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RobertFrank

Parade, Hoboken, New Jersey, 1955. Fotografia della serie Les Américains (Fotostiftung Schweiz, Winterthur) © Pace/MacGill Gallery, New York.
Parade, Hoboken, New Jersey, 1955. Fotografia della serie Les Américains (Fotostiftung Schweiz, Winterthur) © Pace/MacGill Gallery, New York.

9.11.1924 Zurigo, 9.9.2019 Inverness (Nuova Scozia, Canada), israelita, dal 1945 di Zurigo. Figlio di Hermann, commerciante di Francoforte sul Meno, e di Regina Zucker, di Basilea. 1) Mary Lockspeiser; 2) June Leaf. Frequentò le scuole secondarie a Zurigo. Dal 1941 al 1946 seguì un apprendistato e lavorò presso i fotografi Hermann Segesser e Michael Wolgensinger a Zurigo, presso Victor Bouverat a Ginevra e i fratelli Eidenbenz a Basilea; fu inoltre attivo come fotografo di scena per il cinema. Nel 1947 emigrò a New York (cittadino statunitense dal 1963). Dapprima lavorò per un breve periodo per Harper's Bazaar, poi come fotografo freelance (tra l'altro per la rivista Life), muovendosi fra l'Europa, l'America del sud e del nord. Collaborò con Edward Steichen, fotografo e direttore del dipartimento di fotografia del Museum of Modern Art di New York, alle esposizioni Post-War European Photography (1953) e The Family of Man (1955). Fra il 1955 e il 1956, grazie a una borsa della Fondazione Guggenheim, compì diversi viaggi attraverso gli Stati Uniti, realizzando il "suo studio visuale di una civiltà". In un primo tempo queste fotografie furono oggetto di dure critiche, poiché contraddicevano l'immagine positiva dell'America ed eludevano i canoni della fotografia tradizionale. La sua apparente assenza di stile e le sue impietose rappresentazioni della desolazione quotidiana influenzarono però in maniera duratura la fotografia del dopoguerra, in America come in Europa. Una selezione delle sue immagini, operata tra più di 20'000 scatti, fu pubblicata per la prima volta in Francia nel 1958 con il titolo Les Américains; nel 1959 uscì l'edizione americana con un'introduzione curata dal poeta beat Jack Kerouac. Nello stesso anno, in collaborazione con Kerouac, Frank girò il suo primo film, Pull my Daisy, un ritratto della generazione on the road. Nel 1961 presso l'Art Institute di Chicago si tenne la sua prima mostra personale. Negli anni 1960 e 1970 si occupò in particolare di cinema sperimentale. Insieme a Jonas Mekas e altri fondò il New American Cinema Group (1960). Realizzò oltre 25 film, spesso di taglio autobiografico. Nel 1972 pubblicò l'autobiografia fotografica Lines of My Hand. Verso la fine degli anni 1970 tornò a realizzare lavori fotografici (collage e foto polaroid), incentrati soprattutto sulla sua vita duramente provata dal destino, che per l'atmosfera malinconica e meditativa e l'originalità formale non hanno nulla da invidiare alle opere del primo periodo. Nel 1990 donò un'ampia parte delle sue opere alla National Gallery of Art di Washington, che nel 1994 lo consacrò come il più importante fotografo del nostro tempo con una grande retrospettiva. La mostra itinerante fu presentata anche al Kunsthaus di Zurigo nel 1995. Nel 2004 la Tate Modern di Londra gli dedicò una grande esposizione personale, che in seguito fece tappa in diverse città europee, fra cui al Fotomuseum di Winterthur nel 2005.

Riferimenti bibliografici

  • Photographie in der Schweiz von 1840 bis heute, 1992 (con elenco delle opere)
  • Robert Frank Moving Out, 1994
  • Robert Frank: Hold Still – Keep Going, catalogo mostra Essen, 2000
  • Robert Frank: Storylines, catalogo mostra Londra, 2004
  • G. Magnaguagno, «Ambivalenz und Sehnsucht: Robert Frank (∗︎ 1924)», in Small number – big impact, Schweizer Einwanderung in die USA, a cura di B. Abegg, B. Lüthi, 2006, 119-124
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Scheda informativa
Dati biografici ∗︎ 9.11.1924 ✝︎ 9.9.2019

Suggerimento di citazione

Annemarie Hürlimann: "Frank, Robert", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 13.12.2019(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/027208/2019-12-13/, consultato il 10.10.2024.