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Polizia del fuoco

La locuzione polizia del fuoco, coniata nel XVIII sec., è riconducibile al concetto di polizia (antico ted. Policey) intesa come organo di amministrazione, sorveglianza e controllo con facoltà di punire. In Svizzera indicava in origine le disposizioni di legge e le misure relative alla prevenzione e alla lotta antincendio, così come le norme edilizie di protezione contro gli Incendi. Solo dal XIX e XX sec. l'espressione designa anche i funzionari preposti alla prevenzione antincendio. Fino al XIX sec. le disposizioni di polizia del fuoco furono osservate solo sotto minaccia di multa o espulsione, oppure se accompagnate da incentivi finanziari.

Regolamenti di polizia del fuoco

A causa della fitta densità della loro struttura abitativa le città erano particolarmente esposte al rischio di incendi (Urbanistica). Dal XIII e XIV sec. i Consigli cittadini integrarono gli statuti - spesso a seguito di grandi catastrofi - con regolamenti edilizi e ordinamenti di prevenzione antincendio. Dal XV e XVI sec. questi decreti consiliari furono raccolti, in maniera più o meno sistematica, in regolamenti di polizia del fuoco (a Basilea nel 1411, a Zurigo nel 1478). Nelle città a regime corporativo tali normative disciplinavano solo in termini generali l'intervento delle corporazioni addette alla lotta contro gli incendi nell'ambito del servizio di guardia da esse prestato (Vigili del fuoco); l'organizzazione interna di queste ultime era di competenza delle corporazioni stesse. Nel XV sec. nei luoghi di mercato densamente edificati e nei grandi villaggi le disposizioni di polizia del fuoco furono introdotte negli statuti delle giurisdizioni di bassa giustizia (Twing) o dei com. (come a Wohlen nel 1406). Sia nelle città sia nelle regioni rurali le norme antincendio furono regolarmente completate, ampliate ed estese fino al XIX sec.

Nel XVIII sec. le autorità emanarono dettagliati regolamenti di polizia del fuoco sia a livello regionale sia per l'insieme del territorio (come quello di Berna, stampato nel 1786), che sostituirono o integrarono le disposizioni precedenti. Dopo il 1803 questi ordinamenti rimasero in vigore come norme antincendio a livello cant. e furono ripetutamente riveduti fino alla seconda metà del XIX sec. (in alcuni cant. fino al XX sec.).

Prevenzione antincendio

La prevenzione contro gli incendi si basava sostanzialmente su tre misure. In primo luogo, la cosiddetta ispezione del focolare o della stufa (Feuerschau risp. Ofenschau) prevedeva ogni anno il controllo di focolari, stufe e camini da parte di ispettori antincendio giurati con una frequenza che variava a seconda delle località (in alcuni casi addirittura da due a cinque volte l'anno). In secondo luogo, le economie domestiche vennero dotate di mezzi di estinzione, generalmente secchi antincendio in pelle, talvolta affiancati nelle zone rurali da pertiche e scale antincendio. In terzo luogo, fu istituito un corpo di guardia notturno, incaricato di controllare che il divieto di accendere fuochi dopo il rintocco della "campana del fuoco" fosse rispettato e di dare immediatamente l'allarme in caso di incendio.

Le disposizioni di polizia del fuoco vietavano lo stoccaggio di materiali infiammabili quali legno, fieno e lino accanto a stufe e in ambienti domestici, il consumo di tabacco nei fienili, l'uso di luci aperte quali candele e fiaccole al posto di lanterne a vento, l'essiccamento del lino, facilmente infiammabile, e la lavorazione dello strutto nelle abitazioni. Per i fornai, i fabbri, i tintori e gli osti vigevano inoltre norme particolarmente severe.

Gli strumenti di estinzione privati venivano di regola tramandati all'interno della fam. Le persone ammesse alla cittadinanza e i nuovi membri delle corporazioni erano tenuti ad acquistare un secchio antincendio, che in caso di emigrazione doveva essere consegnato alle autorità cittadine. I com. disponevano inoltre di secchi, pertiche, funi e scale; dal XV e XVI sec. si dotarono anche di attrezzature costose, quali pompe idrauliche manuali. Dal XVII sec. entrarono in uso nei principali capoluoghi, tra cui Zurigo (1650), Berna (1662), Friburgo (1675) e Basilea (1681), pompe antincendio portatili e mobili, in un primo tempo di fabbricazione olandese, poi sviz. Nel 1697 la città di Zurigo obbligò le corporazioni a dotarsi di proprie pompe .

"Aiutate a prevenire gli incendi!". Manifesto pubblicitario dell'agenzia Diggelmann e Mennel, Zurigo, 1971 (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
"Aiutate a prevenire gli incendi!". Manifesto pubblicitario dell'agenzia Diggelmann e Mennel, Zurigo, 1971 (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste). […]

Il servizio di guardia notturno si diffuse non solo nelle città, ma dal XVI e XVII sec. anche nei villaggi; nel 1314 San Gallo istituì perfino un servizio di sorveglianza del vento. In alcune valli fu attivo fino al XX sec. un corpo incaricato di vigilare sul rispetto dell'interdizione di accendere fuochi in caso di favonio. Tali divieti interessavano spec. i mestieri basati sulla lavorazione del legno e su processi di combustione, mentre nelle economie domestiche private era proibito accendere il focolare sia per cucinare sia per riscaldare.

