagli Asburgo. Ma nei patti del XIII e XIV sec. gli articoli sulla garanzia dei diritti di signoria fondiaria mostrano come non si trattasse di affrancare i contadini: come chiariscono le norme contro l'uso della forza, si trattava piuttosto di tutelare la pace nell'ambito di un movimento com. di pace territoriale. L'emancipazione sociale fu promossa dalla tendenza antinobiliare e non antiimperiale delle alleanze stipulate, ma non fu raggiunta grazie ad esse. Benché nella Svizzera centrale la società non fosse improntata a un'uguaglianza collettiva contadina, fenomeni vistosi su scala europea furono l'ampio affrancamento delle persone dalla servitù della gleba e dei beni dalla signoria fondiaria, l'eliminazione della nobiltà come ceto di potere e la mancanza di signori nobili nella cerchia dei cant. a pieno titolo. Poiché già dal XV sec. anche nei cant. rurali giunsero al potere nuovi casati di aristocratici o notabili (Aristocratizzazione), non esisteva uno "Stato di contadini"; tuttavia, in un contesto globale in cui la società era divisa per ceti, era considerato uno scandalo che ai nobili, nati per governare, subentrassero i laboratores (contadini e cittadini). Per questa ragione molti contadini e città ted. videro la Conf. come un sistema politico ideale, proprio perché organizzato su base cooperativo-egualitaria, che essi cercarono di emulare - all'insegna del motto "divenire sviz." (Thomas A. Brady) - e da cui si aspettarono (ma in genere senza esito positivo, come avvenne nella guerra dei contadini del 1525) un aiuto contro i loro signori nobili.
In terzo luogo, il sistema delle alleanze diseguali è stato trasfigurato, con la metafora dell'"adesione alla lega", in un'unica "Lega sviz." uguale per tutti, mentre anche fra i membri della Conf. vi erano differenze giur. Come mostra la sequenza ufficiale dei nomi (Zurigo, Berna e Lucerna prima di Uri, Svitto e Untervaldo), che non corrisponde alla cronologia dei patti di alleanza, i cant. urbani godevano di maggiore prestigio rispetto a quelli rurali; i secondi, peraltro, beneficiavano grazie al principio dell'unanimità di un peso molto superiore al loro potenziale demografico, economico e militare. I Paesi alleati erano membri della Conf. ma con diritti nettamente ridotti, e i baliaggi comuni - così come i territori soggetti a singoli cant. - non vi erano integrati a pieno titolo; ciononostante si formò una coscienza conf. complessiva, coltivata perfino al livello dei sudditi.
Con la formula corrente, da libro di testo, per cui la Conf. si sarebbe separata dall'Impero de facto nel 1499 e de iure nel 1648, un lungo processo di distacco è stato interpretato inoltre come processo troppo attivo di separazione. Da un lato i singoli cant. avevano bisogno del loro status di immediatezza imperiale, privilegiato dall'imperatore, per affermarsi contro i dinasti vicini; dall'altro i Conf. approfittarono dei periodi in cui gli Asburgo non furono alla guida dell'Impero per espandersi alle loro spalle (ampliamento territoriale, 1351-53; Sempach, 1386; conquista dell'Argovia, 1415). È vero che la Conf. respinse la riforma dell'Impero decisa nel 1495 (giurisdizione imperiale, nuove imposte), ma i vecchi legami giur. restarono intatti (conferma dei privilegi imperiali per tutti i cant. fino al 1566, per la città di San Gallo fino al 1642, per il principe abate di San Gallo e per altre abbazie sovrane fino al 1797); già intorno al 1500, peraltro, a livello diplomatico l'imperatore trattava la Conf. come una potenza straniera. Con l'esenzione dall'Impero sancita dagli accordi intern. di pace del 1648 (pace di Vestfalia), la Conf. ottenne - o almeno è questa l'interpretazione poi affermatasi, in origine franc. - il riconoscimento della sua "sovranità" sul piano del diritto intern. Quanto alla mentalità, il distacco fu invece lento: se Zurigo eliminò dal suo giuramento civico il riferimento all'Impero già nel 1654, Soletta lo fece nel 1681 e Sciaffusa solo nel 1714. Al progressivo allontanamento dall'Impero corrispose l'avvicinamento alla Francia.
Ancora, alla Conf. nel suo complesso mancavano, prima del 1798, il carattere statale e confini chiaramente definiti, non solo per la commistione geografico-giur. con l'Impero. Di norma nei trattati intern. il nome collettivo (per esempio Eidgenossenschaft o Ligues) era seguito dall'elenco dei cant. e Paesi alleati contraenti: nell'importantissima alleanza dei cant. e dei Paesi alleati con la Francia, stipulata nel 1521, rinnovata più volte fino al 1777 e definita da Peyer "componente del sistema istituzionale della Conf.", mancavano ad esempio Zurigo fino al 1614, Berna dal 1549 al 1583, Rottweil nel periodo 1549-1602 e a partire dal 1663, le Tre Leghe dal 1639. La Conf. raggiunse la massima estensione geografica con il trattato intern. di Rijswijk (1697), che per la prima volta elencò tutti i Paesi eccetto il principato vescovile di Basilea (annoverato nella Conf. solo dal 1713 con la pace di Utrecht, dove però mancava Neuchâtel). Neppure i Conf. stessi erano del medesimo avviso su chi appartenesse alla Conf., come risulta anche dalle carte geografiche allestite fra il tardo XVI e il XVIII sec.: in alcune comparivano Ginevra, Neuchâtel, le parti settentrionali del principato vescovile di Basilea, Mulhouse, Rottweil, le Tre Leghe e la città o perfino il principato vescovile di Costanza, in altre no. Ciononostante, l'Europa vedeva nella Conf. un insieme coerente, come emerge anche nei diversi stereotipi (i vaccai nemici dei nobili, i "liberi sviz.", i barbari non inciviliti, la Conf. come baluardo naturale di libertà, repubblica e democrazia).
