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Feste commemorative

Manifesto per il quarto centenario dell'entrata del canton Sciaffusa nella Confederazione nel 1901, realizzato da Jean Affeltranger (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
Manifesto per il quarto centenario dell'entrata del canton Sciaffusa nella Confederazione nel 1901, realizzato da Jean Affeltranger (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).

L'istituzione e il consolidamento di feste commemorative contribuirono in modo importante alla costituzione di una moderna coscienza nazionale e al processo di "nation building". A differenza delle commemorazioni di Battaglie della vecchia Conf., alle quali si riallacciavano, le moderne feste commemorative avevano una portata nazionale e non sottolineavano tanto il ricordo dei caduti quanto le gesta vittoriose, assumendo quindi un tono più trionfale che mesto. Di connotazione statale piuttosto che ecclesiastica, erano improntate a una religiosità di tipo civile. Le feste commemorative acquisirono importanza nella seconda metà del XVIII sec. con la nascita del patriottismo elvetico (Società elvetica, Società patriottiche). Verso il 1780, la commemorazione della battaglia di Sempach fu integrata con una predica solenne. Durante la Repubblica elvetica il ministro Philipp Albert Stapfer presentò diverse proposte nel campo della pedagogia nazionale per la creazione di nuove Feste e la trasformazione di quelle esistenti. L'impulso più forte giunse però dai movimenti liberali sorti all'inizio del XIX sec., con la fioritura delle soc. nazionali (Associazioni). Questa corrente portò nel 1821 alla creazione della Soc. di Sempach (il cui nome derivava dal luogo della prima riunione), che al fine di promuovere la coscienza dell'unità sviz. e dell'amore patrio organizzava feste commemorative nei differenti siti delle antiche battaglie. Dal 1822 a Basilea si tenne annualmente la festa di S. Giacomo. Nel 1835 la Landsgemeinde decretò per il pellegrinaggio di Näfels un nuovo ordinamento, ancora oggi in vigore. Agli elementi originari delle commemorazioni di battaglie, sovente di carattere sacrale, se ne aggiunsero di nuovi: si mettevano in scena i resoconti delle battaglie (Festspiele), si pubblicavano scritti e giornali, e in certi casi si erigevano Monumenti e si organizzavano gare di tiro, come quella, celebre, di Morgarten (dal 1912) o i tiri di Morat (dal 1930) e di Dornach, più recente della festa vera e propria.

Manifesto per il centenario dell'entrata del canton Ticino nella Confederazione nel 1903 (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
Manifesto per il centenario dell'entrata del canton Ticino nella Confederazione nel 1903 (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).

Mentre le vecchie commemorazioni di battaglie trascuravano l'aspetto temporale della rievocazione, sottolineando tutt'al più il ritmo annuale, un aspetto importante delle nuove forme di festa era costituito dalla consapevolezza della distanza cronologica, che veniva scandita in decenni. La cosiddetta ottica "decennale", presente in nuce già prima del 1800, si affermò solo con i grandi mutamenti sociali del XIX sec. ponendosi come un contrappeso all'esperienza destabilizzante del progresso. Furono celebrati grandi centenari della storia sviz.: nel 1815 si festeggiarono, in forma ancora contenuta, i 500 anni della battaglia del Morgarten, cui fecero seguito i 400 anni della Lega Grigia (1824) e della Lega delle Dieci Giurisdizioni (1836). Con maggiore pompa si organizzarono il 500esimo della battaglia di Laupen (1839), il 400esimo della battaglia di San Giacomo sulla Birsa (1844), il 500esimo della battaglia di Sempach (1886). Nel 1851 il cant. Zurigo organizzò una festa per commemorare i 500 anni della sua adesione alla Conf. La celebrazione segnò l'avvio di un nuovo tipo di festa. Da questa tradizione ebbe origine la Festa nazionale, festeggiata per la prima volta nel 1891 e poi con regolarità dal 1899.

