3.12.1736 Lugano, 1790 Fermo (Marche, forse a causa di un incidente), cattolico, di Lugano. Sacerdote, internunzio apostolico a Parigi e governatore nello Stato della Chiesa.
Figlio del dottore Giovanni Battista Riva, notabile di Lugano, e di Marianna Castoreo, discendente di uno dei casati più influenti del borgo, Stefano Riva era anche pronipote del mercante Stefano Riva (1625-1714). Tenuto a battesimo dal conte abate Francesco Saverio Riva e dalla contessa Regina Francesca Riva, apparteneva al ramo dei Riva dei nobili e dei marchesi. Sacerdote, normalmente citato con il titolo di monsignore, fu protagonista di una carriera degna di nota al servizio della Santa Sede, sia nello Stato della Chiesa sia all’estero. Nei primi anni 1770 soggiornò a Parigi, dove fu uditore di Bernardino Giraud, nunzio apostolico alla corte di Luigi XV, e internunzio. Nel 1771 fu ablegato apostolico per consegnare la berretta cardinalizia a Charles-Antoine de La Roche-Aymon, arcivescovo di Reims e grande elemosiniere del re. Nello Stato pontificio fu nominato governatore della Sabina (1775) e, in seguito, di Benevento, Orvieto e Fermo (1785). A Orvieto fu accolto in seno al patriziato cittadino (1781), un diritto perpetuo esteso a tutta la famiglia.
Riva ebbe anche legami con Lucerna: una sua cugina s’imparentò con la famiglia Amrhyn ed egli stesso fu in contatto epistolare con lo scoltetto Walter Ludwig Leonz Amrhyn, di cui conobbe un figlio durante il soggiorno parigino. Tali relazioni si inserivano probabilmente nel solco dei rapporti che sia i Riva sia i Castoreo intrattenevano da decenni con la principale città cattolica svizzera. Tra il 1739 e il 1780 questi ultimi furono anche cancellieri e in seguito incaricati d'affari presso la nunziatura di Lucerna, ciò che potrebbe spiegare la carriera di Riva al servizio della Santa Sede.
La carriera prestigiosa e internazionale di Stefano Riva esemplifica, da un lato, i possibili percorsi in area italiana degli ecclesiastici altolocati delle terre ticinesi e conferma, dall’altro, i solidi legami tra il ceto dirigente dei baliaggi e le élite dei cantoni cattolici, in particolare di Lucerna.