8.8.1854 Schnifis, 24.1.1942 Zurigo, cattolica, cittadina austriaca, dopo il matrimonio di Sirnach. Autrice di testi autobiografici sul suo vissuto di «bambina di Svevia» (Schwabenkind) e domestica nel Vorarlberg, nonché sulla sua immigrazione in Svizzera.

Figlia di Johann Anton Lampert e di Augustina nata Rauch, Regina Lampert crebbe in condizioni di povertà a Schnifis, nel Vorarlberg. La numerosa famiglia viveva di artigianato (lavori di bottaio), lavoro a domicilio, un po' di agricoltura e lavoro stagionale. Dal 1864 Lampert fu appaltata per diverse estati in un'azienda agricola a Berg (Ailingen), nei pressi di Friedrichshafen, nel Württemberg (appalto di manodopera minorile). Come i suoi fratelli e sorelle, faceva parte di quelle migliaia di bambini provenienti dal Vorarlberg e da alcune località del Tirolo e dei Grigioni che, ogni primavera, fino al XX secolo, migravano per trascorrere un lungo periodo estivo (generalmente dal 19 marzo all'11 novembre) nelle regioni del sudovest della Germania, economicamente privilegiate e dipendenti dalla disponibilità di manodopera a basso costo. Lavorò poi come domestica (servitù) in diverse località del Vorarlberg. Nel 1875 si trasferì in Svizzera (immigrazione), stabilendosi inizialmente a Sankt Josefen (Gaiserwald), dove aiutava suo fratello Jakob Lampert nella sua ditta di costruzioni, fondata alcuni anni prima. Dal 1880 visse a San Gallo e dal 1893 a Zurigo. Nel 1881 sposò Benedikt Bernet, controllore presso la Ferrovia del Nord-Est, con cui ebbe quattro figlie. La coppia gestiva un'impresa edile (edilizia) a Zurigo e amministrava immobili. Dopo la morte del marito nel 1899, lavorò anche come modista (industria della moda) e gestì una pensione nella sua abitazione in Hottingerplatz (industria alberghiera).

Alla fine degli anni 1920, all'età di 75 anni, iniziò ad annotare i suoi ricordi giovanili in quaderni. Con talento narrativo, capacità di osservazione e abilità nella rappresentazione degli stati d'animo, descrisse a posteriori le gioie e i dolori della vita quotidiana di «bambina di Svevia» e domestica in una società in rapido cambiamento. Alla sua famiglia lasciò i nove quaderni scritti fino al 1933. Su iniziativa di una delle sue abiatiche, a metà degli anni 1990 fu possibile avviare l'edizione del manoscritto, pubblicato nel 1996 con il titolo Die Schwabengängerin. Erinnerungen einer jungen Magd aus Vorarlberg 1864-1874. L'opera conobbe diverse edizioni e segnò l'inizio dell'interesse pubblico per i «bambini di Svevia» del XIX e XX secolo.
Le memorie di Regina Lampert sono una delle rare testimonianze autobiografiche degli ex «bambini di Svevia», nonché l'unico resoconto completo e pubblicato. La sua storia, ampiamente diffusa attraverso varie mostre e pubblicazioni sul lavoro infantile e sull'appalto di manodopera minorile, conferì non solo a lei, ma anche a questa tematica fino ad allora poco conosciuta, un posto nella memoria collettiva. Nel 1996 le fu dedicata una piazza a Schnifis, suo luogo di nascita, dove fu posta anche una targa commemorativa.