11.10.1940 Sciaffusa, riformato, di Schattenhalb, Meilen e Zurigo. Imprenditore, politico democentrista zurighese, Consigliere nazionale, Consigliere federale e principale artefice della trasformazione dell'Unione democratica di centro in un partito di orientamento nazionalconservatore con una forte base elettorale.
![Il Consigliere nazionale Christoph Blocher durante il dibattito sul programma di governo del Consiglio federale a seguito del rifiuto dell'accordo sullo Spazio economico europeo (SEE) nella votazione popolare del 6 dicembre 1992. Fotografia di Walter Rutishauser, realizzata il 26 aprile 1993, in occasione della seduta inaugurale della sessione straordinaria a Palazzo federale (Biblioteca Am Guisanplatz, Berna, Collezione di ritratti Rutishauser).](/download/Articles/059714/2022-11-04/med059714-001/BLOCHER-CHRISTOPH_1993_Rutishauser-05341.jpg?rev=1.2&width=450)
Settimo degli undici figli del pastore riformato Wolfram Blocher e di Ida nata Baur, Christoph Blocher crebbe nella casa parrocchiale di Laufen presso le cascate del Reno in un ambiente conservatore e ascetico. Suo nonno era il pastore e pubblicista Eduard Blocher. Dopo una formazione come agricoltore e periodi di pratica a Buch am Irchel, Pampigny e Knonau, conseguì nel 1963 la maturità federale (tipo C) e in seguito, influenzato dal prozio Eugen Blocher, presidente del Tribunale federale, studiò diritto alle Università di Zurigo, Montpellier e alla Sorbona di Parigi. A Zurigo fu impegnato in associazioni studentesche, quale cofondatore e presidente dello Studentenring, di orientamento borghese, e membro del Grosser Studentenrat, e conseguì il dottorato nel 1971 con una tesi sulle zone agricole e sulla garanzia della proprietà. Nel 1967 sposò Silvia Kaiser, insegnante, di Wald (ZH), figlia di Lony e Willy Kaiser, direttore di un'impresa specializzata nella realizzazione di opere nel sottosuolo. La coppia ebbe quattro figli, fra cui Magdalena Martullo-Blocher, imprenditrice e Consigliera nazionale. Christoph Blocher è fratello di Judith Giovanelli-Blocher, assistente sociale e autrice di libri. Nell'esercito fu colonnello e comandante di reggimento.
![Christoph Blocher in posa nell'anno della sua acquisizione della Ems-Chemie nel capannone della sede di Ems. Fotografie di Charles Seiler tratte da un reportage per la Schweizer Illustrierte, giugno 1983 © Charles Seiler, Zurigo.](/download/Articles/059714/2022-11-04/med059714-005/BLOCHER-CHRISTOPH_Collage-Seiler-SI.jpg?rev=1.2&width=620)
Attivo nel servizio giuridico della Emser Werke AG dal 1969, già nel 1972 Blocher ne divenne direttore generale e delegato del consiglio di amministrazione; nel 1979 entrò nel consiglio di amministrazione dell'intera Ems-Chemie. Questa rapida ascesa fu favorita dai suoi stretti rapporti con il fondatore e proprietario dell'azienda Werner Oswald, che aveva conosciuto quale segretario del comitato per la commemorazione della battaglia di Marignano e delle sue conseguenze, promosso da Oswald. Dopo la morte di quest'ultimo nel 1979 due dei suoi figli incaricarono Blocher della vendita del gruppo. Membro del consiglio di amministrazione dell'Unione di banche svizzere (UBS) dal 1981 al 1991, nel 1983 Blocher stesso acquisì la maggioranza delle azioni della Ems-Chemie Holding AG beneficiando del più cospicuo credito a privati che l'UBS avesse mai concesso fino ad allora. Le circostanze di questa acquisizione furono criticate pubblicamente, e in particolare fu sollevato il dubbio che si fosse applicato un prezzo di vendita troppo basso. Negli anni seguenti Blocher consolidò la Ems-Chemie come impresa di successo orientata all'esportazione, con filiali anche negli Stati Uniti e in Cina, e come principale datrice di lavoro nella regione di Ems. Insieme al suo socio d'affari Martin Ebner utilizzò inoltre l'azienda come base per fare incetta di altre ditte, di cui i due valorizzarono le riserve occulte, chiusero i reparti poco redditizi, distribuirono gli alti profitti e rivendettero parti e azioni, così ad esempio nel 1997 con Alusuisse. I guadagni finanziari del gruppo Ems superarono talvolta i profitti operativi. Gli affari di Blocher con il regime dell'apartheid in Sudafrica, che difese sul piano politico e mediatico attraverso la fondazione, nel 1982, dell'Arbeitsgruppe südliches Afrika (Gruppo di lavoro dell'Africa meridionale), furono controversi. Blocher è uno dei più ricchi abitanti della Svizzera.
