
L'Unione centrale dei produttori sviz. di latte (UCPL), rinominata Federazione produttori sviz. di latte (PSL) nel 1999, nacque nel 1907 come org. mantello di nove federazioni lattiere regionali (Economia lattiera). Queste org. contadine di autosostegno erano state create alla fine del XIX sec. allo scopo sia di lottare contro la tendenza al ribasso dei prezzi sia di rafforzare la posizione dei produttori sul mercato nei confronti dei commercianti e degli addetti alla trasformazione del latte. L'UCPL si impegnò per fissare un prezzo che coprisse i costi di produzione e che corrispondesse al valore nutritivo del latte. Durante la prima guerra mondiale, le autorità fed. incaricarono l'UCPL di garantire l'approvvigionamento nazionale di latte di consumo a prezzi stabili. In tal modo, essa poté costringere i produttori a fornire il latte a prezzi uniformi alle sue latterie e ai suoi caseifici. Controllando la vendita e l'esportazione di formaggio (Unione svizzera del commercio di formaggio) insieme ai casari e agli esportatori, riuscì inoltre a proteggere i consumatori da speculazioni sui prezzi e a garantire l'esistenza dei produttori di latte. L'UCPL si trasformò così in un'org. privata con compiti pubblici.
Dopo la guerra, la regolamentazione del mercato del latte imposta dallo Stato venne sostituita da accordi di diritto privato tra produttori, casari ed esportatori di formaggio. Tali convenzioni dovevano soprattutto proteggere i produttori contro il calo dei prezzi, dovuto al crollo delle esportazioni di latte condensato e di formaggio negli anni 1920-30 e alla crisi economica mondiale degli anni 1930-40.
Durante la seconda guerra mondiale, le autorità si rivolsero nuovamente all'UCPL per garantire l'approvvigionamento del Paese con latte e formaggio. Nel dopoguerra le sue funzioni parastatali ottennero una base legale. Il decreto sullo statuto del latte del 1953 incaricava l'UCPL di organizzare il rifornimento e la trasformazione del latte, riducendo nel contempo al minimo i costi, per mezzo di un programma di valorizzazione da stabilire ogni sei mesi. Il mandato principale consisteva nel trasformare il latte in formaggio di esportazione, spec. in Emmental; questo formaggio a pasta dura, oltre a generare il più alto valore aggiunto, si conservava facilmente. Per compensare la diminuzione del consumo di latte (iniziata negli anni 1950-60) e la stagnazione delle esportazioni di formaggio, negli anni 1970-80 l'UCPL, in collaborazione con le federazioni regionali lattiere, lanciò sul mercato nuovi prodotti, come gli yogurt da bere, i dessert al latte e gli yogurt di marca (Toni, Säntis, Cristallina ed Emmi).
L'incremento delle vendite fu però inferiore a quello della produzione, ciò che spinse il Consiglio fed. a limitare nel 1977 i quantitativi di latte, tramite l'attribuzione di contingenti ai singoli produttori. L'UCPL, insieme alle federazioni regionali e alle cooperative locali, fu incaricata di applicare questa misura (drastica e costosa) e di effettuare i relativi controlli; essa divenne così un'istituzione potente ed efficace, che ebbe un ruolo importante nella realizzazione della Politica agricola.
Con l'ordinanza sul disciplinamento del mercato lattiero, sottoposta a revisione nel 1999, l'UCPL fu progressivamente spogliata dei suoi compiti. L'integrazione della Svizzera nel mercato interno europeo ha determinato l'abolizione del contingentamento lattiero statale (2009) e la riduzione delle tasse doganali e delle restrizioni commerciali. In questo nuovo contesto, all'inizio del XXI sec. la PSL ha cercato di rafforzare, attraverso una concentrazione dell'offerta lattiera, la posizione sul mercato dei suoi membri. In cooperazione con le federazioni regionali e tramite misure finanziarie volte a orientare l'utilizzazione del latte, essa ha inoltre tentato di regolare la produzione in funzione dei bisogni delle grandi aziende di trasformazione.