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Consuetudinicoutumes

Nelle aree francofone, in epoca medievale il termine coutumes o coutume (dal lat. consuetudo) designava gli usi giur. osservati dalla pop. di una regione. A partire dal XII sec., nei Paesi dell'Europa occidentale le consuetudini vennero riconosciute come fonte di diritto. Il termine coutumes veniva utilizzato anche per indicare i Tributi feudali.

Il diritto consuetudinario nella Svizzera francese

A eccezione dello Chablais e del basso Vallese savoiardo, nel ME l'area romanda era caratterizzata dal Diritto consuetudinario. Ginevra e il Paese di Vaud risultavano quindi delle enclavi circondate dai domini savoiardi, dove era in vigore il diritto scritto. Tale peculiarità venne riaffermata vigorosamente dai cittadini di Ginevra (1288) e difesa con ostinazione dagli Stati di Vaud.

Le coutumes intese come norme oggettive derivanti dalla pratica quotidiana e contrapposte al diritto soggettivo, sono attestate per la prima volta nel 1126 nel cartulario di Romainmôtier (jurensis consuetudo) e si diffusero dagli inizi del XIII sec. Dalla fine del XIII sec., alcuni testi distinsero le consuetudini romande da quelle delle aree germanofone, soprattutto in materia feudale. Nel Vallese, le consuetudini (soprattutto in materia matrimoniale) differivano a valle e a monte del torrente Raspille, che costituiva la frontiera linguistica.

Frontespizio di un esemplare del XVIII secolo della raccolta di consuetudini del Paese di Vaud, detta anche coutumier di Moudon (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.XIII.60).
Frontespizio di un esemplare del XVIII secolo della raccolta di consuetudini del Paese di Vaud, detta anche coutumier di Moudon (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.XIII.60).

La moltiplicazione dei riferimenti alle consuetudini locali, delle città e delle campagne, attesta il loro forte radicamento territoriale. Diritti consuetudinari inerenti alla condizione personale risultano invece poco diffusi; sono attestati solo pochi accenni al diritto dei mercanti, degli agricoltori, dei viticoltori o dei nobili. È possibile distinguere almeno tre livelli: le consuetudini generali (coutumes générales, per esempio nel Paese di Vaud, a Losanna, a Neuchâtel e nel Vallese) che vigevano in un Paese o in un'entità politica anche non territorialmente omogenea (Diritto territoriale); le consuetudini particolari (coutumes particulières), che di norma interessavano le città (Diritto civico), come nei casi di Nyon, Payerne, Estavayer o Saint-Maurice, e che qualche volta si applicavano anche a una signoria (per esempio La Roche) o a una regione (per esempio quella del Vully); e infine gli Ordini (coutumes locales), che nella maggior parte dei casi costituivano il risultato dell'adozione su scala locale di una coutume général da parte degli scriba che, facendo riferimento al luogo della loro entrata vigore, creavano l'illusione di un'estrema diversificazione territoriale.

Gli ambiti territoriali di applicazione

In questa sede ci si limiterà a descrivere per sommi capi la data dell'entrata in vigore e gli ambiti territoriali di applicazione delle consuetudini generali. Le coutumes della città di Ginevra (1246) - da non confondere con quelle, più generali, della contea di Ginevra - riguardavano un'area limitata. Alla fine del ME, l'influenza del diritto scritto fu talmente forte da indurre alcuni storici a mettere in dubbio il carattere consuetudinario del diritto ginevrino. La coutume di Moudon (1273) non tardò a uniformarsi a quello del Paese di Vaud (1302), con un ampio raggio di applicazione - pur con numerose enclave dipendenti dalla coutume di Losanna - che andava dal fiume Versoix a Grandson, Cudrefin, Romont e Châtel-Saint-Denis e che comprendeva l'intera contea della Gruyère fino a Saanen. La coutume di Losanna (1236) si estendeva non solo ai territori vescovili (per esempio Lavaux, Bulle, Lucens, Avenches) o capitolari (per esempio Crans-près-Céligny, Saint-Prex, Dommartin), ma anche a località che in seguito passarono sotto l'influenza savoiarda, come Cossonay, La Sarraz, Champvent, Vevey, Blonay e Montreux; essa inoltre aveva valore suppletivo a Estavayer-le-Lac e Morat. La Handfeste di Friburgo (1249) non può invece essere ricondotta al diritto consuetudinario: si trattava al contrario di una carta di franchigia che introduceva da un lato nuove norme di diritto privato ispirate a quelle di Friburgo in Brisgovia, e dall'altro faceva riferimento agli usi di Friburgo e delle zone limitrofe. La coutume di Neuchâtel venne menz. per la prima volta nelle franchigie del 1214, e successivamente nella carta di Nugerol del 1260, che rinviava a quella precedente. Presto venne applicata in tutta la contea, senza tuttavia soppiantare coutumes locali quali quelle di Valangin, di Le Landeron o La Béroche. Nel Giura vescovile vanno segnalati in primo luogo le coutumes di Ajoie (1334), Delémont (1342), Porrentruy (1388) e La Neuveville. La coutume dello Chablais (1295) venne adottata anche al di fuori dei confini regionali (Martigny, valle di Entremont e valle di Bagnes). La coutume del Vallese (1255) infine era adottata a Martigny, Ardon e Chamoson, per lungo tempo territori vescovili, e in tutta la valle del Rodano a monte della Morge (all'altezza di Conthey). La coutume di Sion (1280) e altre coutumes locali non mettevano comunque seriamente in questione l'unitarietà del diritto vallesano.

