Insieme di misure urgenti, private o statali, adottate per salvare vite umane o attenuare le sofferenze delle vittime di conflitti intern., guerre civili, catastrofi naturali o tecnologiche che si verificano all'estero. L'aiuto umanitario non contempla l'assistenza fornita in Svizzera a connazionali, cittadini stranieri residenti, rifugiati o a coloro che chiedono asilo; si differenzia inoltre dalla Cooperazione allo sviluppo attuata dalla Svizzera nei confronti di Paesi stranieri, la quale persegue obiettivi a lungo termine.
Dalla fine del XIX sec. alcuni enti di beneficenza privati sviz. hanno iniziato ad occuparsi di aiuto all'estero. Questi interventi, guidati da considerazioni di ordine ideologico e religioso, sono stati di notevole entità dopo la prima guerra mondiale e durante gli anni 1930-40 (aiuti urgenti all'Europa). Nel corso della seconda guerra mondiale, sull'onda delle discussioni intern. relative all'organizzazione postbellica, l'aiuto umanitario é diventato un aspetto della politica estera sviz. Esso ha conosciuto uno sviluppo considerevole a partire dal conflitto tra Nigeria e Biafra (1968-70), una guerra disastrosa per la popolazione civile e dall'importante impatto mediatico. Diversi fattori hanno contribuito alla crescita dell'aiuto umanitario: il miglioramento del tenore di vita in Svizzera, la maggiore sensibilità nei confronti dei diritti dell'uomo manifestatasi dopo il 1948, l'evoluzione dei mezzi di comunicazione (in particolare l'avvento della televisione) e lo sviluppo tecnologico nel settore dei trasporti, che permette di raggiungere rapidamente anche i Paesi più lontani, aumentando l'efficacia dei soccorsi. Di fronte al moltiplicarsi delle catastrofi, dagli anni '70 un numero crescente di org. intern. e non governative si è impegnato nell'aiuto umanitario, causando talvolta un certo disordine nei luoghi di intervento e inducendo i governi dei Paesi donatori a sollecitare misure di coordinamento. Tuttavia l'ampiezza dei bisogni, unita alle difficoltà economiche con cui sono confrontati dagli anni '90 anche i Paesi ricchi, hanno prodotto un diffuso sentimento di impotenza e una conseguente tendenza a ripiegarsi sui propri problemi. Negli ultimi anni si è assistito ad un nuovo sviluppo dell'aiuto umanitario, soprattutto dopo il grande sforzo coordinativo compiuto nel 1998 con la fondazione dell'ufficio di coordinamento degli affari umanitari (OCHA), dipendente dal segretariato dell'ONU.
Per molto tempo il governo sviz. ha accordato il suo sostegno quasi esclusivamente al Comitato intern. della Croce Rossa (CICR), creato nel 1863 per proteggere e assistere le vittime dei conflitti armati (Croce Rossa). Gli aiuti tecnici della Soc. delle Nazioni prevedevano pure la possibilità per gli Stati di accordare degli aiuti urgenti (anche se modesti). Dopo la seconda guerra mondiale, la Svizzera ha partecipato al finanziamento delle org. specializzate dell'ONU (come l'Alto Commissariato per i Rifugiati). La collaborazione con le org. non governative é inoltre stata rafforzata.
Alla fine della seconda guerra mondiale il Consiglio fed. decise di organizzare direttamente azioni di assistenza umanitaria all'estero; nel dicembre del 1944 concretizzò l'aiuto alle vittime della guerra attraverso la creazione del Dono svizzero alle vittime della guerra, un'org. autonoma che dal 1944 al 1948 inviò aiuti in vari Paesi europei grazie a un fondo costituito da contributi fed., cant. e com., ai quali si aggiungevano contributi finanziari elargiti da gruppi economici e privati cittadini. Nel 1973 il governo creò l'Aiuto sviz. in caso di catastrofe (ASC), ribattezzato Corpo sviz. di aiuto umanitario (CSA) nel 2001, composto da volontari (ca. 700) pronti a compiere missioni in qualsiasi regione del mondo e specializzati in medicina d'urgenza, ricostruzione, logistica, comunicazione, informazione e documentazione. Il CSA, che oltre ai propri mezzi tecnici può contare anche su quelli messi a disposizione dall'esercito, collabora con altri organismi analoghi, in particolare con la Croce Rossa sviz. e con il CICR.
L'aiuto umanitario è regolamentato dalla legge fed. sulla cooperazione allo sviluppo del 1976 ed è parte integrante della Politica estera sviz. Esso si svolge all'insegna della neutralità e dell'imparzialità, coordina la sua azione con quella di altre org. sviz. e intern. Si adatta alle più svariate circostanze, ha una durata limitata nel tempo e non genera situazioni di dipendenza, in quanto ha lo scopo di incoraggiare la partecipazione attiva di org. locali; non trascura inoltre i problemi ecologici e promuove la prevenzione nei Paesi che presentano gravi carenze a livello sanitario.