Il Museo Vincenzo Vela è un’istituzione pubblica nata dal legato testamentario in favore della Confederazione disposto nel 1892 dal pittore Spartaco Vela. Ubicato a Ligornetto, venne inaugurato come Museo Vela nel 1898. Tra le prime collezioni private a entrare in possesso della Confederazione, fu per molti anni l’unico museo pubblico in Ticino. L'istituzione è condotta e finanziata dall’Ufficio federale della cultura (UFC). Principale casa-museo di uno scultore in Svizzera, villa Vela custodisce una tra le più importanti e complete gipsoteche europee (scultura). Insieme al contiguo parco costituisce un Gesamtkunstwerk (opera d'arte totale) di grande pregio.
Lo scultore Vincenzo Vela, di Ligornetto, trascorse la prima parte del suo percorso artistico tra Lombardia e Piemonte, dove riscosse uno straordinario successo di pubblico e di committenza. Giunto all’apice della sua carriera, nel 1867 rientrò da Torino in canton Ticino, dove nel frattempo aveva fatto costruire una residenza signorile su un promontorio a ridosso del villaggio natio. Progettata dall’architetto Cipriano Ajmetti, la villa avrebbe dovuto in origine servire da residenza di campagna; il progetto fu tuttavia radicalmente rivisto quando l’artista decise di abbandonare definitivamente l’Italia e di riunire nella residenza signorile l’intera raccolta dei suoi gessi originali, oltre alle altre collezioni di famiglia. Ajmetti, insieme a Vela, modificò il progetto, perfezionato dall’architetto ticinese Isidoro Spinelli, che dal 1862 diresse il cantiere. Sebbene nel complesso aderente allo stile delle residenze estive della nobiltà milanese, la struttura dell’edificio, a triplice funzione – domestica-residenziale, creativa-lavorativa, espositiva-celebrativa – era inedita per l’epoca.
Nel 1868, dopo l’insediamento dell’artista con la sua famiglia a Ligornetto, la villa fu aperta al pubblico, e nel 1881 Vela fece progettare dall’architetto e amico Augusto Guidini una portineria in stile chalet dove alloggiare il custode, la cui presenza si rendeva ormai necessaria considerato il successo di visitatori riscosso dal luogo singolare e sorprendente. La compilazione a mano di una prima guida della collezione, redatta dalla moglie, Sabina Vela-Dragoni, e dal figlio dello scultore intorno al 1880, de facto sanciva lo statuto della villa quale museo privato.
Nel febbraio del 1892 Spartaco, unico figlio ed erede di Vincenzo Vela, redasse il testamento con il quale, rispettando le volontà del padre, donò la villa e le collezioni in essa contenute alla Confederazione, che accettò il lascito nel gennaio del 1896. Il museo venne ufficialmente inaugurato nel 1898, un anno dopo la morte di Lorenzo Vela, scultore-decoratore e fratello maggiore di Vincenzo, la cui donazione arricchì le collezioni. Costituite dai lasciti dei tre membri della famiglia Vela, queste ultime comprendono le loro opere autografe, materiali di lavoro e le collezioni d’arte da loro raccolte, tra le quali spiccano la quadreria e la raccolta di fotografie antiche, unica nel suo genere. Sebbene il mandato del museo non preveda l’ampliamento delle collezioni, al nucleo fondante si sono aggiunte nel tempo alcune acquisizioni di opere in marmo di Vincenzo Vela e diverse donazioni, principalmente di opere scultoree dei succitati artisti o di loro assistenti e allievi.
Contestualmente allo scemato interesse per il realismo, il museo perse importanza e l’edificio subì delle ristrutturazioni interne (1913, 1960-1961), che cancellarono quasi ogni traccia domestica e dell’originaria disposizione delle opere. La rivalutazione dell'opera di Vela dagli anni 1970 spinse l'UFC a rilanciare e ammodernare l'istituzione (1978, 1983-1987). L'ultimo e più significativo rinnovo fu eseguito su progetto dell’architetto Mario Botta (1997-2001). Parallelamente, la direzione del museo ricostruì al meglio la disposizione originaria della collezione permanente soprattutto nell’ottagono centrale, intorno al quale sono disposte, secondo criteri tematici, le opere principali tratte dalle diverse collezioni, volte ad illustrare non solo la qualità dell’opera di Vincenzo Vela, bensì anche i procedimenti creativi e i materiali necessari alla sua realizzazione.
Il museo funge da centro di competenza per lo studio dell’opera di Lorenzo, Vincenzo e Spartaco Vela, pubblica regolarmente approfondimenti sugli artisti e il loro contesto storico ed è dotato di una biblioteca scientifica. Dal 2001 persegue una coerente attività espositiva incentrata soprattutto sulla scultura del XIX secolo e contemporanea e sulla fotografia del XIX secolo. Le mostre sono accompagnate da cataloghi scientifici plurilingui. Particolarmente ricche sono le proposte di mediazione culturale aperte a ogni genere di pubblico. Il museo opera già dal 2004, tra le prime istituzioni svizzere, nell’ambito dell’integrazione di migranti, persone richiedenti asilo, con disabilità o affette da demenze. Ciò gli è valso nel 2019, primo museo in Ticino, il marchio Cultura inclusiva di Pro Infirmis.
Fin dall'origine, il parco costituiva una parte integrante del sito. Il paesaggista a cui Vincenzo Vela si rivolse non è noto, ma la sua tripartizione fa ipotizzare una regia oculata. Le caratteristiche principali del parco, oggi inserito nella rete dei Grandi giardini italiani, sono state mantenute anche dopo la ristrutturazione del 2011, con una particolare attenzione per la biodiversità. Il grande prato terrazzato ospita mostre all’aperto e attività culturali di varia natura.