Si stima che fino al 1970 in Svizzera diverse migliaia di donne e un numero nettamente inferiore di uomini siano stati sottoposti a sterilizzazione (forzata) sulla base di perizie psichiatriche. All'inizio del XX secolo questi interventi si diffusero nel contesto dell'eugenica nascente, dei problemi sociali, delle prestazioni assistenziali e del controllo delle nascite da parte delle autorità. Vanno distinti dalle sterilizzazioni per motivi clinici (medicina interna, ginecologia), senza perizie psichiatriche. Mentre la sterilizzazione (legatura delle tube o dei dotti deferenti) porta in primo luogo all'infertilità, la castrazione (rimozione delle ovaie e dei testicoli o alternative chimiche) ha conseguenze gravi anche sulla libido, conferendole rilevanza in materia di politica criminale nei casi di reati sessuali.
Tra eugenica, psichiatria e controllo delle nascite
Negli anni 1910 si affermarono quattro indicazioni per la sterilizzazione. L'indicazione eugenica aveva lo scopo di prevenire la «degenerazione» del «corpo della nazione» (Volkskörper) impedendo la procreazione di persone con «tare ereditarie». L'indicazione sociale comprendeva da un lato la sterilizzazione volontaria a fini contraccettivi e dall'altro la sterilizzazione «di emergenza» di persone senza cosiddetti difetti ereditari, ma povere (povertà) e spesso dipendenti dall'assistenza pubblica, al fine di evitare ulteriori spese per la collettività. L'indicazione psichiatrica (a volte anche medica) veniva formulata dai periti per motivi di salute pubblica al fine di prevenire una malattia mentale (o un suo aggravamento) causata da una gravidanza. L'indicazione medica in senso stretto mirava a prevenire una malattia fisica (o un suo peggioramento) dovuta a una gravidanza.
Inizialmente prevalsero i motivi eugenici, ma dalla metà degli anni 1920 gli psichiatri raccomandarono sterilizzazioni generalmente in seguito a una richiesta di aborto, principalmente per ragioni sociali e di salute. In queste situazioni, per le interessate tipicamente si mescolavano consenso formale e costrizione effettiva, poiché l'aborto veniva generalmente prescritto solo se le donne acconsentivano anche alla sterilizzazione. Dagli anni 1950 predominarono le richieste di sterilizzazione volontaria da parte di donne e coppie per motivi di pianificazione familiare (controllo delle nascite). Fino agli anni 1970, gli interessi, le motivazioni e le circostanze delle sterilizzazioni disposte su indicazione psichiatrica si trasformarono e ampliarono. Nel 1981, l'Accademia svizzera delle scienze mediche (ASSM) emanò delle disposizioni che vietavano la sterilizzazione di persone incapaci di discernimento. Una regolamentazione legale a livello nazionale, che consente la sterilizzazione volontaria di adulti capaci di discernimento a partire dai 18 anni, è entrata in vigore nel 2005. Nei casi di persone sotto curatela, è necessario anche il consenso del rappresentante legale e delle autorità di vigilanza in materia di tutela (maggiore età). Le persone durevolmente incapaci di discernimento possono essere sterilizzate solo in casi eccezionali.
Fino agli anni 1910, le persone toccate venivano talvolta anche castrate per motivi eugenici. Nel 1892 Auguste Forel, direttore della clinica psichiatrica cantonale di Zurigo (Burghölzli), fece castrare una «ragazza isterica di 14 anni» ed è quindi considerato il precursore delle castrazioni con motivazione eugenica in Europa. Le castrazioni chirurgiche effettuate a partire dal XIX secolo ebbero gravi conseguenze fisiche e psichiche, in particolare sulla libido (sessualità). La tecnica, meno invasiva, della sterilizzazione fu sviluppata intorno al 1890. Se l'obiettivo principale dell'intervento era rendere la persona infertile, la sterilizzazione sostituì la castrazione a partire dagli anni 1910.
Pratiche di sterilizzazione in Svizzera fino al 1970
Nel periodo considerato, le sterilizzazioni convalidate da perizie psichiatriche furono eseguite in una zona grigia dal profilo giuridico. La politica affidò consapevolmente la responsabilità – e il potere d'azione – nelle pratiche di sterilizzazione al corpo medico (psichiatria). La condizione formale per una sterilizzazione era la «libera volontà», ovvero il consenso delle persone interessate o, all'occorrenza, dei loro rappresentanti legali, nonché il rispetto degli standard scientifici. Solo il canton Vaud dal 1928 ebbe una legge che consentiva sterilizzazioni forzate con motivazione eugenica, ma solo su richiesta dell'Ufficio di sanità cantonale e solo per persone con disabilità cognitive o malattie mentali incurabili che presumibilmente avrebbero avuto discendenti affetti da «tare ereditarie».
