Associazione svizzera fondata nel 1909 allo scopo di promuovere il suffragio femminile, rinominata nel 1971 Associazione svizzera per i diritti della donna. Pauline Chaponnière-Chaix, Camille Vidart e Auguste de Morsier contribuirono alla sua istituzione.
Nel contesto dello slancio che il movimento femminista conobbe all'inizio del XX secolo (femminismo), la rivendicazione della piena parità tra uomo e donna sul piano dei diritti politici provocava divisioni in seno a numerose società femminili svizzere, dal momento che la maggioranza delle attiviste preferiva accontentarsi di un riconoscimento parziale di tali diritti per ragioni tattiche, in particolare su suggerimento di Carl Hilty, specialista di diritto pubblico. Nel solco del movimento suffragista trasnazionale, dal 1905 associazioni di lotta in favore del diritto di voto alle donne videro la luce nelle grandi città svizzere e nel 1909 si costituirono sul piano federale in Associazione svizzera per il suffragio femminile (ASSF). Tramite le società che vi aderivano l'ASSF riuniva al suo interno la schiacciante maggioranza delle militanti, spesso nubili, con una formazione universitaria e un'attività professionale remunerata (soprattutto insegnanti, poi in misura crescente giuriste), per lo più appartenenti alla borghesia liberale, riformata e in prevalenza urbana, e alcuni militanti, spesso attivi in politica. Iscritte ed iscritti all'ASSF erano relativamente poco numerosi (765 persone nel 1909), ma disponevano di un'importante rete di contatti, grazie ai loro legami con l'élite politica e alla loro simultanea presenza in altre società femminili. Molto vicina alla classe politica maschile, l'ASSF godeva così di una fonte d'informazione e di un accesso privilegiato a coloro che prendevano le decisioni politiche, fattori entrambi di rilievo non trascurabile. Allo stesso tempo, tale prossimità costituiva però un freno all'azione, costringendo l'associazione a una certa lealtà nei confronti degli alleati uomini. Sin dalla sua istituzione, a sostegno del suffragio femminile l’ASSF affiancò argomenti che sottolineavano l'uguaglianza tra uomo e donna ad altri che attiravano l'attenzione sulle specificità di genere (ruoli sessuali). Benché in un primo tempo avesse rivendicato la possibilità di una nuova interpretazione dell'articolo 4 della Costituzione federale che consentisse l'ammissione automatica delle Svizzere nel corpo elettorale, in particolare sotto l'influsso di Antoinette Quinche, l’ASSF si rassegnò a una strategia di progressiva conquista dei diritti politici con l'appoggio dei suoi alleati nel mondo politico e delle altre società femminili.
Nel suo impegno in favore del suffragio femminile, l'ASSF vide alternarsi momenti di speranza e di disillusione. Al termine della prima guerra mondiale, nella convinzione che i servizi resi dalle donne durante il conflitto dovessero essere ricompensati, l'ASSF sostenne gli interventi socialisti in favore dell'introduzione del diritto di voto per le donne e si impegnò nelle votazioni che si svolsero in diversi cantoni, e in particolare a Ginevra dove una prima iniziativa popolare fu sottoposta al popolo nel 1920. Dopo il loro fallimento l'ASSF si concentrò su altre questioni, fra cui specialmente quella del riconoscimento del lavoro femminile. Il successo della prima Saffa nel 1928 diede nuovo slancio all'attivismo dell'ASSF in favore del diritto di voto alle donne: nel 1929, insieme con le donne socialiste, lanciò una petizione federale in questo senso. Malgrado il suo successo (furono raccolte 249'237 firme, di cui 78'840 di uomini e 170'397 di donne), la petizione non ottenne alcuna risposta da parte del Consiglio federale. L'associazione si impegnò anche sul piano internazionale, soprattutto attraverso il ruolo che Emilie Gourd svolse come segretaria dell'Alleanza internazionale per il suffragio femminile. Negli anni 1930 l'ASSF fu tra i promotori di nuovi tentativi di unificare il movimento femminista, ad esempio nel 1934 con la creazione dell'Arbeitsgemeinschaft Frau und Demokratie (comunità di lavoro Donna e democrazia). La seconda guerra mondiale rianimò la speranza in un contesto favorevole al suffragio femminile. L'ASSF fu in prima linea nel 1945 nella creazione dello Schweizerisches Aktionskomitee für Frauenstimmrecht (Comitato svizzero per il suffragio femminile), come pure in diverse votazioni cantonali su questa questione tra il 1940 e il 1951, tutte fallite. Nel 1957 l’ASSF, come l'Alleanza delle società femminili svizzere, a cui aveva aderito nel 1949, si oppose al progetto del Consiglio federale di integrare le donne nella protezione civile e rivendicò il suffragio femminile prima dell'introduzione di ogni nuovo obbligo. L’ASSF si impegnò in seguito nella campagna per il diritto di voto alle donne del 1959, che fallì sul piano federale, ma che aprì la via alla sua introduzione sul piano cantonale. L'ASSF intensificò in seguito le attività di formazione politica destinate alle donne.
Alla fine degli anni 1960 denunciò il progetto del Consiglio federale di sottoscrivere la Convenzione europea dei diritti dell'uomo in assenza del suffragio universale. Nello stesso periodo le giovani femministe del Movimento di liberazione della donna contestavano vivamente l'orientamento consensuale delle società femminili storiche, e in particolare dell'ASSF. Queste critiche furono di stimolo alle attiviste e diedero inoltre impulso alla cosiddetta marcia su Berna del 1969. Dopo l'introduzione del suffragio femminile sul piano federale nel 1971, l'ASSF continuò a lottare in suo favore negli ultimi cantoni che ancora lo rifiutavano. Cambiò nome e si orientò sempre più verso il sostegno all'impegno delle donne nella vita politica e al raggiungimento della parità tra uomo e donna in ambito economico e sociale.
Presidentesse dell'Associazione svizzera per il suffragio femminile
1909-1912 | Auguste de Morsier |
1912-1914 | Louise von Arx-Lack |
1914-1928 | Emilie Gourd |
1928-1940 | Annie Leuch-Reineck |
1940-1952 | Elisabeth Vischer-Alioth |
1952-1959 | Alix Choisy-Necker |
1959-1960 | Gertrud Heinzelmann |
1960-1968 | Lotti Ruckstuhl |
1968-1977 | Gertrude Girard-Montet |
1977-1981 | Olivia Egli-Delafontaine |
1981-1988 | Christiane Langenberger-Jaeger |
1989-1993 | Ursula Nakamura/Simone Chapuis-Bischofa |
1993-1997 | Simone Chapuis-Bischof |
1997-2009 | Jessika Kehl-Lauf |
Dal 2010 la presidenza è attribuita a una sezione cantonale scelta a turno ogni due anni. |
a Copresidentesse
Esponenti dell'Associazione svizzera per il suffragio femminile lemmatizzate nel DSS