Le origini dell'albergo moderno sono da ricercare nell'evoluzione funzionale di un modello rappresentato dalle antiche stazioni di posta o dalle locande, ancora in attività verso il 1850, ma ormai inadeguate a soddisfare la crescente richiesta di stabilimenti di soggiorno. Le testimonianze di viaggiatori stranieri che intrapresero il Grand Tour sulle orme di Jean-Jacques Rousseau, George Byron o Mary e Percy Bysshe Shelley, ben illustrano il carattere improvvisato dei primi alloggi che gli ab. di Montreux mettevano a disposizione dei forestieri, ospitandoli nelle proprie case. Il potenziamento della rete stradale, il servizio regolare delle diligenze postali e l'introduzione dei primi battelli a vapore favorirono la costruzione di alberghi nelle città tra il 1830 e il 1850; in quel periodo sorsero tra gli altri il Bergues a Ginevra (1830-34), il Dreikönige a Basilea (1842) e il Baur au Lac a Zurigo (1844). L'afflusso di viaggiatori aumentò, a partire dal 1850, soprattutto grazie allo sviluppo della rete ferroviaria. La Svizzera, che nel XVIII sec. si era imposta come tappa di transito sulla via verso sud, divenne una meta di viaggio dalla metà del XIX sec. I centri di villeggiatura si moltiplicarono in funzione di una frequentazione turistica stagionale e delle diverse cure che si praticavano all'epoca (Turismo).
Lo sviluppo progressivo, ma rapido, di tutta una serie di alberghi e di pensioni si articolò in varie ondate edilizie, in particolare negli anni 1870, 1885, 1900 e 1955. L'aumento del numero dei pernottamenti comportò la necessità di sottoporre gli alberghi a periodici lavori di ampliamento, che consistevano nella costruzione di dépendance o nella modifica dei volumi esistenti. Il potenziamento del settore alberghiero non avvenne soltanto in funzione del numero di visitatori stranieri, in maggioranza inglesi e ted. (nel 1896 a Montreux furono registrati 5740 inglesi e 4849 ted.), ma anche delle esigenze differenziate di comodità e di prestigio. Nel 1874 Eduard Guyer-Freuler citava tra gli alberghi di lusso più quotati d'Europa il primo Beau-Rivage di Losanna e lo Schweizerhof di Lucerna. Accanto alle zone lacustri e alpine destinate alla villeggiatura, occorre segnalare le stazioni termali, come Sankt Moritz o Leukerbad, in cui gli alberghi accoglievano, oltre a coloro che seguivano le cure, anche ospiti che praticavano gli sport estivi e invernali. Talvolta, come nel caso del Grand Hôtel di Leysin, edificato nel 1892 dalla Société Climatérique, l'albergo montano aveva funzioni simili a quelle della clinica o del Sanatorio. Nell'Ottocento il considerevole sviluppo alberghiero determinò una vera e propria colonizzazione turistica del territorio nazionale, che tuttavia cessò improvvisamente nel 1914, in seguito allo scoppio della guerra e alla conseguente diminuzione degli ospiti stranieri. Il periodo di stagnazione dell'industria Alberghiera si protrasse fino agli anni '50, quando apparve un nuovo tipo di clientela grazie al turismo di massa, ai festival e ai congressi.
Secondo Nikolaus Pevsner l'architettura alberghiera si evolve in relazione al mutare dei modi di soggiorno e delle esigenze di comfort. Grazie al progresso tecnico gli alberghi si dotarono di riscaldamento centrale, ascensori, stanze da bagno individuali e altre comodità. Negli insediamenti urbani la carenza di spazio portò a prediligere, per gli alberghi di lusso, la struttura planimetrica a corte centrale, mentre in luoghi meno densamente edificati, spesso si privilegiarono i volumi estesi in senso longitudinale o assai articolati, simili a castelli. Quanto alla veste architettonica, nel corso dell'Ottocento ci si ispirò dapprima allo storicismo, poi all'eclettismo, attingendo anche al linguaggio vernacolare o a stili esotici. Già verso il 1920 l'architettura "purificata" del Movimento moderno impose strutture in cemento armato con tetto piano e terrazze sporgenti. Realizzazioni di questo tipo costituiscono tuttavia l'eccezione: le costruzioni tradizionali continuano a essere le più numerose, poiché la clientela vi ritrova un ambiente fam.