Stazioni palafitticole del Neolitico e dell’età del Bronzo sulla riva settentrionale del Lemano, nel comune di Morges (VD), iscritte nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2011 con il nome collettivo di Stations de Morges.
La situazione geografica della baia di Morges è molto favorevole all’insediamento umano poiché il terrazzo litoraneo è ben protetto dal vento dominante da nord-est. Le Stations de Morges comprendono due villaggi preistorici sommersi vicini: la stazione più vasta, situata a sud-ovest, è quella di Grande-Cité, occupata nell’età del Bronzo finale; quella accanto, chiamata Vers-l’Eglise, posta a nord-est, risale al Neolitico finale e fu rioccupata durante il Bronzo finale.
Il rinvenimento della stazione di Grande-Cité avvenne pochi mesi dopo la scoperta storica delle cosiddette città lacustri nel lago di Zurigo (palafitticoli), in particolare nel comune di Meilen. La prima esplorazione subacquea dell’insediamento (24.8.1854) da parte di Adolf von Morlot, attrezzato con un rudimentale casco da immersione in ferro, costituisce un episodio emblematico della ricerca archeologica sulle palafitte della Svizzera a metà del XIX secolo. Il sito fu citato da diversi autori poco dopo la sua scoperta, tra cui Frédéric Troyon (1858 e 1860), Ferdinand Keller (1858), Gustav von Bonstetten (1874) e François-Alphonse Forel (1876); quest’ultimo ne redasse una sintesi nel terzo volume della sua opera sul Lemano (1904). Anche la stazione di Vers-l’Eglise fu probabilmente scoperta nel 1854, ma fu identificata come sito distinto da Grande-Cité solo più tardi (Forel 1876). Ricerche recenti vennero condotte nel 1984, nel quadro della prospezione sistematica delle stazioni sommerse della baia di Morges.

Il vasto villaggio di Grande-Cité è delimitato dal campo di palafitte e da alcune strutture architettoniche conservate, come plinti a racchetta per fissare i pali e resti di pavimenti. Una porzione di strato archeologico, conservata nella parte più larga del sito, contiene frammenti di ceramica e resti vegetali. La sua attribuzione al Bronzo finale è confermata dal ritrovamento di frammenti di ceramica e di alcuni oggetti in bronzo, come pure da una sola datazione dendrocronologica (1031 a.C.).
Un po’ più al largo dalla stazione si trovava una piroga monoxila preistorica in quercia, visibile attraverso le acque chiare. Nel 1823 un gruppo di giovani volle portarla a galla, ma durante l’operazione si spezzò in due. La metà portata in superficie si prosciugò sulla banchina e poi si decompose in polvere. Nel 1877 due “pirati” ginevrini - come li qualificò Forel (1904) - ricuperarono la metà restante e la vendettero al museo di Ginevra. Ne seguì un processo, di cui si ignora l’esito. La metà conservata dell’imbarcazione è attualmente esposta nella sala d’archeologia regionale del Musée d’art et d’histoire di Ginevra. Secondo analisi dendrocronologiche l’artefatto è effettivamente riferibile al Bronzo finale, con una datazione posteriore al 1105 a.C.

La stazione di Vers-l’Eglise presenta uno strato archeologico ben conservato, attribuito al Neolitico finale (cultura di Lüscherz, ca. 2950-2650 a.C.). Un denso ammasso di ciottoli di origine antropica (ténevière) ricopre l’intero sito, da cui emergono dei pali molto fitti. Le palafitte e la ténevière sono probabilmente riconducibili alla seconda occupazione del sito durante il Bronzo finale.
I reperti archeologici raccolti in tempi meno recenti nella stazione di Grande-Cité sono molto abbondanti. Conservati al Musée cantonal d’archéologie et d’histoire di Losanna, comprendono soprattutto oggetti in bronzo, attrezzi, elementi di parure e alcuni pezzi in ceramica. Nella stazione di Vers-l’Eglise è stato invece rinvenuto un numero considerevole di asce in roccia verde levigata. La collezione è stata arricchita con due profili in ceramica di grandi olle a cordoni e un’ascia-martello perforata in palco di cervo, venuti alla luce durante le indagini del 1984. Questi oggetti confermano l’appartenenza dell’insediamento al Neolitico finale.
Le stazioni della baia di Morges celano ancora informazioni essenziali per la comprensione di due fasi importanti dell’occupazione preistorica sulle rive del Lemano: il Neolitico finale e l’età del Bronzo finale.