Inoltre, il mito della neutralità ha stilizzato, in retrospettiva, l'astensionismo della politica estera conf. a moderno principio di neutralità. Ma a procurare alla Conf. la fama dell'"isola di pace" fu, nonostante i molti mercenari sviz. sui campi di battaglia europei, la sua scelta, spec. nella guerra dei Trent'anni, di un "silenzio" neutrale adattato alle varie situazioni.
Da ultimo, il quadro idealizzante dell'unità non riusciva a nascondere efficacemente la divisione confessionale della Conf., manifestatasi sia nelle guerre civili e nello sdoppiamento della Dieta fed. sia, con la massima chiarezza, nella fine dei giuramenti di alleanza. Questi ultimi, che si tennero a scadenze irregolari dal 1351 al 1481, ebbero luogo in seguito e fino al 1520 ogni cinque anni ca.; a giurare erano nei cant. rurali la Landsgemeinde riunita e in quelli urbani l'assemblea dei cittadini, cui si aggiungevano due o tre rappresentanti per baliaggio. Dato che Zurigo, a partire dalla Riforma, rifiutò di giurare sui nomi dei Santi inclusi nella formula stessa del giuramento, dal 1525 al 1655 la Dieta fed. cercò invano una nuova formulazione. Nel 1530 la catt. Friburgo e la rif. Berna ne concordarono rapidamente una per il loro patto di comborghesia; i Conf. (Eidgenossen), invece, si rifiutavano paradossalmente di prestarsi (Eid); benché non più rinnovate in forma solenne, le alleanze restarono comunque in vigore. La cerimonia del giuramento del gennaio del 1798 ebbe luogo senza Basilea, già passata alla causa rivoluzionaria.
La stabilità e la tradizione tanto decantante dal mito hanno anche un lato negativo: il rapporto non risolto fra la sovranità centrale della Conf. e quella dei singoli cant., dal XIV sec. al 1848 e anche oltre. Le convenzioni del 1370, 1393 e 1481 portarono a una certa unificazione, ma un accentramento più marcato (diritto della Dieta fed. di impartire ordini a singoli cant., introduzione del principio di maggioranza, forte legislazione e giurisdizione centrale) fallì ripetutamente (1438, 1477-81, 1503, 1531, 1653-56, 1712), e i Defensionali del XVII sec. decaddero rapidamente. La centralizzazione radicale realizzata dalla Repubblica elvetica fu possibile solo con un intervento esterno e militare; eppure già prima del 1798 la Conf. era considerata ciò che la maggior parte degli Stati sarebbe divenuta solo in seguito: una repubblica.
Bilancio
Autrice/Autore:
Andreas Würgler
Traduzione:
Valerio Ferloni
La lunga durata della Conf. necessita di spiegazioni alla luce delle diversità delle strutture istituzionali fra i cant., della relativa arretratezza nella formazione dello Stato, della debolezza del potere centrale, dell'intensità dei conflitti sociali, dell'isolamento della cultura politica, delle scarse dimensioni territoriali. Fattori importanti sono ritenuti la comune tradizione e consapevolezza della storia, i successi militari, l'amministrazione collettiva dei baliaggi comuni, l'attività regolare della Dieta fed., la cultura politica borghese-contadina e com.-repubblicana in un'Europa nobiliare-monarchica, gli impegni finanziari e militari reciproci, la logica di una ripartizione regionale del lavoro, le simbiosi economiche, l'abile destreggiamento fra potenze straniere, le alleanze comuni con esse e l'approfittare del loro presunto disinteresse per un Paese piccolo e povero. Poiché i confini tra le confessioni, tra le città e i cant. rurali, tra le opzioni di politica estera e dell'economia si sovrapponevano a vicenda, nell'intreccio di patti e di interessi non vi furono punti netti di frattura.
In un confronto sul piano europeo, emergono quali particolarità della Conf.: l'esclusione precoce della nobiltà, la grande importanza della libertà personale e politica, il movimento com. di pace territoriale, la capacità di imporsi dei com., la politica territoriale praticata dai cant., l'unione fra cant. rurali e urbani su un piano di parità, la durevolezza di un sistema di alleanze fondato sul giuramento "orizzontale", la debole accoglienza del diritto romano e il processo di formazione dello Stato con modalità non assolutistiche (esercito permanente, burocrazia, fisco, corte centrale) ma com.-repubblicane. Tale processo, segnato dalla tradizione medievale, restò piuttosto rudimentale e si svolse a livello dei singoli cant., tenuti assieme dal vincolo non stretto ma durevole della Conf.
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