Membro dell'Unione democratica di centro (UDC) dal 1972, Blocher fu municipale di Meilen (1974-1978), deputato al Gran Consiglio zurighese (1975-1980), presidente dell'UDC del canton Zurigo (1977-2003) e Consigliere nazionale (1979-2003, Assemblea federale). Nel 1987 mancò l'elezione al Consiglio degli Stati. Promotore del referendum contro il nuovo diritto matrimoniale nel 1985, come Consigliere nazionale si batté inoltre per una riduzione della spesa pubblica e in favore della piazza finanziaria elvetica e si oppose alla regolamentazione e all'imposizione dei mercati finanziari, nonché all'immigrazione e all'adesione della Svizzera ad accordi e organizzazioni internazionali. Nel corso degli anni 1990, con l'appoggio di Ueli Maurer, presidente del partito dal 1996, trasformò l'UDC da rappresentante del ceto medio contadino e artigiano in un partito neoliberale, critico nei confronti dell'immigrazione e dell'Europa, con una rigida struttura direttiva e una rete di grandi finanziatori con forti possibilità economiche, ciò che inizialmente non mancò di suscitare veementi resistenze all'interno del partito. Il rifiuto dell'adesione della Svizzera all'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) nel 1986 diede però slancio alle forze nazionalconservatrici. Insieme ad altri membri del comitato d’azione dei contrari, Blocher fondò l'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (Asni), di cui fu presidente fino al 2003. Nella campagna di voto sull'ingresso della Svizzera nello Spazio economico europeo (SEE) del 1992 si fece portavoce dei contrari, che si imposero con il 50,3% di no. Negli anni 1990, sotto la guida di Blocher, l'UDC, che nel 1991 rappresentava l'11,9% degli elettori, integrò al proprio interno la maggior parte dei sostenitori delle formazioni minori di destra, che nel 1991 avevano ottenuto poco meno dell'11% di voti. Dagli anni 2000 Blocher portò l'UDC a profilarsi come schieramento del mondo economico, allargando la propria base elettorale a scapito del Partito radicale democratico (PRD) e del Partito popolare democratico (PPD).
![Christoph Blocher dopo la sua elezione in Consiglio federale insieme al vicepresidente dell'UDC svizzera Toni Brunner, circondato dai fotografi della stampa nella sala del Consiglio nazionale. Fotografia realizzata a Berna il 10 dicembre 2003 (KEYSTONE / Edi Engeler, immagine 15822915).](/download/Articles/059714/2022-11-04/med059714-007/BLOCHER-CHRISTOPH_Wahl-Bundesrat-Keystone-15822915.jpg?rev=1.2&width=450)
Già nel 1999 e 2002 l’UDC aveva messo in discussione la distribuzione dei seggi fra i partiti all'interno del Consiglio federale (formula magica). Dopo essere nuovamente uscita come forza vincente (26,7% di voti) dalle elezioni federali del 2003, rivendicò quindi un secondo seggio, da assegnare a Christoph Blocher. Con l'aiuto di voti del PRD, il 10 dicembre 2003 quest'ultimo si impose al terzo turno con 121 voti su 116 (maggioranza assoluta 119) a scapito della Consigliera federale uscente Ruth Metzler-Arnold (PPD). Dopo la sua elezione cedette la direzione della Ems-Chemie alla figlia Magdalena Martullo-Blocher. Direttore del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), si occupò in particolare della legge sul Tribunale federale, della revisione della legge federale sui brevetti e dell'attuazione dell'iniziativa sull'internamento a vita per criminali sessuomani o violenti estremamente pericolosi e refrattari alla terapia, accolta in votazione popolare nel 2004. Si impegnò inoltre in favore della privatizzazione di Swisscom, della protezione dei brevetti delle industrie farmaceutiche e contro le importazioni parallele di medicamenti. L'approvazione a larga maggioranza dell'inasprimento della legge sull'asilo e della revisione della legge federale sugli stranieri nella votazione del settembre 2006 costituì un importante successo.
