17.4.1960 Auvernier, riformato, di Neuchâtel e Sumiswald. Politico liberale radicale neocastellano, sindaco di Neuchâtel, Consigliere nazionale, Consigliere agli Stati e Consigliere federale.
Minore di due fratelli, Didier Burkhalter è figlio di Eric Burkhalter, ingegnere tecnico STS per il settore del cronometraggio sportivo presso Longines a Saint-Imier, e di Sonia nata von Büren, segretaria di direzione della Electricité neuchâteloise SA, poi casalinga. Dopo le scuole elementare a Auvernier e secondaria a Colombier (NE), frequentò il liceo a Neuchâtel (maturità nel 1978) e praticò specialmente il calcio e il nuoto (campione cantonale dei 100 m a stile libero). Studiò scienze economiche all'Università di Neuchâtel, conseguendo la licenza nel 1982. Tra il 1984 e il 1986 fu redattore economico della Società per il promovimento dell'economia svizzera (Proec) a Ginevra. Nel 1986 sposò Friedrun Sabine Schuchter, cittadina austriaca, di Feldkirch, insegnante di lingue, dal 2017 ambasciatrice della Croce Rossa svizzera, figlia di Josef Otto Eugen Schuchter, di una famiglia contadina e artigiana, e di Irmengard nata Schmid. La coppia ebbe tre figli.
Nel 1985 Burkhalter aderì al Partito radicale democratico (PRD) del canton Neuchâtel, rinominato nel 2008 Partito liberale radicale (PLR). Raggiunse presto la carica di segretario del partito a livello cantonale e poi della Svizzera francese. Molto attivo, fu pure redattore responsabile di Politique, il magazine romando del PRD. Diede avvio alla sua carriera politica come consigliere comunale di Hauterive (NE, 1988-1990), poi fu membro del municipio (1991-2005) e a tre riprese sindaco (1994-1995, 1998-1999, 2001-2002) di Neuchâtel. Come municipale, si occupò ad esempio del riattamento della stazione delle Ferrovie federali svizzere (FFS) e del depuratore, dell'allestimento di Expo.02 sulle rive del lago, della costruzione del Nouvel Hôpital Pourtalès o del cantiere dello stadio e complesso immobiliare di La Maladière. In qualità di deputato al Gran Consiglio neocastellano (1990-2001) ricoprì diversi incarichi, fra cui la presidenza della Commissione delle finanze.
Successore del suo collega di partito Claude Frey, Burkhalter fu Consigliere nazionale (Assemblea federale) dal 2003 al 2007 (membro delle Commissioni degli affari giuridici e della politica di sicurezza). Insieme alla socialista Gisèle Ory, rappresentò poi il suo cantone in seno al Consiglio degli Stati dal 2007 al 2009 (membro delle Commissioni della scienza, dell'educazione e della cultura, come pure della politica di sicurezza). Durante questa legislatura, divenne vicepresidente della Commissione delle finanze e della Delegazione AELS/UE, esercitando un'influenza riconosciuta in seno alla Camera alta. A seguito dell'annuncio del ritiro di Pascal Couchepin dal Consiglio federale nel giugno 2009, fu il primo a dichiarare la sua disponibilità a una candidatura. Contrapponendosi al Consigliere nazionale ginevrino Christian Lüscher, secondo candidato ufficiale del PLR, e ai Consiglieri agli Stati Dick Marty, liberale radicale, che rivendicava un seggio per il Ticino, e Urs Schwaller, friburghese, che aspirava a recuperare il seggio perso nel 2003 dal Partito popolare democratico (PPD), il 16 settembre 2009 Burkhalter si impose su quest'ultimo al quarto turno con 129 voti contro 106. Assunse in primo luogo la direzione del Dipartimento federale dell'interno (DFI), in seno al quale si impegnò in favore di una riduzione dell'aliquota minima di conversione delle rendite del secondo pilastro (casse pensioni) e per l'introduzione di un nuovo articolo costituzionale (118b) concernente la ricerca sull'essere umano; nel 2010 in votazione popolare la prima riforma fu respinta, la seconda accolta. Nel 2012 Burkhalter succedette a Micheline Calmy-Rey alla testa del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Come capo della diplomazia, Burkhalter si impegnò nelle relazioni tra la Svizzera e l'Unione europea (UE). La sua volontà di rinnovare e consolidare la via bilaterale avrebbe dovuto concretizzarsi con l'adozione di un accordo quadro istituzionale, che l'UE esigeva dal 2008. Sostenuto dalle Commissioni della politica estera delle due Camere, il mandato negoziale fu osteggiato in particolare dall'Unione democratica di centro (UDC) e da alcuni membri del PPD. In seguito, a Burkhalter mancò l'appoggio necessario alla sua azione sia in seno al Consiglio federale sia da parte dei partiti, compreso il PLR. Le trattative con l'UE furono inoltre contrastate dall'iniziativa contro l'immigrazione di massa, la cui approvazione nella votazione popolare del 2014 si scontrava con l'accordo sulla libera circolazione delle persone. Fu presidente della Confederazione nel 2014, anno in cui ricoprì pure la presidenza dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). L'autorità conferitagli da questo doppio mandato gli consentì in particolare di avere un ruolo attivo nel processo di de-escalation del conflitto tra Russia e Ucraina, nell'ambito della crisi della Crimea, la cui annessione nel marzo del 2014 creò un focolaio di insicurezza in Europa.
Nel giugno 2017 Burkhalter annunciò a sorpresa le sue dimissioni dal Consiglio federale. Si trovò spesso a disagio nel conciliare la difesa dei valori umanisti in cui credeva con il rispetto del principio di collegialità nel governo. La crescente difficoltà nel superare questo divario fu probabilmente determinante nella sua decisione di ritirarsi. Fu sostituito dal ticinese Ignazio Cassis (PLR), che rilevò pure la direzione del DFAE. Dedicatosi in seguito alla scrittura, fu autore, subito dopo la sua partenza da Palazzo federale, di una prima raccolta di racconti intitolata Enfance de terre (2017), in cui sottolineò sugli ideali che guidarono il suo percorso politico. In seguito diede alle stampe altre opere di narrazione, in parte tradotte in tedesco.