Finora sono disponibili documentazioni su casi singoli (Grigioni, Lucerna, Turgovia) e richerche più o meno sistematiche (Argovia, Basilea-Città, Basilea-Campagna, Berna, Friburgo, Ginevra, Neuchâtel, San Gallo, Vaud, Vallese e Zurigo) sulle pratiche di sterilizzazione per motivi psichiatrici. A causa della diversità dei periodi, delle regioni, delle istituzioni, dei campioni e delle fonti utilizzate nelle varie indagini, i relativi risultati sono solo parzialmente confrontabili. Tuttavia, emergono schemi e argomentazioni generalizzabili. Nell'insieme, sembra che nelle regioni cattoliche e rurali (in particolare nei cantoni Friburgo e Vallese) siano state effettuate nettamente meno sterilizzazioni. Nelle regioni urbane fu invece principalmente la domanda di aborti da parte delle donne a influenzare le pratiche di sterilizzazione per motivi psichiatrici dalla metà degli anni 1920 alla metà degli anni 1950. Nel canton Zurigo la politica in materia d'aborto fu relativamente liberale fino all'introduzione di paragrafi sull'interruzione di gravidanza nel Codice penale (diritto penale) nel 1942. Nel contesto di perizie ambulatoriali, generalmente psichiatre e psichiatri zurighesi autorizzavano le donne sposate ad abortire per ragioni sociopsichiatriche se accettavano anche di farsi sterilizzare. Anche Basilea e Berna applicavano questa misura, e secondo i referti, probabilmente anche Ginevra; per la Svizzera occidentale e meridionale esistono poche o nessuna ricerca su questo argomento. A Basilea e Berna, tuttavia, l'associazione tra aborto e sterilizzazione era meno comune nella pratica e, in generale, l’aborto autorizzato più raramente. Generalmente, nel corso del XX secolo l'aborto era consentito ufficialmente solo su indicazione medica. Inoltre, tutti gli studi dimostrano che il rischio di una sterilizzazione eugenica era particolarmente elevato per donne nubili incinte, a cui venivano diagnosticati «deficienza (morale)», «minaccia per la moralità» o «dissolutezza sessuale». Per spingerle a farsi sterilizzare, spesso veniva esercitata una forte pressione: ad esempio minaccia di messa sotto tutela e rilascio dalla clinica o autorizzazione al matrimonio solo dopo sterilizzazione. Le sterilizzazioni forzate con esplicita motivazione eugenica erano, tuttavia, rare rispetto alle sterilizzazioni associate a un aborto o a fini contraccettivi, e dopo il 1945 rappresentavano delle eccezioni. Tuttavia, la biografia di Bernadette Gächter (Widerspenstig, 2006) di Jolanda Spirig illustra in maniera esemplare, che fino agli anni 1970 inoltrati le donne nubili, in particolare nelle zone rurali, potevano essere costrette ad abortire e/o a farsi sterilizzare se rientravano in una categoria a rischio.
Nella maggior parte delle sterilizzazioni autorizzate da uno psichiatra – almeno fino al 1945 – si riscontra una forma di costrizione di tipo sistemico. Il consenso formale veniva spesso ottenuto a determinate condizioni. Tuttavia, la questione della costrizione deve essere valutata caso per caso, considerando i contesti specifici e l'interpretazione soggettiva della situazione da parte delle interessate. Diverse analisi di casi dimostrano che un consenso ottenuto in condizioni di costrizione sistemica non veniva necessariamente percepito da esse come contrario alla loro volontà. Ad esempio, alcune donne sposate che desideravano abortire consideravano auspicabile anche la sterilizzazione se avevano già diversi figli e temevano costantemente una gravidanza per l’insufficienza dei metodi contraccettivi e soffrivano di condizioni di salute precarie e circostanze di vita opprimenti. Al contrario, le donne nubili ritenevano generalmente che il loro consenso fosse stato ottenuto in modo forzato e soffrivano a causa della sterilizzazione, poiché andava contro il loro desiderio di procreazione.
