de fr it

CarolineBoissier-Butini

2.5.1786 Ginevra, 9.3.1836 Pregny-Chambésy, riformata, di Ginevra, Bienne e Mitlödi. Pianista, compositrice e musicografa.

Ritratto di Caroline Butini. Olio su tela di Firmin Massot, 1807 (Collezione privata; fotografia Monique Bernaz).
Ritratto di Caroline Butini. Olio su tela di Firmin Massot, 1807 (Collezione privata; fotografia Monique Bernaz).

Caroline Butini era la maggiore dei tre figli di Pierre Butini, medico, e di Jeanne-Pernette Bardin. Crebbe in un ambiente agiato e colto e beneficiò di un'educazione accurata nelle lingue e nelle scienze naturali ed esatte, impartitale soprattutto dalla madre e dal nonno paterno, Jean-Antoine Butini. Non si sa con chi si formò in ambito musicale (musica); l'ipotesi più probabile è che fu allieva di Jean-Jacques Scherrer, organista della cattedrale di S. Pietro e insegnante di pianoforte di numerose ragazze e giovani ginevrine. Le attività musicali di Butini furono fortemente incoraggiate dal padre. Nel 1808 sposò Auguste-Jacques Boissier, proprietario fondiario e filantropo, figlio di Jean-François Boissier, membro del Consiglio dei Duecento, e di Olimpe Lefort. La coppia ebbe due figli, il botanico Edmond Boissier e la scrittrice Valérie de Gasparin.

Prima pagina del Concerto n° 1 en ut di Caroline Boissier-Butini (per primi violini). Spartito manoscritto, prima metà del XIX secolo (Bibliothèque de Genève, Fonds Boissier, Ms. mus. 99).
Prima pagina del Concerto n° 1 en ut di Caroline Boissier-Butini (per primi violini). Spartito manoscritto, prima metà del XIX secolo (Bibliothèque de Genève, Fonds Boissier, Ms. mus. 99).

Dopo il matrimonio, Caroline Boissier-Butini si divise tra Ginevra (o, dal 1817, Pregny) durante l'inverno e il maniero di Valeyres-sous-Rances durante l'estate. La tenuta di Valeyres fu amministrata con lungimiranza da suo marito, melomane e violinista dilettante. Boissier-Butini fece sì che i due figli beneficiassero di un'educazione raffinata, gestì l’economia domestica delle sue residenze e partecipò alla vita sociale ginevrina suonando in contesti privati e alla Société de musique di Ginevra (in cinque occasioni tra il 1825 e il 1827); invece non prese mai parte a concerti a pagamento. Nel 1818 si recò con il marito a Parigi e a Londra, in particolare per pubblicare le proprie opere (non sono però stati ritrovati brani editi), acquistare un pianoforte a coda e suonare in salotti musicali. Il suo diario di viaggio costituisce una fonte eccezionale sulla vita musicale di queste città e sulla costruzione di pianoforti. La famiglia Boissier trascorse l'inverno tra il 1831 e il 1832 a Parigi per perfezionare l'educazione dei figli: Edmond Boissier seguì alcuni corsi alla Sorbona, Valérie Boissier prese lezioni di piano da Franz Liszt; i resoconti di queste ultime redatti dalla madre furono pubblicati un secolo più tardi. Di salute cagionevole, Caroline Boissier-Butini morì poco prima di compiere 50 anni.

Variations sur deux airs languedociens di Caroline Boissier-Butini, nell'interpretazione al pianoforte di Edoardo Torbianelli, 2013 (VDE-Gallo, CD-1418).
Variations sur deux airs languedociens di Caroline Boissier-Butini, nell'interpretazione al pianoforte di Edoardo Torbianelli, 2013 (VDE-Gallo, CD-1418).

Il percorso di Caroline Boissier-Butini in ambito musicale fu straordinario. Il suo repertorio spaziava dalle fughe di Johann Sebastian Bach a Carl Maria von Weber passando per Muzio Clementi, Johann Baptist Cramer, Franz Joseph Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart, Ludwig van Beethoven, Hélène de Montgeroult, John Field e Marie Bigot. Le sue opere sono tipiche di una compositrice-interprete e includono tutte uno strumento a tastiera. Il suo catalogo comprende opere virtuose (concerti), d'ornamento (divertissement, romanze, ecc.) o più accademiche (sonate). Boissier-Butini è una figura eccezionale nel panorama musicale svizzero: non si conosce nessun altro che all'epoca, senza aver soggiornato per periodi prolungati all'estero, abbia prodotto un'opera tanto diversificata, abbondante e innovativa. I riferimenti ad arie popolari conosciute (svizzere, irlandesi, della Linguadoca, polacche, ecc.) e in particolare all'intero canto dei vaccai nel secondo movimento del concerto Suisse (verosimilmente del 1818 ca.) costituisce probabilmente il suo contributo di maggior rilievo alla musica del suo tempo.

Riferimenti bibliografici

  • Boissier-Butini, Caroline: Liszt pédagogue. Leçons de piano données par Liszt à Mademoiselle Valérie Boissier à Paris en 1832, 1927 (ristampa 1993).
  • Barbey-Boissier, Caroline: La comtesse Agénor de Gasparin et sa famille. Correspondance et souvenirs, 1813-1894, 2 voll., 1902.
  • Minder-Jeanneret, Irène: «"La grande affaire du piano". Frau Boissier kauft einen Flügel», in: Chaker, Sarah; Erdélyi, Ann-Kathrin (a cura di): Frauen hör- und sichtbar machen. 20 Jahre «Frau und Musik» an der Universität für Musik und darstellende Kunst Wien, 2010, pp. 71-84.
  • Minder-Jeanneret, Irène: «Caroline Boissier-Butini in Paris und London», in: Hoffmann, Freia (a cura di): Reiseberichte von Musikerinnen des 19. Jahrhunderts. Quellentexte, Biographien und Kommentare, 2011, pp. 37-96.
  • Minder-Jeanneret, Irène: «Die beste Musikerin der Stadt». Caroline Boissier-Butini (1786-1836) und das Genfer Musikleben zu Beginn des 19. Jahrhunderts, 2013.
  • Minder-Jeanneret, Irène: «Souvenir de voyage ou manifeste identitaire? – Le Concerto n6 pour piano, flûte obligée et cordes Suisse de la musicienne genevoise Caroline Boissier-Butini (1786-1836)», in: Chenal, Vincent; Hart, Martine; Buyssens, Danielle (a cura di): Genève, la Suisse et les arts (1814-1846). Les artistes face aux identités nationales, 2015, pp. 203-222.
  • Minder-Jeanneret, Irène: Caroline Boissier-Butini (1786-1836), compositrice et pianiste genevoise, 2021.
Link
Controllo di autorità
GND
VIAF
Scheda informativa
Variante/i
Caroline Boissier
Caroline Butini
Caroline-Louise Butini (nome alla nascita)
Appartenenza familiare
Dati biografici ∗︎ 2.5.1786 ✝︎ 9.3.1836

Suggerimento di citazione

Irène Minder-Jeanneret: "Boissier-Butini, Caroline", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 26.11.2024(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/062255/2024-11-26/, consultato il 09.12.2024.