Il termine greco e poi lat. diacono ("servitore") designava in origine una carica nell'ambito delle comunità protocristiane che comprendeva sia i servizi liturgici sia quelli caritatevoli. A partire dal ME nella Chiesa catt.-romana il diacono divenne invece il chierico che si preparava all'ordinazione sacerdotale. Il Concilio Vaticano II (1962-65) rivalutò il ruolo del diacono, pur mantenendone l'accesso esclusivamente ai maschi. Nel 1982 la Chiesa catt.-cristiana instaurò il diaconato permanente anche per le donne.
Nel periodo della Riforma il termine diacono assunse per i rif. un nuovo significato. L'ordinamento ecclesiastico basilese del 1529 lo definì come assistente del pastore; Giovanni Calvino lo elevò alla quarta carica ecclesiastica dopo il pastore, il presbitero e il dottore, e gli affidò la responsabilità dell'assistenza ai poveri e agli ammalati. Nella Chiesa zwingliana il diaconato ecclesiastico ebbe una minore importanza rispetto all'assistenza ai poveri di cui si faceva carico la città.
In Svizzera la prima casa per diaconi venne fondata a Basilea nel 1889, mentre la seconda sorse a San Gallo nel 1904. Un altro ramo di diaconi sviz. si sviluppò a Zurigo nel 1899 con l'Unione dei diaconi di S. Stefano, da cui derivò nel 1906 la Società dei diaconi sviz., con sede a Rüschlikon, improntata all'ecumenismo. Dal 1923 la casa evangelico-rif. di Greifensee si occupa della formazione dei diaconi e dal 1996 è aperta anche alle donne. A Vaumarcus, nel cant. Neuchâtel, fu fondata nel 1931 la Casa romanda del diaconato maschile, mentre il Dip. romando dei ministeri diaconali di Fontaines si occupa dei diaconi della Svizzera franc.
Nell'ambito dell'ecumenismo mondiale la carica diaconale venne rivalutata nel 1982 dal documento di Lima, che scaturì dall'incontro ecumenico tenutosi in quella città. All'inizio del XXI sec. i compiti del diacono riguardano i campi dell'assistenza sanitaria e di quella sociale, della pedagogia sociale e dell'attività ecclesiastica all'interno della comunità (Diaconia).