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SibylleNeff

14.3.1929 Basilea, 10.7.2010 Appenzello, cattolica, di Appenzello. Pittrice, disegnatrice e attivista.

Ritratto fotografico di Sibylle Neff, realizzato da Hans Peter Klauser, Zurigo, 1965 ca. (Museum Appenzell, Inv. 25031).
Ritratto fotografico di Sibylle Neff, realizzato da Hans Peter Klauser, Zurigo, 1965 ca. (Museum Appenzell, Inv. 25031).

Figlia illegittima di Maria Bertha Ulmann, ricamatrice a mano, e di Felix Hautle, Sibylle Hautle nacque a Basilea e crebbe con la madre in umili condizioni ad Appenzello, sotto la vigilanza dell'autorità di protezione dei minori. Quando nel 1940 la madre sposò il lattoniere Hermann Neff, alcuni cittadini di Appenzello chiesero all'autorità di tutela che la ragazza venisse collocata in orfanotrofio. La madre e il patrigno si opposero con successo a questa misura. Nel 1959 fu autorizzata ad assumere il cognome del patrigno che portò fino alla fine; poiché il nome alla nascita tradiva la sua illegittimità, fino a quel momento aveva firmato le proprie opere con il solo nome di battesimo. Sibylle Neff rimase nubile e non ebbe figli.

Neff scoprì presto la sua passione e il talento per la pittura. Nel suo percorso artistico fu istruita e guidata da Johann Baptist Zeller, esponente della pittura contadina classica, di cui riprese gli utensili di pittura alla morte. Prima donna di Appenzello Interno ad esprimersi in questo stile artistico tradizionale, nel 1951 fu ammessa alla scuola di arti applicate di San Gallo solo su presentazione di suoi lavori, senza aver sostenuto un esame. Tuttavia, dopo quattro mesi dovette interrompere gli studi per motivi finanziari. Tornata ad Appenzello continuò a dipingere, riuscì a vendere i suoi quadri con successo e a mantenersi con la propria arte. Le opere di Neff suscitarono interesse in Svizzera e all'estero, come testimoniano la sua partecipazione a diverse mostre, in particolare alla Triennale dell'arte naïf a Bratislava (1966 e 1969), e vari articoli sulla stampa. Una delle pittrici di arte naïf più rinomate dell'epoca, cercò di superare le forme d'espressione e i temi tradizionali, sviluppando un proprio stile. Fine osservatrice, rappresentò il mondo in maniera realistica e bucolica, componendo i propri quadri come narrazioni in cui comparivano anche aspetti difficili dell'esistenza e motivi politici. Neff registrò inoltre le sue impressioni e i suoi pensieri su diari o come annotazioni letterarie e motti.

Viehgant auf dem Landsgemeindeplatz di Sibylle Neff. Olio su legno, 42 x 51 cm (con cornice), 1962 (Museum Appenzell, Inv. 19892).
Viehgant auf dem Landsgemeindeplatz di Sibylle Neff. Olio su legno, 42 x 51 cm (con cornice), 1962 (Museum Appenzell, Inv. 19892). […]

Per tutta la vita Neff combatté le autorità cantonali, dalle quali si sentiva ingiustamente trattata sin dalla tentata collocazione in un istituto durante l'infanzia. Intentò cause giuridiche, che in parte vinse, protestò pubblicamente e sulla facciata della sua casa sulla Landsgemeindeplatz appese manifesti che denunciavano i soprusi delle autorità e il nepotismo. Espresse le sue opinioni anche in lettere ai giornali e annunci a pagamento; nel 1977 in televisione prese posizione per il brigadiere Jean-Louis Jeanmaire, condannato per tradimento. Nel contesto del dibattito attorno all'introduzione del suffragio femminile in Appenzello Interno, nel 1990 durante la Landsgemeinde gettò delle stoviglie dalla finestra. L'arte di Neff è menzionata nell'opera standard Die Naiven der Welt (1971) di Oto Bihalji-Merin. All'artista venne dedicato un documentario (1994) e una mostra nel Museum Appenzell in occasione del suo settantesimo compleanno (1999). Per la sua opera nel 2007 Sibylle Neff fu insignita del premio culturale di Appenzello Interno. Poco prima di morire istituì una fondazione, a cui intestò parte del suo lascito.

Riferimenti bibliografici

  • Museum Appenzell, Appenzello, Fondo.
  • Bihalji-Merin, Oto: Die Naiven der Welt, 1971.
  • Knobel, Bruno: Die Appenzeller Malerin Sibylle Neff, 1989.
  • Meschini, Angela: Nicht für die Liebe geboren?, 1994 (documentario).
  • Morger, Peter: «Sibylle Neff – zwischen Rebellion und Idyllik», in: Appenzeller Kalender, 1995, pp. 69-75.
  • Reichmuth, Sepp (a cura di): Sibylle Neff. Ab 1929 Appenzell, 2001 (catalogo mostra).
  • Rechsteiner, Rolf: «Sibylle Neff (Appenzell, 1929-2010)», in: Appenzellische Jahrbücher, 138, 2011, p. 197 (necrologio).
  • Fuchs, Mäddel: «Sibylle Neff 1929-2010. Malerin, Kämpferin, Unbequeme», in: Fuchs, Mäddel; Tanner, Albert (a cura di): Appenzeller Welten. 415,4 km2 im Universum, 2016, pp. 66-67.
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Sibilla Veronika Hautle (nome alla nascita)
Sibilla Veronika Neff
Sibilla Veronika Ulmann
Sibylle Veronika Neff
Dati biografici ∗︎ 14.3.1929 ✝︎ 10.7.2010

Suggerimento di citazione

Rebekka Dörig Sutter: "Neff, Sibylle", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 10.03.2022(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/060455/2022-03-10/, consultato il 14.05.2025.