Le gravidanze indesiderate e relativi rischi per la salute esposero le donne in misura maggiore alla sterilizzazione rispetto agli uomini. I ruoli sessuali consolidati (tra cui una patologizzazione più rapida del comportamento sessuale femminile), il principio della libera volontà (con una maggiore e più frequente resistenza da parte degli uomini verso tentativi di pressione) e la pluralità dei motivi (nel contesto più ampio del controllo delle nascite, in particolare la richiesta di aborti e la condizione a cui erano legati) costituirono ulteriori importanti ragioni per cui in Svizzera e in altri Stati non totalitari come Svezia, Danimarca, ecc., la sterilizzazione sulla base di perizie psichiatriche riguardava principalmente le donne. A Zurigo, fino al 1942, oltre il 90% di tali interventi veniva eseguito su donne, mentre fino al 1968 circa l'80%. Nella Germania nazista, dove le pratiche di sterilizzazione forzata erano chiaramente motivate da eugenica e garantite dalla legge, uomini e donne vennero sterilizzati in egual misura.
Selezione di dati e contesti di rilevamento fino al 1970
Cantone | Istituzione | Periodo | Rilevamenti | Fonte (riferimento bibliografico) |
---|---|---|---|---|
Argovia | Kantonale Heil- und Pflegeanstalt Königsfelden | 1892-1945 | 80 sterilizzazioni di donne, 58% coniugate, prevalentemente per motivi sociali ed eugenici, anche sociopsichiatrici; 70% senza consenso informato (costrizione sistemica). | Spoglio completo delle cartelle cliniche psichiatriche delle donne (3800) (Dubach 1999) |
1925-1930 | Nessuna sterilizzazione di uomini | Spoglio completo delle cartelle cliniche psichiatriche degli uomini (600) (Dubach 1999) | ||
Basilea-Campagna | Kantonale Krankenanstalt Liestal | 1930-1960 | 576 sterilizzazioni di donne | Rapporti annuali, perizie psichiatriche (Ott 2017) |
fino al 1939 | ⅓ delle sterilizzazioni associate a un aborto | |||
1951-1960 | 340 sterilizzazioni di uomini | |||
Basilea-Città | Psychiatrische Poliklinik Basel-Stadt | 1930-1960 | 47% delle perizie psichiatriche di donne legate a un aborto, autorizzato nel 61% dei casi, di cui ⅓ con sterilizzazione. Indicazione per l'aborto prevalentemente per motivi sociopsichiatrici, per le sterilizzazioni associate talvolta anche per motivi eugenici. | Cartelle cliniche psichiatriche (Wecker et al. 2013) |
Berna | Città di Berna | 1920-1950 | 70 sterilizzazioni menzionate, 62 donne (25 nubili), 8 uomini (3 celibi) per motivi principalmente sociopsichiatrici, in 13 casi eugenici; ½ dei casi vincolati a condizioni. | Verbali della commissione di tutela (Gallati, in Hauss et al. 2012) |
Kantonale psychiatrische Universitätsklinik Waldau | 1930-1953 | 516 sterilizzazioni (stima), oltre 90% donne, «numerose» senza consenso informato, raramente con motivazione esplicitamente eugenica. | Cartelle cliniche psichiatriche (Cagnazzo, in Hauss et al. 2012) | |
Sanitätsdirektion Kanton Bern | 1942-1953 | 112 sterilizzazioni associate a un aborto all'anno (stima), corrispondenti a ¼ degli aborti autorizzati in via psichiatrica, generalmente per motivi sociopsichiatrici | Controperizie mediche degli aborti (Cagnazzo, in Hauss et al. 2012) | |
Vaud | Conseil de santé | 1928-1985 | 187 sterilizzazioni «involontarie» di persone sotto tutela, autorizzate per motivi di «igiene sociale» ed eugenici; ca. 87% donne, prevalentemente nubili, con accordo formale del rappresentante legale. | Dossier delle sterilizzazioni secondo la relativa legge (Heller et al. 2002) |
Zurigo | Psychiatrische Poliklinik Zürich | 1923-1968 | Fino al 1942 prevalentemente sterilizzazioni associate a un aborto di donne coniugate (ca. ½ non considerate sterilizzazioni forzate dalle dirette interessate), ⅔ per motivi sociopsichiatrici, ⅓ per motivi eugenici. Dopo il 1942 diminuzione delle autorizzazioni all'aborto e della pratica delle sterilizzazioni associate a un aborto, forte aumento di sterilizzazioni «semplici», dagli anni 1950 prevalentemente a fini contraccettivi, ca. 20% uomini (prima del 1942 ca. 10%). | Cartelle cliniche psichiatriche (Dubach 2013) |