Manifesto per il centenario della Repubblica e cantone di Neuchâtel nel 1948, realizzato da P. A. Junod (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
Manifesto per il centenario della Repubblica e cantone di Neuchâtel nel 1948, realizzato da P. A. Junod (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).

Attorno al 1828/29, alle feste commemorative di stampo patriottico vennero ad aggiungersi le ricorrenze centenarie dell'introduzione della Riforma. Verso il 1900 diversi cant. sorti da antichi Paesi soggetti (come Turgovia, Ticino e Vaud) festeggiarono il primo sec. della loro sovranità. Altre feste cant. furono quella in ricordo dell'unione di Basilea con la Piccola Basilea (1892, 1992) e l'Escalade a Ginevra, che celebra la resistenza opposta dalla città all'attacco savoiardo del 1602. Dal 1919 questo avvenimento è celebrato annualmente con un grande corteo storico (in precedenza organizzato saltuariamente). L'Escalade dimostra come le tradizioni "inventate" (inventions of traditions) siano di origine recente e vengano utilizzate in modo strategico per combattere la crescente disillusione della vita quotidiana. Oggi, il bisogno di meraviglia non viene più soddisfatto dalle commemorazioni patriottiche. La festa basilese di S. Giacomo, che dal decennio 1920-30 si tenne solo ogni cinque anni, nel 2002 fu definitivamente cancellata dal calendario degli eventi organizzati dalle corporazioni.

Manifesto del primo agosto 1991, in occasione del settecentesimo anniversario della Confederazione, realizzato da Jean Tinguely (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
Manifesto del primo agosto 1991, in occasione del settecentesimo anniversario della Confederazione, realizzato da Jean Tinguely (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).

In tempi recenti molti momenti di commemorazione hanno rappresentato un'occasione di rilettura critica e demitizzante del passato. Ciò è avvenuto, per esempio, nel 1994, in riferimento al massacro della guarnigione di Greifensee del maggio 1444. La commemorazione di altri momenti si è svolta nel segno del rifiuto di un mutamento dell'immagine storica tradizionale; è il caso, ad esempio, della commemorazione del 50esimo della mobilitazione per la seconda guerra mondiale (1989), sfruttata in parte per combattere un'iniziativa volta alla soppressione dell'esercito, e dei festeggiamenti per i 700 anni della Conf. (1991), animati da una controversa rappresentazione teatrale incentrata sui miti.

Dove il processo di formazione di nuove entità politiche è in atto, nascono feste commemorative. La Festa del popolo giurassiano, che si tiene annualmente in settembre, è stata istituita dal movimento separatista giurassiano per ricordare un'assemblea di protesta tenutasi il 23.9.1947. Altre feste sono nate per iniziativa dei movimenti sociali: il movimento operaio ha introdotto la festa del lavoro del Primo maggio, quello per il suffragio femminile ha commemorato per un certo periodo di tempo il primo febbraio la sconfitta nella votazione fed. del 1959 e le pioniere della lotta per la parità di diritti hanno lanciato nel 1991 la ricorrenza del 14 giugno per commemorare l'introduzione dell'art. costituzionale del 1981.

Riferimenti bibliografici

  • D. Frei, Das schweizerische Nationalbewusstsein, 1964
  • G. P. Marchal, Geschichtsbild im Wandel 1782-1982, 1982
  • Die Schlacht von Sempach im Bild der Nachwelt, cat. mostra Sempach, 1986
  • B. Engler, G. Kreis (a cura di), Das Festspiel, 1988
  • G. Kreis, Der Mythos von 1291, 1991
  • C. Santschi, Schweizer Nationalfeste im Spiegel der Geschichte, 1991
  • W. Geiser (a cura di), Ereignis - Mythos - Deutung: 1444-1994, St. Jakob an der Birs, 1994
  • G. Kreis, «Gefallenendenkmäler in kriegsverschontem Land», in Der politische Totenkult, a cura di R. Koselleck, M. Jeismann, 1994, 129-143
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Suggerimento di citazione

Georg Kreis: "Feste commemorative", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 20.11.2006(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/027281/2006-11-20/, consultato il 05.12.2023.