Preparativi in caso di incendio

I regolamenti di polizia del fuoco, letti più volte l'anno dai pulpiti, in seno alle corporazioni e durante le assemblee com., comprendevano misure di difesa, disposizioni relative all'allarme in caso di incendio, al raduno e all'organizzazione delle squadre di spegnimento e indicazioni per lo più insufficienti sui procedimenti di estinzione. Le squadre antincendio dovevano svolgere di regola due esercitazioni l'anno. L'equipaggiamento com. di spegnimento era depositato in sedi apposite. Nelle città le pompe idrauliche e le altre attrezzature venivano generalmente custodite nell'arsenale, mentre nelle cittadine e nei villaggi nella chiesa, all'ingresso sotto la gronda. Nel XVIII e XIX sec. nelle regioni rurali sorsero caratteristici fabbricati per il ricovero delle pompe antincendio, dotati di una torre, di una campana per l'allarme e di un orologio. Nel XX sec. queste costruzioni furono sostituite dai depositi dei pompieri.

L'acqua necessaria per l'estinzione degli incendi veniva immagazzinata in appositi serbatoi, oppure nei fossati cittadini e negli stagni dei villaggi. In caso di incendio venivano inoltre bloccati o deviati i corsi d'acqua. Nelle regioni esposte al favonio ogni casa doveva disporre di contenitori colmi d'acqua. La rete di idranti dell'Approvvigionamento idrico com., realizzata negli anni 1860-70 nelle città, più tardi nei villaggi dell'Altopiano e nel XX sec. anche nei cant. di montagna, consentì un accesso rapido e diretto all'acqua corrente.

Regolamenti edilizi

Dopo gravi incendi furono introdotti nuovi regolamenti edilizi per la ricostruzione. A Berna il grande incendio del 1309 portò alla creazione del dicastero delle costruzioni. Dal XV sec. le principali normative di prevenzione antincendio prescrivevano case con muratura in pietra anziché in legno e a graticcio, o perlomeno con il piano terra costruito in pietra (Losanna, 1405), e tetti in laterizi piuttosto che in scandole. Fu decretata inoltre l'edificazione di muri antincendio. A Berna (1310) e Lucerna (1398) i laterizi venivano sovvenzionati o distribuiti gratuitamente. Dato che queste norme erano applicabili unicamente agli edifici nuovi, influirono sull'aspetto d'insieme di una località solo sul lungo periodo, come testimoniano le costruzioni in legno e a traliccio nelle vedute cittadine realizzate tra il XVI e il XVIII sec. (tra queste la veduta di Lucerna disegnata da Martin Martini nel 1597).

Dal XVI sec. il dilagare di gravi incendi costrinse le autorità a imporre regolamenti edilizi anche nei villaggi. Sotto la guida di architetti designati dalle autorità nacquero così i primi insediamenti regolamentati, che prevedevano tra l'altro la separazione delle abitazioni dagli edifici utilitari - come a Roggwil presso Berna nel 1560 - e la creazione di accessi pubblici ai corsi d'acqua. Generalmente il cambiamento dei sistemi tradizionali di costruzione incontrò tuttavia forti opposizioni. Nel XIX sec. l'incremento degli incendi spinse pertanto i Dip. cant. delle costruzioni a introdurre rigorosi regolamenti edilizi, che portarono a una profonda trasformazione dei nuclei di numerose località, come nel caso di Buttisholz (1861), o alla realizzazione di centri cittadini moderni con una struttura ortogonale, come a La Chaux-de-Fonds (1795) e a Glarona (1861). Le severe prescrizioni edilizie del XIX sec., dirette spec. contro la distanza insufficiente tra gli edifici e i tetti facilmente infiammabili realizzati in scandole e in paglia, vennero gradualmente attenuate nel XX sec., grazie all'introduzione di materiali ignifughi quali il metallo, l'eternit, l'amianto e il legno plastico.

Riferimenti bibliografici

  • LexMA, 2, 564 sg.
  • INSA, 3, 142 sg.; 4, 415
  • A. Rebsamen, Die rechtliche Regelung des Brandschutzes in der Schweiz, 1992
  • R. Gerber, Öffentliches Bauen im mittelalterlichen Bern, 1994
  • N. Caviezel, Dorfbrände in Graubünden 1800-1945, 1998
  • S. Röllin, Vom Feuereimer zum Tanklöschfahrzeug, 1998
  • AA. VV., L'incendie de Bulle en 1805, 2005
Link

Suggerimento di citazione

Anne-Marie Dubler: "Polizia del fuoco", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 28.01.2010(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/026449/2010-01-28/, consultato il 19.03.2024.