anni 1930 | 1700-3600 sterilizzazioni (stima) |
Pratiche di castrazione in Svizzera fino al 1970
All'inizio del XX secolo la castrazione fu estrapolata dal contesto eugenico e a partire dagli anni 1920 effettuata prevalentemente sugli uomini. Lo scopo dell'intervento era ridurre gli impulsi sessuali in caso di reati sessuali ripetuti come l'abuso sessuale su minori, l'esibizionismo e gli «atti contro natura» (lussuria), che includevano anche i rapporti sessuali tra uomini (omosessualità). Come la sterilizzazione, anche questo intervento non era regolamentato dalla legge; le condizioni necessarie per l'operazione erano il consenso formale e un motivo terapeutico, oltre all'esecuzione da parte di professionisti. Gli interventi si basavano su perizie psichiatriche, in collaborazione con la giustizia e altre istituzioni coinvolte. L'obiettivo era cambiare la personalità dell'individuo per evitare la recidiva e ottenere l'impunità e l'integrazione sociale. Le persone interessate dovevano scegliere tra la privazione della libertà (penitenziari) o la castrazione. Fino all'inizio degli anni 1970 (quando divenne possibile la castrazione chimica), la castrazione chirurgica fu utilizzata come misura di prevenzione in materia di politica criminale. Non è stato possibile quantificare esattamente l'entità di questo fenomeno. Secondo le catamnesi e gli studi condotti finora, si stima che abbia interessato almeno 500-800 uomini.
Riferimenti bibliografici
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- Schlatter, Christoph: «Merkwürdigerweise bekam ich Neigung zu Burschen». Selbstbilder und Fremdbilder homosexueller Männer in Schaffhausen 1867 bis 1970, 2001.
- Heller, Geneviève; Jeanmonod, Gilles; Gasser, Jacques: Rejetées, rebelles, mal adaptées. Débats sur l’eugénisme et pratiques de la stérilisation non volontaire en Suisse romande au XXe siècle, 2002.
- Huonker, Thomas: Diagnose: «moralisch defekt». Kastration, Sterilisation und Rassenhygiene im Dienst der Schweizer Sozialpolitik und Psychiatrie 1890-1970, 2003.
- Spirig, Jolanda: Widerspenstig. Zur Sterilisation gedrängt: Die Geschichte eines Pflegekindes, 2006.
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- Wecker, Regina: «Eugenics in Switzerland before and after 1945 – a continuum?», in: Journal of Modern European History, 10/4, 2012, pp. 519-539.
- Dubach, Roswitha: Verhütungspolitik. Sterilisationen im Spannungsfeld von Psychiatrie, Gesellschaft und individuellen Interessen in Zürich (1890-1970), 2013.
- Wecker, Regina; Braunschweig, Sabine et al.: Eugenik und Sexualität. Die Regulierung reproduktiven Verhaltens in der Schweiz, 1900-1960, 2013.
- Germann, Urs: «"Entmannung" oder dauerhafte Verwahrung? Die Kastration von Sexualstraftätern in der Schweiz zwischen 1930 und 1970. Zum Stand der historischen Forschung», in: Fink, Daniel; Steiner, Silvia et al. (a cura di): Sexualité, déviance et délinquance, 2014, pp. 119-135 (atti di convegno).
- Ott, Lukas: Man geht hinein, um wieder herauszukommen! Geschichte der Psychiatrie des Kantons Basel-Landschaft, 2017.
- Imboden, Gabriela: Entmannung: Paradoxe Herstellung von Männlichkeit. Formierung der kriminalpräventiven Kastration und ihre Praxis in Basel zwischen 1935-1960, tesi di dottorato, Università di Basilea, 2019.
- Delessert, Thierry: Sortons du ghetto. Histoire politique des homosexualités en Suisse, 1950-1990, 2021.
- Gusset, Silas; Seglias, Loretta; Lengwiler, Martin: Versorgen, behandeln, pflegen. Geschichte der Psychiatrie in Graubünden, 2021.
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