29.7.1883 Dovia di Predappio (Emilia-Romagna), 28.4.1945 Giulino di Mezzegra (com. Mezzegra, Lombardia). Figlio di Alessandro, fabbro ferraio, e di Rosa Maltoni, maestra. (1915) Rachele Guidi. Ottenne il diploma di insegnante, attività che esercitò per un breve periodo. Essenzialmente per spirito di avventura, M. si recò in Svizzera nel luglio del 1902, senza una meta fissa. Nella Conf. collaborò con L'Avvenire del Lavoratore (organo dei socialisti it. in Svizzera), tenne comizi e conferenze per gli operai it., fu segr. del sindacato it. muratori e manovali a Losanna e svolse diversi lavori saltuari, entrando in contatto con diversi esponenti di spicco del socialismo it. in Svizzera. Per aver appoggiato l'idea di uno sciopero generale, anche attraverso il ricorso a mezzi violenti, nel giugno del 1903 fu arrestato ed espulso dal cant. Berna, condotto a Chiasso e consegnato alla polizia it., che però lo rilasciò. Tornato in Svizzera, nell'aprile del 1904 fu espulso dal cant. Ginevra per aver falsificato la data di validità del passaporto, ma grazie alle proteste dei socialisti ginevrini e su intervento del governo ticinese fu rimesso in libertà a Bellinzona. Il 7 maggio si immatricolò all'Univ. di Losanna, dove seguì corsi di Vilfredo Pareto e Pasquale Boninsegni, continuando nel contempo a tenere conferenze per gli operai it. Nel novembre del 1904 lasciò definitivamente Losanna per l'Italia, volendo beneficiare dell'amnistia per il reato di diserzione semplice, a cui era stato condannato in contumacia. I due anni e mezzo passati nella Conf. - eccettuate due interruzioni di ca. quattro mesi - furono un periodo fondamentale per la formazione politica e intellettuale di M.
Diventato negli anni seguenti una figura di spicco dell'ala rivoluzionaria del partito socialista it. e nominato nel 1912 direttore dell'Avanti!, organo ufficiale del partito, nel 1913 fu chiamato a Zurigo per tenere un discorso in it. in occasione del primo maggio; nel luglio dello stesso anno parlò poi agli operai it. a Flamatt. Dopo la guerra e la fondazione del movimento fascista, quale membro della Camera dei deputati it. nel giugno del 1921 pronunciò un discorso che accennava al "confine" del Gottardo (Irredentismo), per cui la Conf. emanò un divieto d'entrata nei suoi confronti. Nel novembre del 1922, poco dopo la marcia su Roma e la nomina a capo del governo, fu a Losanna per l'apertura della conferenza sulla questione orientale (revisione del trattato di Sèvres); nell'ottobre del 1925 si recò a Locarno per la conclusione del patto che sancì una momentanea distensione nei rapporti tra le grandi potenze europee. Il 24.4.1933 ebbe a Roma il suo unico colloquio con il Consigliere fed. Giuseppe Motta, durante il quale fu toccato anche il tema dell'italianità del Ticino. Nel 1937 l'Univ. di Losanna volle onorare il suo ex studente conferendogli il dottorato h.c., una decisione che in seguito suscitò aspre polemiche. Malgrado le dichiarazioni ufficiali di amicizia, M. non esitò ad appoggiare personalmente, negli anni 1930-40, i sostenitori elvetici del Fascismo (Arthur Fonjallaz, Georges Oltramare), e, come rivela il diario del genero Galeazzo Ciano, espresse talvolta giudici sprezzanti nei confronti delle istituzioni e della democrazia sviz. Verso la fine della seconda guerra mondiale, la figlia Edda Ciano riuscì a entrare in Svizzera (gennaio 1944); nell'aprile del 1945 la moglie Rachele insieme ai figli fu respinta alla frontiera di Chiasso. Catturato dai partigiani nei pressi di Dongo, sul lago di Como, mentre tentava di mettersi in salvo probabilmente in territorio sviz., M. fu fucilato insieme all'amante Claretta Petacci.