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StefanoRiva

1625 Lugano, 3.11.1714 Lugano, cattolico, di Lugano. Mercante e membro del Consiglio del borgo.

Ritratto di Stefano Riva. Olio su tela, 1658, riproduzione tratta da Storia della famiglia Riva, 1971, vol. 1, p. 243 (Biblioteca nazionale svizzera, Berna, Nq 112739/1).
Ritratto di Stefano Riva. Olio su tela, 1658, riproduzione tratta da Storia della famiglia Riva, 1971, vol. 1, p. 243 (Biblioteca nazionale svizzera, Berna, Nq 112739/1). […]

Figlio di Giovanni Battista Riva e di Maddalena Somazzi, Stefano Riva sposò nel 1651 Stella Caterina de Papis, da cui ebbe 15 figli, tra i quali si annoverano anche monache e religiosi, come il somasco Carlo Francesco Antonio Riva. Giovanni Battista Riva (1695-1777) fu suo abiatico e Stefano Riva (1736-1790) suo pronipote. Capostipite del ramo dei nobili, fu anzitutto mercante – come tale è sempre definito nei documenti – e figura tra i commercianti maggiormente tassati nel mercimonio del 1706 e degli anni seguenti. Nel catasto del 1736, i discendenti di Stefano furono recensiti come gli abitanti più tassati, e dunque, verosimilmente, tra i più agiati del borgo. Riva non si limitò tuttavia alla mercatura (commercio), ma fu molto attivo anche nel mercato fondiario (proprietà fondiaria) e creditizio (credito) del Luganese e del Mendrisiotto. La sua attività in quest'ultimo ambito fu intensa nel Malcantone, in particolare a Cademario negli ultimi tre decenni del XVII secolo. Con il fratello Antonio Riva e il nipote Giovanni Battista Riva (1646-1729), Riva contribuì in modo tangibile all’ascesa socioeconomica della famiglia. Quale membro di uno dei principali casati del vicinato, sedette nel Consiglio del borgo.

Estratto del testamento di Stefano Riva. Inchiostro su carta, 5 novembre 1714 (Archivio storico della città di Lugano, Lugano, Fondo Famiglia Riva, Inv. II Cotti 10a/12).
Estratto del testamento di Stefano Riva. Inchiostro su carta, 5 novembre 1714 (Archivio storico della città di Lugano, Lugano, Fondo Famiglia Riva, Inv. II Cotti 10a/12). […]

Come d’uso all’epoca, partecipò attivamente all’intensa vita confraternale che caratterizzava il borgo (fu affiliato al sodalizio di S. Rocco) e fu anche strettamente legato all’ordine dei cappuccini in qualità di terziario (fratelanza). Dalle carte emerge la personalità tipica di un nobiluomo dell’epoca, rigido quanto alle scelte matrimoniali della discendenza, pronto a punire eventuali disobbedienze (nel testamento minaccia di privare della dote la figlia Anna Maddalena Riva, che era fuggita di casa per sposarsi clandestinamente), ma nel contempo attento al principio della comunione dei beni e all’armonia in seno al casato.

Riferimenti bibliografici

  • Archivio parrocchiale di Cademario, Cademario.
  • Archivio storico della città di Lugano, Lugano, Fondo antico del comune di Lugano; Fondo Famiglia Riva.
  • Fidecommesso Riva (a cura di): Storia della famiglia Riva, 3 voll., 1972-1993.
  • Schnyder, Marco: «Cademario tra Sei e Settecento. Flussi di potere e governo di un territorio», in: Panzera, Fabrizio (a cura di): Cademario. Dall'antichità al terzo millennio, 2008, pp. 51-71.
  • Schnyder, Marco: Famiglie e potere. Il ceto dirigente di Lugano e Mendrisio tra Sei e Settecento, 2011.
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Scheda informativa
Appartenenza familiare
Dati biografici ∗︎ 1625 ✝︎ 3.11.1714

Suggerimento di citazione

Marco Schnyder: "Riva, Stefano", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 26.05.2023. Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/059603/2023-05-26/, consultato il 04.10.2024.