La conoscenza della coutume

La conoscenza delle consuetudini era garantita in primo luogo dalla composizione stessa dei tribunali: probiviri, giurati o conoscitori delle coutumes, che rappresentavano la memoria storica delle comunità, affiancavano il giudice e nella maggior parte dei casi gli imponevano la sentenza. Le coutumes venivano tramandate anche grazie a bandi o proclami effettuati periodicamente nel corso dei placiti generali, assai diffusi in Romandia. Tali annunci vennero presto fissati per iscritto, come a Romainmôtier (1266), Apples (1327), Losanna (1368), Le Landeron (1403), Hérens e Mage (fine XIII sec.), Hérémence (1330). Questi testi o registri venivano utilizzati sia per i proclami, che si trasformarono in una semplice lettura, sia per garantire il controllo delle coutumes, come avveniva nel Giura vescovile, terra d'elezione dei placiti generali. Le registrazioni scritte spesso comunque comportarono anche la scomparsa dei proclami orali periodici o addirittura delle assemblee convocate appositamente a tale scopo, come nel caso di Losanna. Le annotazioni non si limitavano ai diritti signorili, ma riguardavano anche aspetti procedurali e di diritto privato.

Un altro modo per ovviare ai limiti della trasmissione orale o risolvere questioni inedite era di rivolgersi a un tribunale superiore o a una città di cui veniva applicato il diritto almeno in maniera suppletoria. Tale procedura risulta già stabilita dalla carta di Moudon (1285), che prevedeva in parecchi casi il ricorso alla corte del signore. Nella Gruyère ci si affidava a Moudon; ad Avenches, Estavayer o Morat a Losanna; a Valangin a Neuchâtel, e questa a sua volta a Besançon. Ciò sembra essere all'origine di una pratica originale, quella dei punti o attestazioni di coutume, rilasciati dal Piccolo Consiglio di Neuchâtel a partire dal 1516, e che sotto il nome di entrèves è menz. anche nel Giura vescovile. Fornendo attestazioni, soprattutto relative al diritto estero, le parti potevano dunque creare una consuetudine, e inoltre ricorrere a una procedura d'inchiesta, come fece il conte Amedeo VI di Savoia nel 1373. Queste inchieste assai dettagliate costituiscono una fonte imprescindibile. Il principe e i suoi Consigli potevano tuttavia anche rinunciare a questa procedura relativamente complessa e consultare direttamente dei probiviri di fiducia, come facevano i magistrati di rango inferiore: ve ne sono diversi esempi dall'inizio del XIV sec. Oltre ai giudici e agli arbitri, le stesse parti in causa potevano consultare dei probiviri. L'art. 435 della raccolta di consuetudini (coutumier) di Moudon del 1577 abolì a ogni modo questa pratica a favore della consultazione delle città, di cui vi sono alcuni esempi alla fine del XVI sec. In ogni caso, la questione perse molta della sua importanza in seguito alle redazioni ufficiali della fine del XVI e dell'inizio del XVII sec. (Edits civils a Ginevra 1568, Statuta Patriae Vallesii 1571, raccolta di consuetudini di Moudon del 1577).

Riferimenti bibliografici

  • J.-F. Poudret, Coutumes et coutumiers, 4 voll., 1998-2002 (con bibl.)
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Suggerimento di citazione

Jean-François Poudret: "Consuetudini (coutumes)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 10.10.2006(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/048168/2006-10-10/, consultato il 18.04.2024.