Distanziandosi dal principio di collegialità, Blocher si impegnò, anche in veste di Consigliere federale, in favore di rivendicazioni di partito. Ad esempio, nell'ottobre 2006, in occasione della sua visita in Turchia, criticò la norma contro il razzismo del Codice penale svizzero (articolo 261bis) e appoggiò in questo modo la richiesta dell'UDC di stralciarla, prospettando una sua revisione malgrado le opinioni contrarie in seno al Consiglio federale. Questo comportamento, ma pure la sua persona furono fortemente criticati. In occasione del rinnovo integrale del Consiglio federale nel 2007 i gruppi parlamentari di sinistra ed esponenti del PPD mobilitarono un'estesa opposizione contro la rielezione di Blocher, che fu battuto da Eveline Widmer-Schlumpf, sua collega di partito, con 115 voti su 125 (maggioranza assoluta 122). Quest'ultima fu espulsa dal partito insieme a Samuel Schmid, così che in seguito l'UDC non fu più rappresentata in Consiglio federale. Tra il 2008 e il 2018 Blocher fu vicepresidente e membro del comitato direttivo dell'UDC svizzera. Nel 2011 fu nuovamente eletto in Consiglio nazionale, ma non riuscì ad accedere al Consiglio degli Stati; nel 2014 si dimise. Alla testa del comitato No alla strisciante adesione all'Unione europea (UE), da lui fondato nel 2013, nel 2022 ha promosso la sua fusione con l'Asni e l'Associazione padronale contro l'adesione all'UE per formare l'organizzazione Pro Schweiz.
![«Costruiamo un altare domestico per S. Cristoforo (santo protettore contro tutti i mali, chi non è di destra e gli stranieri)». Caricatura di Ernst Feurer, apparsa sul Nebelspalter, 1993, n. 48, p. 13 (Biblioteca nazionale svizzera, Berna; e-periodica).](/download/Articles/059714/2022-11-04/med059714-006/BLOCHER-CHRISTOPH_Karikatur-1993-Nebelspalter-neb-001_1993_119_2226.jpg?rev=1.2&width=450)
Blocher fu anche imprenditore e politico dei media. Dagli anni 1980 acquisì diversi periodici regionali, fra cui il Bündner Tagblatt nel 1986 e la Basler Zeitung nel 2010, e tentò più volte di assumere il controllo di un mezzo di comunicazione di portata nazionale. Durante la sua carriera politica puntò sempre su un approccio professionale ai media, sfruttò trasmissioni quali il programma televisivo Arena, fu uno dei primi politici ad avere una pagina web personale e con Teleblocher si dotò di un proprio format televisivo. Collezionista d'arte, Blocher possiede la più ampia raccolta privata di opere di Albert Anker e numerosi dipinti di Ferdinand Hodler. È presidente della Stiftung Schweizer Musikinsel Rheinau e, dal 2001, cittadino onorario di Lü.
Quale portavoce e capo strategico dell'UDC nonché Consigliere nazionale, dagli anni 1990 Christoph Blocher riuscì a influenzare in modo decisivo l'agenda di politica interna ed estera. Ricorse a immagini di impatto emotivo ispirate ai miti di fondazione, stigmatizzò chi considerava «stanco della patria» («Heimatmüde») e invocò lo slogan di ispirazione storica «adattarsi o resistere» in riferimento all'UE e all'ONU. Leader carismatico del partito e brillante oratore, riattivò così una forma di difesa spirituale, che per decenni esercitò una grande influenza. Con costose campagne contro singoli gruppi della popolazione introdusse nuovi standard nella comunicazione politica. Christoph Blocher è considerato il precursore del populismo in Svizzera, che postula l’esistenza di una contrapposizione tra il popolo, ritenuto genuino e sovrano, e una «classe politica» elitaria, che il popolo deve superare.