20.11.1896 Berna, 7.6.1962 Ginevra, riformata, di Ginevra. Traduttrice e capa della delegazione dell'aiuto svizzero ai bambini nel territorio francese sotto occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale.

Odette Micheli era la penultima figlia di Horace Micheli, redattore del Journal de Genève e Consigliere nazionale liberale democratico, e di Madeleine nata Peyrot, casalinga, figlia di David Peyrot, commesso di commercio e poi proprietario terriero. Crebbe con tre fratelli nella tenuta di famiglia a Landecy (Bardonnex) vicino a Ginevra. Durante la prima guerra mondiale, insieme al padre, membro del Comitato internazionale della Croce Rossa, lavorò come volontaria presso l'Agenzia internazionale per i prigionieri di guerra a Ginevra. Si impegnò inoltre in seno al comune parrocchiale di Landecy. Nel 1918 sposò il compositore svizzero Frank Martin, con cui visse dapprima a Zurigo, poi a Landecy, Roma, Ravenna e dal 1924 a Parigi, dove conobbe anche Carl Jakob Burckhardt e sua moglie Elisabeth Burckhardt. Nel 1922 la coppia ebbe un figlio, Renaud François Louis Martin, e nel 1930 divorziò. Micheli rimase a Parigi, dove fu attiva come traduttrice di opere letterarie dall'inglese e dal tedesco al francese.

Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale e l'occupazione della Francia da parte delle truppe tedesche, nel dicembre 1940 Micheli divenne capa della delegazione del Cartello svizzero di soccorso ai fanciulli vittime della guerra (aiuto umanitario) nella zona occupata. Sotto la guida di Mathilde Paravicini, il Cartello organizzava già dal novembre 1940 appositi treni che dal sud non occupato della Francia trasportavano bambini in Svizzera, perché vi trascorressero un soggiorno di ristabilimento di tre mesi. Dal marzo 1941, grazie alle trattative condotte da Micheli con le autorità tedesche, questi soggiorni vennero autorizzati anche per bambini bisognosi provenienti dalla parte occupata del Paese. Entro la fine dell'anno giunse così in Svizzera un totale di 7124 bambini e 350 madri con i loro neonati.
Quando all'inizio del 1942 il Soccorso ai fanciulli della Croce Rossa svizzera (CRS) rilevò le attività del Cartello, Micheli mantenne il suo ruolo di capa della delegazione a Parigi. In seguito, anche per effetto del loro grande successo presso l'opinione pubblica svizzera, il numero di treni per bambini fu aumentato, così che nel giro di un anno 8819 bambini dalla Francia non occupata e 8872 da quella occupata poterono svolgere un soggiorno di riposo in Svizzera. A causa delle disposizioni delle autorità elvetiche ai bambini ebrei fu a lungo vietato l'ingresso nella Confederazione (antisemitismo). Dall'estate 1942 il Soccorso ai fanciulli poté includere alcuni di loro negli appositi convogli finché prima della fine dell'anno i nazisti proibirono del tutto questo genere di soggiorni. Solo dopo la fine dell'occupazione tedesca nel 1944 i treni per bambini poterono riprendere. Quando nell'autunno 1944 Micheli venne a conoscenza dei piani di attacco degli Alleati contro la città di Dunkerque, insieme al generale britannico Harold Redman, inviò a Dwight Eisenhower, comandante in capo delle truppe alleate, un telegramma che chiedeva tempo per l'evacuazione della popolazione civile. Con il sostegno del console svizzero a Lille, Frédéric Huber, e dei rappresentanti della Croce Rossa francese organizzò nel giro di quattro giorni il trasporto nell'interno del Paese di ca. 17'500 persone adulte e 1500 bambini.
Dopo la guerra Micheli lavorò fino al 1947 per la CRS in Francia e riprese l'attività di traduttrice. Nel 1957 si impegnò ancora come delegata della CRS, questa volta in Algeria e Marocco, dove si occupò di bambini in fuga dalla guerra di Algeria. Per il suo impegno umanitario durante la seconda guerra mondiale Odette Micheli fu nominata cavaliera della Legion d'onore; nel 1960 le fu conferita la cittadinanza onoraria di Dunkerque.